di Giampiero Rasimelli
L’avvento della cordata argentina guidata da Javier Faroni, dopo gli anni di impasse che hanno caratterizzato la presidenza Santopadre segnata da pochi successi, da una lunga stagnazione e da un progressivo allontanamento dai tifosi e dalla città, aveva suscitato a Perugia curiosità, speranza e disponibilità.
Non è stato fatto molto per corrispondere a questa attenzione e disponibilità: è stato avviato un dialogo col Comune sullo Stadio, è stato inserito il brand “Città di Perugia” sulle maglie dei calciatori, è stato aperto una canale Whatsapp con i tifosi, sono state reiterate parole di impegno, è stato nominato un uomo solido ed esperto a dirigente dell’area sportiva dell’A.C. Perugia ed è stato avviato un contenzioso con l’ex Presidente Santopadre relativamente ai valori e alle modalità economiche del passaggio di proprietà della società. Si è detto e crediamo a ragione, che Santopadre ha lasciato una situazione economica diversa e peggiore rispetto a quanto presentato nel corso della trattativa per il passaggio, ma certo stupisce che nella negoziazione e nelle verifiche che l’hanno accompagnata la nuova cordata e i suoi advisor, non si siano accorti dei bluff eventualmente architettati dall’imprenditore laziale. Sul versante sportivo, d’altra parte, si è arrivati ben presto al cambio dell’allenatore di fronte all’andamento preoccupante della squadra in campionato, ma l’arrivo dell’esperto Zauli non ha migliorato di molto la situazione che oggi si presenta solamente, forse, un po’ più stabile. Non fuori dai rischi, comunque e lo stesso mercato invernale del Perugia è stato improntato per lo più a sfoltire la rosa extra large ereditata dalla precedente gestione e a tentare qualche ritocco nell’intento di finire la stagione con meno scossoni possibile (parole del Direttore Meluso). Speriamo che possa finire effettivamente così !!
La filosofia sembra essere: abbiamo comprato un Perugia a pezzi (tutto vero!), vediamo se sopravviviamo e a giugno ne riparliamo. Anche questo è stato detto, più o meno esplicitamente, dal Presidente Faroni e dal Direttore Meluso. Così la città e i tifosi alla fine si sono messi in posizione di attesa. Ma questo non va bene, perché attendere senza un progetto, un piano industriale, un sistema di impegni precisi da costruire, un orizzonte emotivo, suscita molte ombre e può preludere ad una dannosa esplosione delle contraddizioni che a noi sembrano essere evidenti. Anche questo Magazine ha accolto con speranza e disponibilità la nuova proprietà del Grifo, ma ha posto a suo tempo anche domande precise che purtroppo ancora non hanno avuto una risposta su cui ragionare e cui agganciare quella speranza. Le riproponiamo ancora nell’interesse, crediamo, della città, dei tifosi e del Perugia Calcio.
Certo che bisogna evitare il rischio retrocessione che cambierebbe ogni orizzonte. Il Perugia è 14° a 6 punti dalla quartultima e a 7 dalla terzultima, può succedere di tutto, nel bene e nel male. E’stato fatto tutto il possibile per rafforzare la squadra ed evitare ogni rischio? Non c’è altro che fidarsi del Direttore Meluso e della sua capacità di navigazione. Non sarebbe male avere qualche soddisfazione da qui a primavera.
