di Porzia Corradi
Quando la grande storia passò per Magione. Si tratta dell’avventuroso viaggio di un frate che nacque nella cittadina lacustre e che fece un avventuroso viaggio in Mongolia. Il suo nome è Giovanni del Pian del Carpine e fu lui a riportare a Innocenzo IV la lettera del Gran Khan che l’altro ieri Papa Francesco, in visita in quel paese, ha consegnato al suo Presidente come regalo.
Tutto accadde fra il 1245 e il 1247. Prima di questo biennio il Friuli era stato invaso dall’esercito mongolo e l’allora pontefice decise di sollecitare il Khan a scegliere la via della pace. Fra’ Giovanni, francescano minore, fu incaricato di portare una missiva contenente le volontà di Innocenzo in Mongolia. Un viaggio pieno di rischi, pur di ottenere una qualche disponibilità politica da parte del capo del popolo invasore.
Questi non accettò le proposte di Roma, ma inviò comunque – tramite il messaggero papalino – una missiva in risposta. Ed è questo scritto che Francesco ha portato in regalo al Presidente Ukhnaagiin Khurelsukh. “È davvero emozionante – ha commentato il sindaco di Magione Giacomo Chioini – che il papa abbia voluto nel suo primo intervento in Mongolia ricordare la figura più illustre della storia di Magione”.
La lettera, riportata nella Historia Mongolarum, non riuscì a raggiungere la pacificazione richiesta da Innocenzo IV, ma aprì comunque un importante percorso. Il viaggio di Giovanni del Pian del Carpine che iniziò nel 1245, ben prima di quello di Marco Polo, portò poi molti importanti frutti. Fra questi la Historia Mongolarum che è un testo sulle pratiche, sugli usi e sui costumi dei Mongoli, scritto da Fra’ Giovanni. Si tratta di un lunghissimo resoconto dove prevale l’interesse etnografico. Questo, conservato a Magione, venne fatto recapitare dal sindaco Chioni a Papa Francesco anni addietro. Fu la Curia perugina, guidata allora dal cardinale Gualtiero Bassetti, ad occuparsi del trasferimento.
L’avventuroso francescano partì alla volta della sua meta il 16 aprile del 1245 da Lione e arrivò al confine della Manciuria nel 1246. Qui consegnò la lettera a cui seguì la risposta del Gran Khan. Ripartito alla volta di Roma per consegnarla a Innocenzo, raggiunse la capitale del Cristianesimo nel 1247.
Oggi, Giovanni è tornato ad essere ambasciatore del Pontefice come lo fu allora. E cioè quasi 800 anni fa.