di Porzia Corradi
Due opere, tra cui il nuovo allestimento di “Ariadne auf Naxos”, che aprirà al Nuovo-Menotti la 67esima edizione del Festival dei Due Mondi. Il grande ritorno di Barbara Hannigan protagonista del concerto finale di piazza Duomo alla testa dell’Orchestra di Santa Cecilia. E pure la prima assoluta di Alessandro Baricco, che torna a Spoleto con “Breve ed eretica Storia della Musica classica”. C’è anche questo nel cartellone di Spoleto67 di scena dal 28 giugno al 14 luglio in venti location della città, che ospiteranno 60 spettacoli e saranno invase da 30 compagnie internazionali per circa 600 artisti provenienti da 20 paesi. Al centro del programma presentato al ministero della Cultura c’è il tema del mito affrontato con l’interdisciplinarità che rappresenta il Dna del Due Mondi.
L’opera in un atto che inaugura il Festival sarà preceduta dalla suite dal Borghese Gentiluomo sempre di Richard Strauss come prologo, mentre l’esecuzione musicale è affidata alla Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer, che ne cura anche la regia con Chiara D’Anna. La direttrice artistica Monique Veuate aveva già annunciato alla fine della precedente edizione un’altra d’opera, ovvero Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck per la regia di Damiano Michieletto e con l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia.
Per la musica va segnalato anche l’altro concerto di Barbara Hannigan che porterà sul palco del Teatro Romano (7 luglio) il Jack Quartet composto da Ches Smith (batteria), Jorge Roeder (basso), Sae Hashimoto (vibrafono) e Stephen Gosling (pianoforte). Confermata anche la serata di elettronica (3 luglio): in esclusiva italiana, il Due Mondi porta al Romano Daniel Lopatin, conosciuto come Oneohtrix Point Never, una vera e propria star del genere, che a Spoleto presenterà il suo ultimo lavoro “Again”. Al Festival sempre col disco appena uscito, cioè “Shadow”, anche Lizz Wright (11 luglio al Romano).
Per il teatro l’ospite d’eccezione è Isabelle Adjani, che dà voce ai testi di giganti della letteratura francese e italiana come Marguerite Duras, Annie Ernaux, Cynthia Fleury, Camille Laurens, Françoise Sagan, Fred Vargas.Da segnalare anche il ritorno a Spoleto di Davide Enia, che porta in scena la storia del piccolo Giuseppe di Matteo, figlio di un collaboratore di giustizia rapito e ucciso da Cosa Nostra. Si conclude, infine, il progetto che Leonardo Lidi ha dedicato a Cechov con Il Giardino dei ciliegi, l’ultimo dei tre lavori portati in questi anni a Spoleto.
Potente il cartellone della danza di Spoleto67, che apre con Portrait di Mehdi Kerkouche (29–30 giugno al Teatro Romano), che utilizzando i corpi si interroga sulle relazioni familiari con coreografie che vanno dal solo al duetto e all’ensemble. Dopo due anni ricompare a Spoleto Yoann Bourgeois, maestro di squilibri e gravità che ha concepito per piazza Duomo Memory of a fall, una nuova spettacolare creazione in cui i danzatori scivolano da una imponente struttura palcoscenico. Grande attesa anche per Friedemann Vogel, primo solista del Balletto di Stoccarda, a Spoleto con “Die Seele am Faden/Soul Threads” che ha realizzato con l’artista visivo Thomas Lempertz ed è ispirato al testo “Il teatro delle marionette” di Henrich von Kleist (5–7 luglio, San Simone). Ultimo weekend di Due Mondi affidato al coreografo inglese Wayne McGregor al Nuovo-Menotti (12–14 luglio) col suo nuovo “Deepstaria”, che attinge alle più recenti tecnologie dell’intelligenza artificiale.
Tra le performance, infine, vanno segnalate quelle dei danzatori de Il Posto, i primi in Italia a dedicarsi agli spettacoli site-specific su piani verticali (via Saffi e Palazzo Collicola 5-7), e l’esperienza immersiva Last minute di Adrien M e Claire B (28 giugno–14 luglio, complesso monumentale di San Nicolò), che combina musica, luci e proiezioni interattive.