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di Sud

Il pane è forse l’unico cibo che si fa notare nella storia e nella letteratura più per la sua assenza che per la sua presenza. L’immagine del pane, come è stato ben scritto, è sempre stata connessa con l’immagine della fame.
La famigerata battuta di Maria Antonietta (probabilmente apocrifa) è forse la più eloquente tra le testimonianze storiche intorno alle tante carestie che hanno funestato (e ancora purtroppo funestano) l’umanità.
Nella letteratura il pane e la sua mancanza sono raramente tematizzati, mentre costituiscono spesso un contesto o un’occasione di racconto o di riflessione. I Promessi sposi rappresentano da questo punto di vista un’eccezione.
C’è pane e fame in po’ ovunque nel romanzo di Manzoni; dal «pane del perdono» di Fra Cristoforo, che in un certo modo apre e chiude il racconto, allo «sguardo bieco d’amor rabbioso» con cui l’affamata famigliola di Tonio fissa la piccola polenta bigia.
Il pane e la fame che tutti ricordano riempiono i capitoli centrali del romanzo, con personaggi indimenticabili (la donna col pancione smisurato, il vecchio malvissuto, l’oste della luna piena, il notaio criminale, il bottegaio benpensante), e con una descrizione della folla che tanti populisti odierni farebbero bene a rileggere.
C’è però un argomento su cui vale la pena di soffermarsi: quello del “pane di mistura”. Pare che i dietisti contemporanei abbiano decretato che il pane bianco è dannoso alla salute, e debba invece essere preferito quello integrale o misto.
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Sempre pronti a obbedire alla scienza, ci fa però un po’ riflettere il fatto che nel romanzo il primo fosse riservato alla mensa dei ricchi e il secondo a quella dei poveri; e suggerisce una fin troppo facile considerazione storico-sociologica.
Molto più fine, benché come al solito un po’ sconsolante, la considerazione di Manzoni sul pane del Lazzaretto, «alterato con sostanze pesanti e non nutrienti», quando invece il governo aveva ordinato che «fosse di buona qualità: giacché – ed è qui la finezza – quale amministratore ha mai detto che si faccia e si dispensi roba cattiva?».