di Giuseppe Vittori
“Tesei terzo presidente più apprezzato”; “Tesei, la leader che funziona senza gridare”; “Alto gradimento”…Questi i titoli dei quotidiani locali, grandi titoli poi su giornali on line, e ancora servizi sui Tg regionali, di Rai e tv private. Tutto meritato, dato che il sondaggio Governance Poll 2020 del Sole 24 Ore, a pochi mesi dall’elezione, attribuiva alla neo governatrice dell’Umbria, Donatella Tesei, il terzo posto nella graduatoria dei Presidenti di Regione, con un invidiabile 57 per cento di fiducia. Ma quel tempo sembra lontano, assai lontano. Così come lontani sono ormai quel terzo posto e quel 57 per cento.
Oggi Donatella Tesei, a nemmeno due anni da quel sondaggio, è letteralmente sprofondata nei bassifondi delle classifiche di ben altre tre indagini sull’indice di gradimento. E, cosa ancor più incredibile, l’ultimo sondaggio in ordine di tempo, risalente a pochi mesi fa, le attribuisce un misero 35 per cento. Insomma, Donatella appare non essere più la “più amata dagli umbri”. Anzi, se questi sondaggi avessero un minimo di verosimiglianza rispetto ad una reale competizione elettorale, gli umbri la manderebbero a casa.
Certo, poco si sa e poco se ne parla. Soprattutto sui media locali, tutti – salvo qualche rarissima eccezione – impegnati a censurare, nascondere, edulcorare ogni notizia, ogni fatto o atto che potrebbe turbare la tranquillità della Presidente, ed offuscare la sua immagine.
Ma per quanto buoni e volenterosi siano gli addetti della stampa locale, Donatella tranquilla non sta. E nemmeno il suo entourage. E men che meno i vertici delle forze politiche che la sostengono, da Fratelli d’Italia a Forza Italia, fino alla Lega, che è stata subito additata come la vera responsabile del crollo di fiducia della Presidente.
È colpa della Lega, si sono subito affrettati a dire in giro i suoi irriducibili sostenitori, se Donatella perde consensi. Perde consensi la Lega e, quindi, anche la Tesei perde colpi. Non si capisce, insomma, chi fa perdere chi. La realtà, quella fredda dei numeri, tuttavia sta lì a ricordare a tutti che le cose vanno non male, di più. Provate a tracciare un grafico e partite da 57 e poi tirate giù la riga per arrivare a 35 e vedrete visivamente la discesa.
È vero che i sondaggi valgono per quel che sono: sondaggi, appunto, e non dati oggettivi ed incontrovertibili come quelli che scaturiscono dalle urne elettorali. Ma se ormai la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, viene data da molti come la quasi certa futura nuova Presidente del Consiglio dei Ministri, al momento solo sulla base di sondaggi, allora per la stessa ragione se danno la Tesei in caduta libera qualcosa vorrà pur dire. O no?
In ogni caso, a parte il silenzio complice ed amichevole del mondo dell’informazione, è certo che Donatella Tesei, ed il suo entourage, sono molto preoccupati. E un “pizzino” molto chiaro in questa direzione lo ha inviato all’amica Donatella lo stesso Marco Brunacci (a suo merito va detto che è stato il primo e tra i pochi a riportare il drammatico dato dell’ultimo sondaggio) quando ha scritto che forse è arrivato il tempo di darsi una mossa e fare qualcosa. Dare un segnale e procedere al rimpasto. Così, tanto per far vedere che l’encefalogramma di questa Giunta non è piatto. Come, purtroppo, appare ai più. Guardiamoli con attenzione questi numeri. E torniamo a quel primo sondaggio che mise la Tesei sul podio, accanto a due “giganti”, i colleghi Presidenti Zaia del Veneto e Fedriga del Friuli. Già quel sondaggio avrebbe dovuto far suonare un piccolo campanello d’allarme, se letto con attenzione ed umiltà, e soprattutto se letto da statistici e non solo da amici e lacchè. Il sondaggio è del luglio 2020, subito dopo il drammatico lockdown a causa della pandemia da Covid-19. E cade a otto mesi dall’elezione della Tesei, avvenuta a fine ottobre dell’anno precedente.
I commentatori scrissero allora che le buone performance dei Presidenti di Regione rispecchiavano la loro positiva gestione della drammatica emergenza sanitaria. Verissimo. Zaia, infatti, rispetto al suo dato elettorale guadagnava quasi 20 punti in più; quasi tre in più Fedriga; quasi 14 in più il ligure Toti, 4.5 il campano De Luca. E la Tesei? Mezzo punto in meno…dal 57.5 al 57. Un dato certamente molto positivo, ma a questo non aveva aggiunto nulla. Come invece è avvenuto per gli altri Presidenti che sulla vicenda Covid hanno giocato un ruolo di grande impatto,
e un notevole protagonismo, se si ricordano i numerosi “braccio di ferro” tra Governo e Regioni. La conferma di questi trend viene dal risultato del presidente lombardo Attilio Fontana, al quale era stata attribuita molta responsabilità circa una gestione disastrosa della prima ondata Covid in Lombardia. Il Governance Poll lo relegava al 14esimo posto della classifica, con un calo di fiducia di 4.5 punti.
