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di Porzia Corradi

Incantò Johann Wolfgang von Goethe ed è strategico per i sentieri per la Valnerina e Assisi a tal punto da potersi considerare l’autostrada dei cammini per il Giubileo. Si tratta del Ponte delle Torri, la maestosa opera di Spoleto, che lo scorso 7 dicembre, è stata riaperta con una grande festa dopo otto interminabili anni di divieti seguiti al terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016. 

“L’arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civili” scrisse Goethe in una delle pagine del suo “Viaggio in Italia”, che con queste parole resta l’autore che meglio ha descritto la perfetta armonia tra una delle più grandi costruzioni in muratura dell’età antica, il Ponte delle Torri, e il paesaggio circostante, segnato dal colle Sant’Elia coi suoi uliveti e dal Monteluco coi suoi boschi di leccio caro perfino a San Francesco

.Il monumento simbolo di Spoleto è di difficile datazione, anche se dovrebbe risalire al XIV secolo, si innalza per 80 metri su nove possenti arcate e assicura a residenti e viaggiatori un collegamento strategico lungo 230 metri. A proteggere il suggestivo percorso rettilineo c’è da un lato un muraglione alto circa 12 metri, sulla sommità del quale è scavato un canale in cui scorreva l’acqua, che invece ora passa nelle condutture idriche presenti al di sotto del calpestio, e dall’altro lato un parapetto anche questo in muratura.

Uno straordinario patrimonio, che è sia architettonico che naturale, di cui si è riappropriata la comunità spoletina e umbra, ma anche i tanti viaggiatori che sempre più numerosi scelgono di scoprire la regione a piedi. Da qui infatti si possono raggiungere Norcia e Cascia, facendo sosta in uno dei borghi della Valnerina centrale, oppure in direzione opposta scoprire la Valnerina ternana fino al salto artificiale più alto d’Europa, la Cascata delle Marmore. Ma attraversando il Ponte delle Torri, che si trova nel cuore del centro storico di Spoleto, ci si ricongiunge anche agevolmente alla “Via di Francesco” che porta, tra le cose olivate di Campello, Trevi e Spello, fino ad Assisi. Dalla terra del Poverello si può agevolmente arrivare a a Perugia o salire ancora fino a Città di Castello e sbarcare in Toscana. Un’autostrada dei cammini.