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di Porzia Corradi

 Nella riapertura della Basilica di San Benedetto, a partire dal 30 di ottobre, non c’è solo la restituzione di una magnifica architettura ma molto di più. Nessuno più dei Benedittini ha bonificato terre e menti. Sono loro – gli amanuensi – che hanno copiato e tramandato la grande cultura classica, la base della nostra. L’ora et labora – come scrisse Paolo IV – ha portato poi “il progresso cristiano dal Mediterraneo alla Scandinavia, dall’Irlanda alla Polonia”. Furono grandi agricoltori, dissodarono terre insalubri e le resero produttive. La “costola” circestense fu dedita alla scoperta e all’uso delle tecnologie. Norcia è custode quindi di una memoria dal valore inestimabile. E una passeggiata in quella cittadina, spesso dimenticata, è come entrare in una delle più grandi avventure del passato catturati dal fascino della grande storia.

San Benedetto: la Basilica che custodisce la memoria dell’Europa

I Benedettini ci hanno lasciato meraviglie sparse un po’ dappertutto: dalla Basilica d Westmister nel Regno Unito, a quel miracolo di bellezza che è Mont Saint Michael in Francia, dove costruirono anche l’Abbazia di Cluny e quella di Port Royal, purtroppo andata distrutta, ma che fu uno dei centri più importanti del misticismo cristiano. E potremmo andare avanti all’infinito passando per la Germania e per il Portogallo. Per approdare in Italia dove a partire da Montecassino c’è una lunga teoria dei loro straordinari monasteri, veri e propri centri di civiltà. E questo faro di luce si è irradiato nel quinto secolo da Norcia. La Basilica che oggi viene riconsegnata alla collettività, restaurata usando le vecchie pietre cadute per il sisma, nacque là dove c’era la casa natale di Benedetto. E da lì è partito, grazie alla Regola, un movimento che a ragione può essere considerato fra i fondatori dell’Europa.

E già che siamo in Valnerina è consigliabile andare anche a Sant’Eutizio: la splendida abbazia, una delle più grandi e più belle d’Italia, che all’origine ospitava monaci venuti dall’Oriente, ma che poi diventò benedettina. Un paesaggio fantastico: isolamento, silenzio e un’immagine che riporta al terremoto del 2016. Lì infatti i restauri, iniziati nel 2022, sono ancora lontani dall’essere completati. La buona notizia è che il rosone sarà ricostruito con le pietre cadute, così com’era.  Si intravede l’antica bellezza e si comprende quanto quell’ordine sia stato importante per la storia della Valnerina e dell’Umbria.

Accanto a queste due mete imprescindibili il novembre perugino offre il cacao meravigliao: il 14 inizia Eurochocolate e è già aperto il museo del cioccolato presso il Mercato Coperto. Sempre nel capoluogo aprirà il giorno 8 alla Galleria Nazionale la mostra di Domenico Paladino, uno del più grandi artisti della transavanguardia italiana.