di Andrea Capaccioni*
Nella conferenza stampa tenuta il 28 ottobre al Piccolo di Milano, l’imprenditore umbro del cashmere Brunello Cucinelli ha presentato il progetto di una biblioteca universale da istituire a Solomeo, il paese in cui abita e dove si trova la sede della sua azienda. A molti è sembrata una “bella idea”, così pare l’abbia definita il presidente Draghi, da collocare a fianco di altre iniziative realizzate dall’imprenditore: dal Teatro Cucinelli al Foro delle Arti, dal Giardino dei Filosofi all’Accademia Neoumanistica Aureliana. Un nuovo atto di quel “feudalesimo benefico” come è stato definito da Rebecca Mead in un articolo pubblicato da The New Yorker (2010). Altri potrebbero risultare incuriositi non tanto dai riferimenti ad autori classici e a personaggi del mondo antico, quanto dal tipo di biblioteca che l’imprenditore, nelle vesti di “signore illuminato” (sempre secondo la Mead), intende costruire. In realtà, l’idea di raccogliere dei libri da mettere a disposizione del personale dell’azienda, dei cittadini e più in generale dei visitatori risale a qualche anno fa. Già allora chi si avvicinava a quella raccolta libraria poteva scorgere riferimenti alle Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar.
La Biblioteca dell’Accademia Neoumanistica Aurealiana, inaugurata nel 2010, insieme al Giardino dei filosofi, al Teatro e all’Anfiteatro costituisce il Foro delle Arti di Solomeo. Il complesso di edifici di ispirazione classica rappresenta il fulcro del progetto aziendale portato avanti dalla Fondazione Brunello e Federica Cucinelli. La raccolta rispecchia lo spirito dell’imprenditore, in particolare nell’attenzione che rivolge al dialogo tra cultura classica e contemporaneità. La scelta dei volumi privilegia la filosofia occidentale e orientale, le letterature nazionali e internazionali, la storia, le arti figurative, la fotografia. Nella raccolta non mancano opere sulle bellezze culturali e paesaggistiche dell’Umbria, testi legati alle religioni e al dialogo interreligioso, libri sull’ingegno umano e sul lavoro.
A prima vista, l’iniziativa presentata da Cucinelli nel corso della conferenza stampa milanese non sembra presentare grandi novità rispetto alle raccolte già presenti nell’azienda di Solomeo. I tratti salienti della nuova biblioteca sono stati presentati dall’imprenditore in diverse interviste, si veda in particolare quella realizzata da Federica Bandirali del CorriereTv.
La Biblioteca Universale di Solomeo (d’ora in poi BUS), sul titolo torneremo più avanti, presenta le caratteristiche di una biblioteca di azienda, così come ce ne sono nel mondo, compresa l’Italia. Nel nostro paese spesso questi istituti sono sostenuti da fondazioni legate alle stesse imprese (Pirelli, Benetton); la BUS verrà gestita dalla Fondazione Cucinelli. Altre caratteristiche delle biblioteche aziendali sono la collocazione all’interno delle imprese e il privilegiare tra i destinatari gli operai e gli impiegati, anche se spesso sono aperte a un pubblico esterno con orari e modalità di accesso ben definiti. Della BUS sappiamo che la sede sarà ospitata in una villa (da ristrutturare) nel centro di Solomeo, il paese fa in fondo parte di quella sorta di azienda diffusa immaginata dall’imprenditore umbro, e che sarà aperta a tutti pur mantenendo la sua natura privata. Anche questa volta Cucinelli è tornato a citare la Yourcenar e il bel paragone che la scrittrice di lingua francese propone tra le biblioteche e i “granai pubblici”. L’accostamento permette all’imprenditore di sottolineare la natura universale dell’iniziativa di Solomeo, tuttavia se leggiamo la citazione nella sua interezza ci accorgiamo che la Yourcenar mette in bocca all’imperatore Adriano una visione del mondo decisamente preoccupata in quanto alla biblioteca-granaio viene attribuito il compito di accumulare riserve “contre un hiver de l’esprit”. Luciano Canfora ha fatto notare che nelle Memorie di Adriano l’autrice ha avuto “la strana idea di far parlare Adriano con la profondità, il senso del dovere, il filosofico pessimismo di Marco Aurelio” (Il vero Adriano, oltre la Yourcenar, Corriere della Sera, 3 ottobre 2008).
La BUS si presenta dunque come “universale”. L’uso di questo aggettivo sembra richiamare l’idea di “umanesimo universale” che piace molto all’azienda di Solomeo. Forse in esso si può avvertire anche una lontana eco di quella utopia a lungo inseguita da studiosi e bibliotecari che è consistita nella pretesa di racchiudere in un edificio, o in un libro (si pensi alla Bibliotheca universalis di Konrad Gesner stampata nel 1545), l’intera (o quasi) produzione editoriale mondiale. Di fatto, la BUS non sarà una biblioteca universale. Cucinelli ha infatti dichiarato che il compito (affidato ad alcuni esperti) sarà quello di selezionare opere di valore (“cose speciali”) appartenenti a un certo numero di campi del sapere (filosofia, letteratura, ecc.). Una politica delle collezioni, la stessa peraltro perseguita fino ad oggi nella raccolta libraria presente in azienda, che fa pensare piuttosto a una “bibliotheca selecta”, ovvero nel nostro caso a una raccolta caratterizzata da una consistente attività di selezione. Sappiamo poi che nella BUS non entreranno ebook: ci sarà spazio (nel vero senso della parola) solo per i “libri fisici”.
Cucinelli non si oppone alla “tecnologia”, ma auspica una proficua convivenza con quella dimensione della realtà che egli definisce “fisicità”. La celebrazione della “fisicità” dei libri non va letta come l’espressione di un approccio legato al passato, ma come la trasposizione in ambito bibliografico di un forte sensibilità verso tutto ciò che riguarda la cultura materiale.
*docente di Biblioteconomia, Università di Perugia