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di Gabriella Mecucci

Stefania Proietti lo aveva detto sin dal momento dell’accettazione della candidatura: se il centrosinistra avesse vinto, avrebbe voluto “le mani libere” nella formazione della giunta. I partiti e i civici glielo promisero senza esitare. E nella sua prima conferenza stampa ha ripetuto che “per alcune materia ci vogliono dei tecnici, dei competenti”: un modo per rivendicare quanto già concordato. Del resto, sarebbe impossibile non riconoscere questo diritto a chi ha vinto aldilà e aldisopra di ogni previsione. Il bandolo della matassa è dunque nelle sue mani per più di una ragione: fra queste c’è anche l’ottimo rapporto che la lega a Elly Schlein. E la Presidente non è certo intenzionata a cederlo, nemmeno in parte, a qualcuno.

Proietti stravince e con lei le donne (tre superstar) e il riformismo

Nella maggioranza uscita dalle urne si avverte un forte respiro unitario, ma con sfumature diverse: c’è chi sottolinea un po’ più il peso dei partiti e chi lo fa un po’ meno. Intanto viene dato per certo che Proietti si è data una decina di giorni di tempo per chiudere la sua presenza amministrativa ad Assisi e quella più recente alla Provincia di Perugia. Sta già pensando ovviamente al suo staff e anche ai possibili assessori, ma ci vorrà tempo prima di conoscere i nomi dei collaboratori più stretti nel governo regionale.
Naturalmente i rumors, impazzano, ma valgono ancora abbastanza poco, anche se a spararne tanti su qualcuno ci azzecca. Gli assessorati sono in tutto cinque a cui va aggiunto lo scranno più alto del Consiglio regionale. Il puzzle della giunta sarà difficile da comporre: occorre infatti tener conto della rappresentanza femminile (almeno due donne su sei, ma meglio sarebbe tre), quella dei territori e dei partiti: chi ha preso molti più voti – vedi Pd – vorrà che il risultato elettorale pesi nella formazione dell’esecutivo. Su tutto ciò torreggiano – come detto – le competenze e le “mani libere” rivendicate da Proietti. Un groviglio di questioni da tenere insieme.
Il posto più ambito è quello del titolare della Sanità dove la neo Presidente sembra seriamente orientata a mettere un tecnico. Riuscire in questo campo è per lei la scommessa più importante. Del resto è stato il punto centrale della sua campagna elettorale e l’essere riuscita a imporlo è la prima ragione della vittoria, anche perché sulle spalle di Tesei pesava la gestione disastrosa di Luca Coletto. Inutile dire che è proprio su tale assessorato – detiene l’80 per cento del bilancio – che circolano più intensamente le voci. Si è parlato della candidatura di Gigliola Rossignoli, ma lei, che fu una delle dirigenti dell’epoca Lorenzetti, lavora oggi a Pavia e non è detto che decida di tornare. I primi rumors però l’hanno chiamata in causa con insistenza, per poi spegnersi. Dagli ambienti medici spunta più di un suggerimento. Uno di questi indica Maurizio Del Pinto, eccellente cardiologo che faceva parte di una della lista “Umbria per la sanità pubblica”. Di nomi e di giorni ne dovranno passare sotto i ponti prima di giungere alla scelta definitiva, è certo però che Del Pinto è vicino alla Presidente e che la sua voce conterà parecchio nella “strategia d’urto” che dovrebbe cambiare l’assetto della sanità, così come ha pesato nella stesura del programma. Questo non vuol dire che sarà sicuramente lui l’assessore: il gioco di equilibri e di incastri è infatti molto complicato. Al momento non sembra invece che ce la possa fare il segretario regionale del Pd, Tommaso Bori, ma i democratici hanno preso molti voti e alla fine il suo nome potrebbe riprendere quota. D’altronde Bori è anche un competente: è infatti medico specializzato in Igiene e Medicina preventiva. C’è infine una quarta possibilità e cioè che Proietti tenga per sé la delega e formi un comitato ristrettissimo che dovrebbe aiutarla nella gestione. Insomma, ancora nebbia fitta. Ci sono altri nomi di tecnici che circolano: quello di Luca Ferrucci, un economista ben inserito nel mondo della sinistra, che non è stato eletto pur partecipando alla lista Proietti, ma che ha preso un buon numero di preferenze. Si tratta di un economista, ordinario all’Università di Perugia. Per lui c’è chi parla di Bilancio, chi di Sviluppo Economico. Qualche esponente – almeno tre – espressi direttamente dai partiti, Proietti li dovrà pur imbarcare. Si parla di Simona Meloni alla quale potrebbe attribuire un assessorato o la presidenza del Consiglio regionale. Ha tutte le caratteristiche per farcela: donna, piddina, super votata. Sempre per i democratici potrebbe entrare in giunta l’ex sindaco di Narni, Francesco De Rebotti. Anche lui ha il vantaggio dei consensi e proviene dalla provincia di Terni che non può non essere rappresentata. I Cinque Stelle puntano ad Agricoltura e Ambiente e potrebbero fare il nome di un tecnico: Thomas De Luca che è stato anche un loro consigliere regionale. Una decisione analoga potrebbe prenderla Avs, scegliendo un competente di area, e lasciando in Consiglio, come rappresentanza squisitamente politica, Fabrizio Ricci. L’ultima ipotesi riguarda Maria Bianca Tagliaferri che ha diretto l’alberghiero di Assisi, esperta di scuola e di turismo, eletta nella lista Proietti. Questo il catalogo emerso sin qui, ma le decisioni non sono prossime. Il confronto più ravvicinato inizierà fra una decina di giorni.
Il Consiglio regionale deve per legge essere convocato entro 60 giorni dal voto. Prima di allora certamente sarà stato già scelto il nome del futuro Presidente. E quelli del nuovo esecutivo.