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di Porzia Corradi

Passaggi l’ha chiamata la Proietteide, la lunga marcia cioè che ha portato la sindaca di Assisi ad accettare la candidatura alla Presidenza della Regione per il Centrosinistra. Per più di un mese i suoi Ni sono stati molteplici e ad un certo punto si erano trasformati addirittura in un No. Questo infatti ha risposto non più tardi di lunedì a due amministratori del Pd: “Non posso e non voglio lasciare Assisi”. Ma andiamo per ordine a raccontare la Proietteide.
Quando in luglio la coalizione, che poi è diventata extralarge, le ha chiesto di candidarsi rendendo subito nota la sua scelta, la nostra iron lady si è sentita messa con le spalle al muro. Ne è conseguita una forte irritazione ed è iniziata così la sequela di interlocuzioni e di riunioni nel corso delle quali ha spiegato tutte le ragioni che l’avrebbero condotta a non accettare la proposta. Ed erano parecchie: alcune di natura familiare, ma soprattutto una perplessità di fondo generata dalla volontà di continuare a governare la sua città nel 2025, anno del Giubileo, e di poter lavorare alla preparazione del 2026 (scadenza del suo mandato), ottavo centenario della morte di San Francesco.
Tutte queste ragioni hanno sempre più consolidato in lei la convinzione che fosse meglio tirarsi indietro, convinzione che diventa ancora più comprensibile se si considera il fatto che Stefania Proietti è autenticamente e profondamente cattolica e che quindi avverte più di altri il richiamo delle importanti scadenze religiose suddette. Nel corso dei numerosi incontri sono state poi sollevate da parte sua anche richieste di garanzie sul futuro di Assisi e sul nome del possibile futuro candidato sindaco, qualora lei avesse accettato.
Nonostante la folta delegazione che la incontrava avesse risposto a tutto con dei sì, permanevano in Proietti le ragioni del No, tantochè di recente aveva chiesto agli alleati di approntare un piano B qualora lei avesse declinato l’invito a candidarsi. Ed è a questo punto che sono ripresi a circolare vecchi nomi con particolare insistenza. Su tutti quello del Rettore Maurizio Oliviero che si è sempre mantenuto in disparte. Qualcuno ha poi pensato anche ad una possibile figura giovane e del tutto nuovo. Si trattava anche in questo caso di un super cattolico proveniente da Assisi, di un brillante quarantenne che lavora a Roma e che collabora con padre Fortunato, il francescano che si occupa con grande capacità di comunicazione. Non si sa se Alessio Antonielli, questo il nome in questione, fosse stato già contattato o fosse solo una delle ipotesi che facevano parte del piano B. Tant’è, sembra che Tommaso Bori si sia presentato ad una riunione di partito dicendo: “Vi avevo convocato per comunicarvi la non accettazione della candidatura da parte di Proietti e per informarvi delle possibili alternative, ma all’ultimo momento sono stato informato che la sindaca ha detto Sì”.
La svolta di Proietti sarebbe maturata nel corso di una lunga conversazione a cui hanno partecipato i suoi più stretti collaboratori e il marito. Una discussione in cui tutti hanno cercato di convincerla ad accettare sostenendo che Giubileo e Centenario francescano l’avrebbe potuti seguire con solerzia anche dalla presidenza della Regione. E anzi che da quello scranno avrebbe potuto dare una grande mano alla sua Assisi. E all’Umbria intera visto che le ricorrenze religiose mettono al centro non solo la città serafica, ma anche l’intera regione. Gli unici argomenti che rimanevano in piedi erano quelli familiari, gli ultimi ad essere superati. E alla fine è arrivato il Sì. Se vincerà, sarà un nuovo successo dei civici sui partiti. E una ulteriore dimostrazione che il mondo cattolico è quello che più di ogni altro produce in Umbria nuova classe dirigente