Arriviamo così alla doccia fredda del secondo sondaggio, quello del luglio 2021, sempre del Sole 24 Ore, che vede la Tesei precipitare dal 3° all’11° posto della classifica nazionale dei presidenti di Regione, passando dal 57 per cento di fiducia del primo sondaggio al 48 per cento. Se si considera la performance della Tesei, il suo è il peggior risultato fra tutti i Presidenti, avendo registrato un calo di fiducia pari a 9 punti. Peggio di lei nessuno.
Per questa debacle nessun titolone, ovviamente. Anzi, scatta una vera e propria “autocensura” del sistema mediatico locale che ignora bellamente la cosa. Alcuni quotidiani – e segnatamente due di quelli che avevano dedicato titoloni al primo sondaggio che dava la Tesei al terzo posto – non pubblicano nemmeno una riga. Così come il Tgr della Rai che tace. In totale solitudine Umbria24, che dedica invece al tracollo della Tesei un ampio servizio.
Il fatto paradossale, però, avviene qualche ora dopo l’uscita in edicola del Sole 24 Ore dell’edizione del 5 luglio 2021, che contiene il sondaggio. Perché a far parlare di questa vicenda è il professor Alessandro Campi che – probabilmente in preda al “sacro fuoco” in difesa dell’amica Presidente – pubblica un post sul suo profilo Facebook nel quale scrive parole pesantissime contro Il Sole 24 Ore e il sondaggista Noto, che lo ha effettuato. Così chi nulla sapeva di questo disastroso risultato, viene informato da chi pensava invece di fare un favore alla Presidente, vittima – a dire di Campi – di sondaggi fatti all’acqua di rose: “Temo che il ‘Sole 24ore’, il mitico giornale di Confindustria -scrive – sia incorso in un infortunio giornalistico piuttosto grave. Nella sua edizione odierna ha diffuso un megasondaggio dedicato al gradimento dei Presidenti di Regione. Evito di discutere i risultati. Discuto (e contesto) la metodologia…quello che penso dovrebbe essere ormai chiaro: quello pubblicato dal ‘Sole 24 ore’ è un non-sondaggio, numeri cioè buttati a casaccio…”. Queste le sue accuse al Sole 24 Ore e a Noto. E la conclusione del suo scritto, nel quale il professor Campi si cimenta in una improbabile controanalisi statistico-matematica del campione utilizzato per effettuare il sondaggio, è ancor più dura: “E magari, nel caso avessi anche solo lontanamente
ragione, mi aspetterei un intervento dell’AGCOM: il ‘garante della comunicazione’ dovrebbe preoccuparsi se circolano comunicazioni, ad essere generosi, farlocche”.
Che dire di cotanta rabbia e insulti ad uno dei più prestigiosi quotidiani europei? Semplicemente che il professor Campi nello scrivere queste righe al vetriolo aveva dimenticato due cose, semplici semplici! Che, a differenza di quanto aveva cercato di dimostrare lui, il campione e la metodologia del sondaggio erano praticamente gli stessi del primo e del secondo, oltretutto dati ben visibili sulla pagina del quotidiano. E la stessa era la società che li aveva effettuati: Noto Sondaggi. Così come Campi dimenticava che in occasione del primo sondaggio si era distinto per un bell’articolo pubblicato sulle pagine locali de Il Messaggero, nel quale si complimentava per quel “terzo posto” che il sondaggio (per intenderci sempre quello de Il Sole 24 Ore e sempre a suo tempo effettuato da Noto) assegnava alla Tesei, nel quale tesseva le lodi della Presidente e del suo essere una “leader che funziona senza gridare”. Una pesante caduta di stile. Un inciampo che non sfugge alla dormiente opposizione in Assemblea legislativa che, con una nota, sbeffeggia il professore e lo richiama ad un minimo di imparzialità ed autonomia nelle sue esternazioni, dato che lo stesso Campi veniva nominato dall’amica Presidente, qualche mese prima, Commissario (retribuito) dell’Agenzia Umbria Ricerche.
