di Francesco Venturini*
Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio 2022, con l’inizio delle operazioni militari in Ucraina da parte dell’esercito della Russia, l’Europa è stata risucchiata indirettamente nella spirale della guerra e di una economia di emergenza, una condizione non nota da un quarto di secolo, ovvero dalla guerra in Kosovo ed il bombardamento della Serbia da parte della Nato nel 1999.
I riflessi reali sull’economia italiana, e dell’Umbria in particolare, della guerra russo-ucraina sono evidenti, anche se non facili da quantificare. Secondo una stima preliminare (Signorelli et al. 2022), il conflitto dovrebbe alleggerire la fase espansiva dell’economia umbra, in risalita dopo il biennio pandemico, con un fattore di correzione al ribasso del tasso di crescita del PIL regionale dello 0.7%. Il primo effetto per le imprese umbre è stato il blocco dei sistemi dei pagamenti, con l’esclusione della Russia dal sistema swift, e l’incaglio dei crediti commerciali verso i clienti russi. A distanza di qualche giorno, il conflitto ha prodotto i suoi primi effetti significativa sull’economia reale, con la riduzione delle forniture di gas naturale e l’inasprimento della corsa al rialzo dei prezzi dei beni energetici. Questi aspetti sono gli effetti più evidenti e più diffusamente discussi nel dibattito pubblico, ma non sono gli unici.
Semplificando, il conflitto russo-ucraino ha prodotto tre principali effetti sull’economia: (i) ha reso l’approvvigionamento delle risorse necessarie alla produzione, in primis quelle energetiche, particolarmente difficile; (ii) ha determinato la chiusura di rilevanti mercati di sbocco come quello russo; (iii) ha indotto le imprese a rivedere i propri piani di investimento a causa dell’incertezza economica generata del protrarsi del conflitto.
Il presente articolo ambisce a rappresentare, dati alla mano, i settori dell’economia umbra maggiormente esposti alla crisi militare russo-ucraina, puntando il focus sugli effetti che il conflitto produrrà sull’interscambio commerciale, ovvero l’acquisto di fattori produttivi e la vendita di beni e servizi da e verso queste importanti economie dell’Europa orientale. La nostra analisi utilizza i dati dell’ultimo quinquennio (2017-2021), sull’ import e l’export dell’Umbria verso le due regioni in guerra (fonte dati: Coweb ISTAT). Deliberatamente, il presente lavoro non cerca di quantificare l’effetto della guerra sui piani di investimento delle imprese umbre, i cui effetti sull’economia reale si produrranno a distanza di tempo. Infatti, per le imprese maggiormente esposte commercialmente al conflitto, il perdurare della crisi rischia seriamente di far slittare sine die l’acquisto di beni di investimento e attività di innovazione, con un effetto deleterio sulle capacità di queste imprese di competere e crescere negli anni a venire.
Bilancia commerciale
Come primo passo, è importante capire la rilevanza di Russia e Ucraina sull’interscambio commerciale dell’Umbria. Al riguardo la Figura 1 mostra l’andamento della quota di questi due paesi sul totale del valore delle esportazioni e delle importazioni della regione. Nel 2021, la Russia rappresentava il 2.66% del totale dell’export umbro, in crescita (relativa) rispetto all’ 1.90% del 2017. Il peso della Russia sull’import è molto più modesto, ben al di sotto del mezzo punto percentuale, un dato che è rimasto uniforme nel tempo. In termine di valori, l’interscambio con l’Ucraina appare speculare, in ragione del fatto che l’export verso tale paese corrisponde allo 0.5% del totale delle vendite estere delle imprese umbre; le importazioni, invece, oscillano tra il 2.8% al 0.7%.
Composizione export e import da e per Russia e Ucraina
Il secondo aspetto degno di nota riguarda la composizione delle esportazioni e delle importazioni verso e da Russia e Ucraina (Figura 2). Nell’intero periodo, l’Abbigliamento emerge come principale componente dell’export verso la Russia (34% del totale), seguito da Prodotti agricoli (11%), Prodotti oleari (9%) e Maglieria (8%). La struttura dell’export verso l’Ucraina non è difforme, ad eccezione della Pasta-carta, carta e cartone, che assorbe il 19% del valore dell’export verso questo paese, poco dietro l’Abbigliamento (21%). Gli acquisti dall’Ucraina sono dominato dai prodotti siderurgici (80%).
Incidenza di Russia e Ucraina sull’interscambio commerciale
Il terzo elemento distintivo dell’interscambio commerciale riguarda il peso che Russia e Ucraina hanno su export ed import della regione, distinta per categoria di produzione (Figura 3). La Russia conta per il 10% sul totale delle vendite all’estero dell’Abbigliamento tradizionale e in pelliccia, seguito da Gioielleria, Prodotti per l’alimentazione degli animali e i Supporti magnetici ottici (6%). L’incidenza dell’Ucraina sull’export regionale è più contenuta; di rilievo, è il peso di Pasta-carta, carta e cartone (6% delle vendite estere totali umbre), Filati di fibre tessili (5%) e Prodotti della fusione della ghisa e dell’acciaio (4%). Se guardiamo all’import, è possibile osservare che Russia ed Ucraina hanno lo stesso peso (5%) sulle importazioni di Prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio.
Focus su Turismo
Ultimo spunto di riflessione riguarda turismo, settore trainante dell’economia regionale. Sulla base delle Statistiche sul Turismo fornite dalla Regione Umbria, nel 2021 gli arrivi dall’Ucraina sono stati 1.371, per un totale di 4.999 giorni di presenza (numero medio di giorni di presenza 3,65). Dalla Russia, invece, gli arrivi sono stati 1.745 e le presenze 4.846 (numero medio di presenze 2,78). Questi paesi rappresentano l’1,21% di tutti gli arrivi di turisti stranieri. Rispetto al 2019 (ultimo anno pre-pandemico) il calo degli arrivi da queste due aree, prese nel loro complesso, è stato rilevante sia in termini assoluti (-165 e -170%) che in relazione alle presenze straniere nella regione (da 1,83 a 1,21). Il protrarsi del conflitto rischia molto probabilmente di far volatizzare per intero questo flusso turistico.
* Docente di Crescita e Competitività Internazionale Dipartimento di Economia – Università di Perugia
Riferimenti bibliografici
Signorelli M., Faloci E., Socci C., Stefano Deriu (2022) “L’impatto economico della crisi
Ucraina nella regione Umbria” Agenzia Umbria Ricerche, Maggio 2022