di Marina Sereni*
La vittoria di Stefania Proietti in Umbria merita, oltre ai sacrosanti festeggiamenti, qualche elemento di riflessione, utile per guardare alle prossime sfide.
Dopo il risultato deludente della Liguria, e in un clima internazionale che dagli USA ha dimostrato quanto potente sia il vento della destra nazionalista, il risultato della nostra piccola Regione non era affatto scontato.
Hanno pesato certamente e principalmente fattori locali. Prima di tutto il profilo della candidata Presidente. Stefania Proietti era “sulla carta” la persona perfetta per guidare il campo democratico e progressista: cattolica, ambientalista, impegnata per la pace e la giustizia sociale e climatica, amministratrice apprezzata, espressione del civismo migliore che in questi anni è cresciuto in molte città della regione. Il fatto che l’intera coalizione, dopo l’entusiasmante vittoria di Ferdinandi nella città di Perugia, si sia rivolta a lei con grande convinzione ha reso possibile una scelta davvero unitaria, cosa che non sarebbe accaduta su nessun altro nome. Tuttavia queste caratteristiche avrebbero potuto rimanere perfette solo sulla carta e rivelarsi insufficienti se Stefania non avesse mostrato nella campagna elettorale una personalità forte e una grande capacità di ascolto. Con il suo “cammino” attraverso i 92 comuni umbri Stefania Proietti ha incarnato per tanti nostri concittadini un’idea della politica fatta di prossimità, di attenzione ai problemi reali delle persone, delle famiglie, delle comunità.
Nella campagna di Stefania Proietti la battaglia sulla sanità – che già il Patto avanti per l’Umbria aveva lanciato nei mesi scorsi – e’ stata cruciale perché lo stato del nostro Servizio Sanitario Regionale rappresenta il fallimento più emblematico dei cinque anni di governo della destra.
Farà bene la Presidente Proietti a chiamare intorno a se’ competenze ed esperienze di primo livello per avere in tempi brevi un quadro il più possibile preciso, sia sotto il profilo finanziario che sotto quello dell’organizzazione dei servizi, ed aprire così una fase di profonda innovazione. Ridisegnare le politiche per la salute nella nostra regione sarà una sfida complessa ma anche affascinante. Potenziare la sanità territoriale e di prossimità, pensando in particolare alle cronicità e alla non autosufficienza, investire sulla prevenzione, sui consultori e sulla salute mentale, riorganizzare la rete ospedaliera valorizzando professionalità e riducendo inefficienze, dare nuova centralità ai servizi sociali e all’integrazione socio-sanitaria, ridurre le odiate liste d’attesa: tutto questo dovrà essere fatto partendo da un sistema debilitato e probabilmente anche da un quadro finanziario non brillante. Ecco perché sarà essenziale mantenere la promessa di promuovere un dibattito pubblico ampio, un dialogo nuovo con l’Università, con i professionisti dei servizi pubblici e le comunità locali interessate. Appropriatezza ed equità: questa la bussola che guiderà la nuova Presidente e la nuova Giunta. In questa direzione sarà anche fondamentale proseguire la mobilitazione nazionale per avere dal livello centrale maggiori risorse e più personale. Il Partito Democratico non si rassegna al rischio di una privatizzazione strisciante del SSN e sono sicura che i Presidenti neo eletti dell’Emilia Romagna e dell’Umbria faranno sentire la loro voce verso il Governo Meloni, che ancora una volta presenta una Legge di Bilancio totalmente insufficiente per la spesa sanitaria.
Il secondo elemento della campagna di Stefania che credo abbia avuto un peso importante sul risultato e’ stata la sua grande attenzione a Terni e Provincia. Tra i numeri del voto non può sfuggire la sconfitta di Tesei nella città e nella Provincia di Terni. Anche questo un dato non scontato considerando la scelta della coalizione di destra di imbarcare nell’alleanza un personaggio come Bandecchi. Scelta poi rivelatasi sbagliata, a giudicare dall’astensione, più alta nel ternano rispetto al resto della regione, che questa volta sembra penalizzare di più la coalizione di destra e in particolare, oltre alla Lega, Fratelli d’Italia.
Il personaggio Bandecchi esce anch’egli malconcio dalla prova delle urne. La sua lista non elegge nessun consigliere e perde molti voti in assoluto anche rispetto alle recenti elezioni europee.
Il risultato di Terni alle regionali rappresenta un punto di snodo anche per il Pd e la coalizione in vista delle prossime sfide. Ripartiamo dai contenuti che hanno reso popolare e apprezzata Stefania Proietti nel territorio ternano: la sanità, certo, ma anche lo sviluppo sostenibile, le infrastrutture, il futuro del lavoro e dell’impresa in un territorio con un’antica vocazione industriale, il recupero della propensione all’apertura e all’innovazione, che chiama in causa l’Universita’, la ricerca, la formazione. E, in un rilancio dell’idea dell’Umbria come perno dell’Italia mediana, cerniera tra Nord e Sud, il ruolo di Terni come città vicina alla Capitale, vissuta non più solo come meta – a volte irraggiungibile – per i tanti pendolari per ragioni di studio e di lavoro.
La coalizione Patto Avanti non ha finito il suo lavoro. Ora facciamo Patto Avanti Terni, uniamo le forze politiche e civiche della città e del territorio e cominciamo a costruire – insieme a chi guiderà la Regione – il programma e il percorso per voltare pagina anche nel secondo capoluogo dell’Umbria.
Infine una sottolineatura sulle donne di questa campagna elettorale. Nonostante l’Umbria sia stata governata ininterrottamente da Presidenti donne dal 2000 ad oggi, per la prima volta il fattore della leadership femminile emerge in tutta la sua forza. Lo straordinario successo di Vittoria Ferdinandi a Perugia e la spinta di una Segretaria Nazionale del Pd come Elly Schlein hanno funzionato da catalizzatore e amplificatore nella campagna elettorale di Stefania Proietti. Il sostegno di altre figure femminili come Alessandra Todde e Sara Funaro hanno anche simbolicamente entusiasmato una buona parte dell’elettorato. Il prossimo Consiglio Regionale vedrà una presenza femminile mai così significativa prima, soprattutto nelle fila del Pd e del centrosinistra. E’ anche questo un pezzo del rinnovamento delle classi dirigenti dell’Umbria che credo non debba e non possa più essere sottovalutato.
*segreteria nazionale PD, responsabile del settore sanità