di Sud
Dopo più di trent’anni di oblio, nel 2023 è stato ristampato un libro di Paolo Vita-Finzi. Uno scrittore (e soprattutto un personaggio) che meriterebbe tutt’altra attenzione. Ragazzo del ’99 nella Prima Guerra, amico di Gramsci e Gobetti, giornalista nel “Mondo” di Amendola e nella “Critica sociale” di Turati, esule a Buenos Aires nel 1938 per le leggi razziali, poi diplomatico fino agli anni ’70, con incarichi prestigiosi di ambasciatore e negoziatore.
Fin dal 1925 aveva cominciato a pubblicare su riviste alcune parodie di scrittori italiani del suo tempo. Nel 1927 l’editore Formiggini ne fa un volumetto che intitola Antologia apocrifa. Il libro ha successo e le parodie si moltiplicano, come le edizioni, sempre accresciute fino all’ultima uscìta da Bompiani nel 1978. Deformato nella caricatura (sempre fine e arguta), emerge dai libri di Vita-Finzi più di mezzo secolo di cultura italiana.
I “classici” D’Annunzio, Pascoli, Gozzano, Pirandello, Ungaretti, Montale, Moravia, Buzzati, critici come Papini e Cecchi, filosofi come Croce e Gentile. A quest’ultimo Vita-Finzi dedicò la caricatura più feroce: due vere pagine (si scoprì poi) del Sistema di logica, criticate per essere eccessive e di troppo facile artificiosità. La parodia di Curzio Malaparte è un misto di Kaputt (si intitola Kúppet, il vammoriammazzato milanese), e de La pelle.
La scena ricorda quella del pranzo del generale Cork, ma invece di crema di carote e pasticcio di maiale vengono servite una Judenblutsuppe mit Partisanen e un capitalista allo spiedo. Un esemplare rarissimo proveniente dallo Zoo di Mosca, «un bel maschio adulto, di pelame folto, con le caratteristiche zanne e il panciotto bianco…lo si fa rosolare sulla graticola a fuoco lento…la catena d’oro e le ghette si usano per ornamento o contorno».