Salta al contenuto principale

di Gabriella Mecucci

Prima era solo un sospetto, ma ora è innegabile che il centrodestra umbro si sia spaccato. Dopo che a Donatella Tesei non è riuscito il rimpasto, Lega e Fratelli d’Italia sono diventati molto diffidenti l’uno dell’altro: decidere un candidato unitario per Terni è diventata un’impresa più che mai complicata. E, anche se alla fine ce la facessero, avrebbero dato vita ad uno spettacolo davvero poco edificante. I due partiti si trovano in una posizione molto scomoda. La Lega potrebbe essere costretta a rinunciare sia al Presidente della Regione che al sindaco della seconda città dell’Umbria. Sarebbe questo un insuccesso clamoroso ed è quindi del tutto comprensibile che serri le fila e non voglia sentir parlare di rinunciare alla candidatura ternana di Latini, appoggiata anche da Forza Italia. Andrea Romizi, che ne è il coordinatore, infatti, ha così schierato il suo partito. Le due forze politiche hanno un argomento molto forte per difendere la loro scelta: rinunciare al leghista Latini equivarrebbe infatti a sconfessare il quinquennio di governo del Centrodestra.
Il sindaco uscente di Terni è molto debole e attaccabile (anche una parte dei leghisti gli ha voltato le spalle) ed ha buon gioco Fratelli d’Italia a farlo notare, mentre cerca di piazzare ai vertici della coalizione un proprio uomo: proprio ieri ha candidato ufficialmente Orlando Masselli. Insomma, allo stato attuale la coalizione ha due candidature e questa è una spaccatura bella e buona.
Ce la faranno a riunificarsi? Tempo ancora ce n’è e non manca nemmeno la spregiudicatezza. Ma questa volta l’impresa è davvero molto difficile. Del resto, Fdl ha preso in Umbria e in particolare a Terni – nelle recenti politiche – percentuali ben più alte della Lega. Il tentativo di far scendere in campo Paola Agabiti, super alleata di Tesei e “civica di centrodestra”, è fallito a causa del di lei secco no. Vedremo, se entro il 10 di aprile, uscirà un nome in grado di compiere il miracolo. La linea di cesura non è solo fra i due partiti, ma anche all’interno dei partiti. Non resta che attendere qualche giorno per capire come si concluderà il braccio di ferro e che ruolo potrebbe avere la Presidente Tesei che è alla ricerca di un improbabile protagonismo. Salvini infatti proclama che sarà lei il candidato alla Regione nel 2024, ma intanto, nella vicenda del rimpasto l’ha mollata, mandandola incontro ad una sconfitta. Ora – con il loro partito fuori dalla giunta regionale – i meloniani sentono di avere le mani libere e fanno valere tutto il loro peso elettorale che è più del triplo di quello della Lega.
Il caos nel centrodestra dovrebbe mettere le ali al centrosinistra e farlo sperare in una per la verità improbabile vittoria. Ma non è così. Walter Patalocco racconta nell’articolo che segue le decisioni prese dai democratici: voteranno per Kenny che sta già preparando una sua lista. Mentre i 5Stelle avevano già ufficializzato il loro candidato: si tratta di Claudio Fiorelli, nemmeno lontano parente del celebre e combattivo dirigente socialista, presidente del primo Consiglio regionale dell’Umbria. Spaccatura netta anche nel Centrosinistra dunque, anche se canali di comunicazione sono rimasti aperti con Calenda-Renzi. La divisione interna poli potrebbe favorire il pirotecnico Bandecchi che prima di queste spaccature veniva dato fuorigioco, ma che ora potrebbe rientrarvi: si potrebbe abbassare infatti la soglia per andare al secondo turno. Già, perché alle comunali c’è il secondo turno. Ed è qui forse che i due poli ora divisi sperano di trovare l’unità.
A Umbertide invece i poli sono più uniti, come scrive Porzia Corradi. Il terremoto dovrebbe rendere certa la riconferma a candidato del sindaco uscente di Centrodestra, mentre è felice la scelta del Centrosinistra che candida Sauro Anniboletti, un medico, molto stimato. Più tranquilla la situazione di Corciano. Ma ciò che sta avvenendo a Terni non può che far dire che la politica umbra è nel caos e il Centrodestra nell’occhio del ciclone.