Si è detto, da parte di tutti, che per riportare il Grifo al posto che gli spetta nel panorama calcistico nazionale sia necessario fare di tutto per puntare alla serie B e solo così si potrà conquistare un equilibrio di gestione economica e sportiva sostenibile. Ma questo avrà un costo, richiede investimenti, una programmazione, dove è il piano industriale capace di indicare questa strada ? Siamo sicuri che lo potremo avere a giugno a salvezza acquisita ? o dovremo rinviare di un altro anno ? sarà in grado la nuova proprietà di fare fronte da sola a questi investimenti o si dovranno cercare, trovare ed aggregare altri soci ? Questa è una legge che vale per tutti, dalla Juventus che vuole tornare ad essere vincente a qualsiasi squadra che dalla C voglia passare alla B, o si vince (perché in C o in B non c’è la Champions), o si fa in qualche modo (in proprio o con nuovi soci) un aumento di capitale o … si galleggia, nella migliore delle ipotesi, magari per parcheggiare giocatori italiani o stranieri, magari in modo migliore di come ha provato a fare all’amatriciana Santopadre. Basta dire quale sarà l’indirizzo, il destino del Grifo nei prossimi anni, per avere almeno qualcosa di meglio di quello che è stato. Questo è ciò che intendiamo come piano industriale, qualcosa che dialoghi con le possibilità della proprietà e con le aspettative della città. Altrimenti possono maturare delusioni cocenti, tali da mettere in discussione tutte le collaborazioni necessarie al futuro del Perugia. Tutti gli obbiettivi più o meno alti possono essere messi in discussione con spirito positivo, mantenerli nell’ombra o nascosti sotto le carte del tavolo da gioco non prefigura un ambiente positivo di collaborazione. E’ una preoccupazione sincera, non un mero esercizio di diffidenza !
Anche perché nel contempo la nuova Giunta Comunale, a differenza della precedente, ha cominciato a muoversi seriamente sulla vicenda stadio e le due cose, è elementare, sono del tutto collegate. La nuova Sindaca ha accolto con piena disponibilità la proprietà Faroni e ha messo subito l’amministrazione al lavoro. C’è un progetto di stadio (bello !!!), ci sono impegni precisi del Comune per la parte che gli spetta, si stanno cercando soggetti imprenditoriali capaci di accompagnare la piena realizzazione di questo importante progetto per la città. Siamo passati in pochi mesi da un progetto molto bello, ma irrealistico e fuori contesto, presentato dalla società Arena Curi, che non teneva ne’ prioritariamente, ne minimamente conto della vicenda preoccupante del Perugia Calcio, ad una situazione in cui il bel progetto presentato dal Comune, se non vi saranno sviluppi positivi sul versante calcistico per la nuova A.C. Perugia, non troverà tutte le energie necessarie per essere completato in ogni sua parte. Perché qualcuno dovrebbe investire sul Perugia Calcio o sullo stadio se non è chiaro o almeno onestamente dichiarato il progetto di rilancio del calcio a Perugia ? Ora che il Comune ha preso precisi impegni sullo stadio il gioco è scoperto e si attendono risposte, da tutti. In primo luogo dalla società di Faroni che se non farà da traino impedirà l’avanzamento di qualsiasi dinamica positiva, ma poi anche da parte degli imprenditori che sono realmente interessati ad investire sul Perugia e sullo stadio, che garantisce opportunità significative sia nella realizzazione strutturale che nell’utilizzo di spazi commerciali certo ridotti rispetto al disegno di Arena Curi, ma pur sempre significativi ed abbondanti in un contesto economico e urbanistico equilibrato e sostenibile. C’è un esempio non molto lontano dal Curi che può aiutarci a vedere la strada da percorrere: la SIR Perugia Volley, che è oggi una realtà tra le prime a livello internazionale, ha uno stuolo record di sponsor locali, un grande pubblico, uno stadio bello ed efficiente, una risorsa sportiva, economica e di immagine per Perugia e per l’Umbria. Tutto è nato da un progetto chiaro ed ambizioso di Gino Sirci, perseguito con determinazione, accompagnato da tanti imprenditori umbri e da un impegno concreto, economicamente ed urbanisticamente sostenibile, delle istituzioni locali. Auspichiamo anche per il Grifo e per il Curi un percorso simile, anche se fosse meno ambizioso, ma perseguito con trasparenza e con entusiasmo e determinazione che sono la base di ogni successo.
Passaggi Magazine, resterà vigile e in attesa degli sviluppi di questa vicenda importante per tutta la città. Abbiamo fiducia in tutti i protagonisti, ma è doveroso dire a questa data che solo l’Amministrazione Comunale ha dato indirizzi e risposte precise. E’ già qualcosa di serio rispetto a prima, ma purtroppo non è tutto, ed è ora che gli altri protagonisti si facciano avanti con più impegno. Abbiamo paura che il torrido giugno di questi tempi sia troppo lontano e che questa distanza rischi di surriscaldare gli animi e le idee.