di Ilaria Borletti Buitoni
Siamo un paese bizzarro, sempre pronto a dissacrare qualunque istituzione anche nel modo più grossolano, ma nei giorni scorsi travolto da un entusiasmo incontenibile durante la visita di Re Carlo III e della Regina consorte Camilla.
Un entusiasmo che ha contagiato il Parlamento in seduta congiunta, tranne e i parlamentari del Movimento 5 stelle e di AVS poco disponibili ad applaudire un sovrano non eletto e certamente “colpevole” per le sue grandi fortune personali ,ormai convinti, dopo i numeri farlocchi della loro manifestazione romana, di essere l’espressione più vera del concetto di democrazia al punto da potersi permettere un gesto apertamente polemico e scortese di fronte alla visita di Stato di un monarca straniero. Poco importa ma forse non lo sanno, che Re Carlo,come ha spesso ricordato, rappresenti un paese che ha contribuito alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo, da loro spesso e a sproposito citato anche ai tempi nostri.
Quello però che è stato più sorprendente è l’entusiasmo delle piazze, delle strade sia a Roma che a Ravenna: migliaia di persone festanti auguravano alla coppia reale ogni bene per il loro anniversario di matrimonio circondandoli di calore. Un paese bizzarro, quindi, che subisce il fascino delle cariche non elettive e invece spesso sottovaluta l’importanza di quelle elettive. Gli Italiani più sudditi che cittadini, affascinati dalla figura e dalla parola del Re che a sua volta ha saputo trasmettere con i suoi discorsi, in parte in italiano, non solo rispetto anche affetto per il nostro paese che ben conosce e il senso di una presenza istituzionale “alta”e pronta ad affrontare tutti i temi di questo mondo travagliato con attenzione e competenza.
Siamo stati dominati per secoli da imperi e regni stranieri:nell’animo italiano resta un angolo che sprigiona attrazione per ruoli che non appartengono più al nostro paese.I re, le regine, le loro ritualità spesso come nella corte inglese impeccabili e solenni ci seducono.
Insomma, chi si aspettava un monarca appassito e polveroso,un accoglienza fredda e formale, ha dovuto ricredersi e volentieri si è unito al coro spontaneo di chi ha detto ,o forse solo sussurrato: Viva il Re!