di Porzia Corradi
Situazione di stallo? Sì, ma sotto la cenere si avvertono però movimenti continui, quasi compulsivi. L’organigramma della nuova giunta regionale è arrivato alla stretta finale. Pochi si aspettavano una Stefania Proietti tanto tosta. Esercitando i propri poteri senza troppe chiacchiere, ma con apprezzabile fermezza, ha detto chiaro e tondo a Tommaso Bori e a Thomas De Luca che spetta a lei decidere a chi assegnare gli assessorati. Al primo non darà la tanto bramata delega alla Salute che terrebbe nelle sue mani, al secondo non consegnerebbe l’Ambiente perché mugugni e proteste sul suo nome consiglierebbero di impiegarlo in qualche altro campo dell’esecutivo.
SANITA’ UMBRIA CHI HA AIUTATO PROIETTI E CHI NO A STOPPARE BORI
Il nodo vero è però come sistemare il segretario regionale del Pd. Che cosa farà Tommaso Bori? I rumors si moltiplicano, ma al momento la scelta più ragionevole sarebbe quella avanzata una quindicina di giorni fa dalla lista della Proietti e accreditata sin da allora da Passaggi Magazine come la via d’uscita più scorrevole. Umbria Domani propose alla sua leader di tenere per sé la delega alla Sanità e di dare al Pd non due ma tre assessorati consentendo così a questo partito, titolare di più del 30 per cento dei consensi, di avere anche una rappresentanza ternana nell’esecutivo. Accanto ai tre in giunta (Meloni, De Rebotti, Bori?), i democratici potrebbero tenersi anche la Presidenza del Consiglio regionale che – se lui lo volesse –sarebbe appannaggio di Tommaso Bori. Altrimenti ci finirebbe Bianca Maria Tagliaferri. Se Proietti imboccasse tale strada – scorporando dalla Sanità la componente welfare da accorpare ad altro assessorato – ovviamente la sua lista non chiederebbe null’altro per sé.
Il Pd accetterebbe una simile soluzione? Si sa di alcune pressioni provenienti da Roma che insisterebbero sull’ipotesi di dare l’intero pacchetto Salute a Tommaso Bori. E si sa che alcuni amici del segretario del Pd vorrebbero resistere costi quel che costi. Eppure la ragionevolezza farebbe propendere il piatto della bilancia da questa parte. Lunedì sera ci sarebbe stato un vertice di tutti i partiti in quella che fu Villa Buitoni
Se finisse così i benefici sarebbero parecchi. Stefania Proietti uscirebbe bene da questa tornata politica dimostrando di essere capace di esercitare con capacità e fermezza i propri poteri, senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Va ricordato infatti che la regola vuole che gli assessori e le deleghe le scelga la Presidente e non la rumorosa assemblea dei partiti, amplificata dalla stampa amica. Proietti dovrebbe poi trovare un tecnico capace come direttore generale. I nomi che circolano sono parecchi: ogni ora ne spunta uno nuovo, ma niente verrà deciso se prima non sarà certo chi sarà l’assessore. Se sulla Sanità si raggiungesse l’accordo descritto anche il Pd tutto sommato otterrebbe un buon risultato con deleghe importanti come il Bilancio e la Programmazione, l’Agricoltura e il Turismo, nonché un terzo assessorato da comporre nel migliore dei modi. Riuscirebbe inoltre a rappresentare in giunta anche la Provincia di Terni, non lasciando tale compito al solo esponente pentastellato. E infine lo stesso Tommaso Bori farebbe una buona figura: dopo una partenza all’insegna della protervia, si mostrerebbe ragionevole e duttile. E avrebbe preso per il suo partito parecchie postazioni di grande potere, lasciando a Proietti la Sanità – la più ricca e importante ma anche la più rognosa: rilanciarla infatti, dopo il pessimo governo di Luca Coletto, è un compito difficile e persino rischioso. Dulcis in fundo, Bori potrebbe legittimamente aspirare ad un posto da parlamentare, dopo aver dato buona prova di sé da tutti i punti di vista, compresa la doppia vittoria elettorale a Perugia e in Umbria. L’alternativa a questa scelta di buon senso potrebbe essere un braccio di ferro con Proietti, che dividerebbe la coalizione al suo nascere e che vedrebbe sconfitto probabilmente proprio il segretario regionale del Pd. E, infatti, i più accaniti sostenitori di una ottusa resistenza di Bori provengono proprio dal centrodestra. Circolano anche altre possibili soluzioni al rebus Sanità, ma sembrano tutte meno credibili. Lo è soprattutto quella che vorrebbe una divisione di questa delega fra gestione e programmazione per darne un pezzetto minore al segretario regionale del Pd e uno più grande a Proietti. Si tratterebbe di un errore foriero di spaccature prossime venture.
Una volta risolto il dilemma Sanità e, appurato che Thomas De Luca (Cinquestelle) entrerà in giunta ma non con la delega all’Ambiente, resterebbe solo la questione Avs che Elisabetta Piccolotti vorrebbe risolvere mettendo Federico Santi e non Fabio Barcaioli nell’esecutivo. La giunta insomma sarebbe bella che pronta, e bisognerebbe mettere poi mano agli assetti direttivi degli apparati burocratici e alle partecipate sperando che prevalgano due criteri: il rinnovamento e la competenza come Stefania Proietti ha più volte promesso.