A confermare ancora questo declino di fiducia da parte degli umbri verso la presidente Tesei è il terzo sondaggio. Quello commissionato dal giornale on line Umbria 24, effettuato dalla società Tecnè, tra i 18 ed il 24 febbraio scorsi, che rivela come ormai 6 umbri su 10 non danno alla Tesei un voto di sufficienza. In questo caso, il sondaggio è ben più ampio, in quanto ha testato non soltanto il livello di fiducia verso la Presidente e la Giunta regionale, ma si addentra anche in tutte le aree di competenza del governo regionale. E qui i dati sono ancora peggiori, perché il voto degli umbri è impietoso. Fatti salvi sanità, trasporti e infrastrutture (che ricevono il voto di sufficienza rispettivamente al 60 e al 55 per cento di giudizi positivi), per il resto delle materie è un cimitero: il 65 per cento boccia l’operato della Giunta Tesei per l’efficienza nella pubblica amministrazione, il 74 per cento per le politiche giovanili e addirittura il 78 per cento degli umbri dice di essere insoddisfatto per come viene gestito lo sviluppo economico.
Nel sondaggio Tecnè vengono anche testate le “intenzioni di voto” degli umbri. La controprova della crescente sfiducia verso la Tesei si riscontra proprio da questi dati che danno sempre la maggioranza relativa al centrodestra, ma con un calo dal 57 per cento delle elezioni regionali al 48,7 per cento del sondaggio. Con la Lega che paga il prezzo più forte a vantaggio di Fratelli d’Italia. Mentre il centrosinistra più 5 Stelle vede crescere i consensi arrivando quasi al 40 per cento, con il PD che torna ad essere – stando sempre al sondaggio – il primo partito con il 24,9 per cento.
Questa volta qualcuno in casa centrodestra comincia a preoccuparsi davvero. A cominciare dalla stessa presidente Tesei. Commentando i dati del sondaggio di Umbria24, ammette che “sicuramente c’è molto da fare, non abbiamo bacchette magiche ma un percorso chiaro davanti”. Mentre il leader umbro di Fratelli d’Italia, Francesco Zaffini, dice che il sondaggio evidenzia “luci ed ombre” e “il forte disagio sociale”. Per Fiammetta Modena, di Forza Italia, i dati fotografano “le ansie e le preoccupazioni dei nostri cittadini”. Tace la Lega!
Solo qualche settimana successiva, lo scorso maggio, come in un incontro di pugilato, arriva per la Tesei il “doppio jab” (doppio colpo in sequenza): l’ANSA – la principale agenzia di stampa nazionale – pubblica il sondaggio commissionato all’autorevole società di sondaggi SWG, sul gradimento dei Presidenti di Regione e la Tesei precipita ancor più in fondo alla classifica, al quintultimo posto. Ma è la percentuale di fiducia che è più che disastrosa: appena il 35 per cento. E pensare che il leghista veneto Zaia tiene sempre il suo consenso alla grande, con il 72 per cento, e quello friulano Fedriga il 64 per cento. La Tesei non solo scende dal podio che solo due anni prima l’aveva vista terza insieme a Zaia e Fedriga, ma cade rovinosamente… stesa al tappeto! E anche in questa circostanza, salvo un piccolo pezzo su La Nazione e un servizio di Umbria24, la cosa cade nel silenzio più assoluto dei media locali.
Non così però tra gli esponenti del centrodestra regionale tra i quali scatta una vera e propria “emergenza fiducia Tesei”. Una emergenza da spingere – come scritto all’inizio – lo stesso amico- consigliere della Presidente, il giornalista Marco Brunacci, a scrivere sul suo blog (tra i pochi a dar notizia del sondaggio) parole che cercano di confortare l’amica. “Tutta colpa della Lega che sta perdendo voti”, sostiene Brunacci. Scusa risibile dato che comunque i voti che perde la Lega li conquista Fratelli d’Italia, e quindi in Umbria il centrodestra continua a viaggiare attorno ad un abbondante 45 per cento, mentre la Tesei sta dieci punti sotto.
Fiutando però che il rischio per la Presidente è di precipitare definitivamente nel baratro, Brunacci scrive: “Quindi si tratta di numeri da prendere sempre con massima cautela. Alcune considerazioni sommarie però possono essere fatte: Tesei sconta il calo di consensi della Lega, partito che la esprime, e cala meno della Lega stessa. Per il resto qualche segnale di vitalità in più rispetto alle decisioni da prendere in queste settimane (dalla sanità al rimpasto di Giunta) forse le gioverebbe”. E se lo scrive lui…
Ps. Manca all’appello un misterioso sondaggio che tutti hanno cercato, ma nessuno ha trovato. Sarebbe il quinto della serie. E sarebbe stato commissionato dalla Lega, secondo quanto scrive sempre l’informatissimo Marco Brunacci. Sondaggio che confermerebbe il sensibile calo del centrodestra, l’altrettanto sensibile recupero del PD che anche per questo sondaggio si accrediterebbe come primo partito in Umbria con un rispettabilissimo 26-27 per cento, ma salverebbe la Tesei perché il suo gradimento sarebbe superiore al dato della maggioranza di centrodestra. Peccato però che – se davvero questo sondaggio esiste – è rimasto ben chiuso nei cassetti del committente. Chissà perché?