Nelle sue passeggiate per Perugia Fabio Maria Ciuiffini ha raggiunto il Teatro delle Marionette o meglio ancora di Figura. C’è una bella sala spettacoli e un museo. Un percorso affascinante, le parole che lo descrivono sono accompagnate da bellissime foto
di Fabio Maria Ciuffini
Nella mia passeggiata all’Archivio di Stato ho scoperto qualcosa per me di assolutamente nuovo. E sì che credevo di conoscere a fondo Perugia! Di che si tratta?
Affacciato ad una finestra dell’Archivio mi era stato indicato il lungo tetto che vedete in basso nella foto. – E’ il Teatro dei burattini – e mi spiegano che sì – ah, non lo sapeva? – c’è lì sotto un vero teatro dove si danno spettacoli di marionette e c’è pure un museo. La cosa mi ha subito incuriosito. Consultando il web ho trovato Teatro di Figura – tieffeu – Perugia, ed ho pensato subito che quella dovesse essere la meta della mia prossima passeggiata. Questa che vi racconto oggi.
Raggiungere il Teatro è facile. Si passa da via Ripa di Meana, dove ci sono ampi parcheggi e lo si raggiunge poi facilmente passando dall’arena Borgo Bello di via del Cortone. Intanto ve ne do la posizione in questa vista dall’alto .
Notate l’asse di Corso Cavour, antica Via Regale per Roma. La freccia indica l’edificio dove è il teatro di figura, immediatamente a Valle del complesso di S. Domenico. Immagine Bing.
Per me però non è stato affatto facile trovarlo il Teatro. Mi era stato detto di raggiungerlo passando per via Cavour e lì effettivamente c’è una via alternativa per raggiungerlo. Ve la descrivo comunque perché pur essendo un percorso molto più tortuoso mi ha permesso di scoprire angoli di Perugia tanto nascosti quanto interessanti, come sempre accade quando si rinuncia all’auto e si sceglie di muoversi con le proprie gambe. Infatti se imboccate Corso Cavour a piedi dai Tre Archi noterete finalmente che il Corso è leggermente sinuoso forse a seguire una antica curva di livello e potrete notare, al di là della teoria di auto parcheggiate, stradette vicoli ed anfratti. Qualcuno molto particolare: alla vostra destra troverete un arco che porta a via Fiorenzuola, tutta nascosta e segreta che prosegue quasi di soppiatto restando parallela al Corso. La percorrevano quatti quatti quelli che avendo debiti con i negozianti, artigiani o abitanti disposti lungo l’antica Via regale per Roma, non volevano farsi vedere. Da cui il proverbiale “Prendi la Fiorenzuola?” per dire di qualcuno che vuole celare qualcosa. Ma noi proseguiamo, visto che non abbiamo nulla da nascondere, superiamo Piazza Giordano Bruno e troviamo uno slargo che è l’imbocco di Via del Castellano (Ricordate? Il Castellare?). Un’altra curiosità: se fosse stato attuato il piano regolatore del 1933, quando andavano di moda gli “sventramenti” da lì potreste vedere in tutta la sua imponenza la basilica di S. Domenico.
Ecco come sarebbe stato Corso Cavour in corrispondenza di Via del Castellano, via che sarebbe diventata una piazza demolendo gli edifici che fronteggiano la Basilica. Tratto da una illustrazione del Piano Regolatore di Perugia del 1933. La vera del pozzo è quello ancora oggi esistente. Imboccata via del Castellano la freccia indica dove si deve girare per trovare la piazzetta. Tratto da La Città immaginata: Utopie e progetti architettonici inizio novecento a Perugia. Mostra Vivi il Borgo
Il Teatro di Figura sta in una piazzetta nascosta il cui accesso è una diramazione di Via del Castellano appena dopo lo slargo dove accanto ad un’osteria vi è l’antica vera di un pozzo. Bisogna girare a sinistra e poi subito a destra. Lo stretto accesso alla piazzetta si vede appena. Lo noti solo se sai che c’è! Un pezzo di città nascosto in pieno Centro Storico e pieno di meravigliose sorprese. Una mappa per orientarsi meglio. I due accessi da Via del Cortone o dalla piazzetta.
Vi troneggiano i poderosi contrafforti posteriori della Basilica di S. Domenico, un capolavoro di architettura medievale.
Contrafforti del transetto e dell’Abside di S. Domenico
Dalla piazzetta potrete anche vedere la colossale vetrata dell’abside, la seconda in Italia per grandezza dopo quella del Duomo di Milano.
E dal lato opposto all’abside, poi, c’è il palazzetto dell’Inquisitore. Ma andate pure tranquilli. Si sono dissolti da almeno due secoli gli echi di confessioni estorte con la tortura ed antiche condanne ….
La grande vetrata della Basilica
Inoltrandovi nella piazzetta potreste vedere un maestoso portone in legno intagliato con una grande cornice in pietra (da cui sembra si entrasse nella sala delle abiure) ma nessuna traccia ancora di Teatri di Figura.
L’edificio è in corso di restauro. Intanto non si potrebbe liberare questo magnifico portone scolpito da quell’ammasso di fili?
Il modesto portone da cui si accede al Teatro di Figura
Solo se vi affacciate ad un altro ben più modesto e malandato portone con accanto finalmente una locandina, scoprirete con sorpresa una lunga scalinata coperta da una volta. E in fondo a quella c’è il lungo edificio del Teatro di Figura. Finalmente! Mi ci trovo davanti ora dopo la lunga esplorazione che vi ho narrato. Ma valeva la pena di farla. Provateci anche voi. Per l’occasione mi accoglie anche una mimosa in pieno fiore … Grazie!
Ed anche Ada Mirabassi, signora del luogo, che gestisce ed anima la creazione di suo Padre, Mario Mirabassi, da 40 anni animatore del Teatro di Figura di Perugia – il “tieffeu” – ormai uno dei più noti Teatri di Figura d’Italia. Ada Mirabassi insieme all’attore e regista Giancarlo Vulpes porta avanti i progetti della compagnia e grazie anche alla collaborazione di altri giovani attori dà nuova linfa a questo teatro d’arte, che non è solo tradizione ma si rinnova nel tempo
Le foto tranne quelle di repertorio tieffeu sono di Luciana Ciuffini
Ed infatti Ada mi fa scoprire tutto un mondo che mi sono perso fin qui e faccio atto di contrizione … Ma non è mai troppo tardi. E invito voi, pochi o molti che siate, che come me non avete saputo del Teatro di Figura a venire qui a colmare quella che penso sia una lacuna culturale. Cominciamo la visita guidato da Ada. Mi si apre davanti quello che si presenta in tutto e per tutto come un normale teatro. C’è il sipario di ingresso, quello di boccascena e ovviamente le poltrone: 98.
Foto tieffeu
Solo guardando dal lato del palcoscenico si scopre una sua peculiarità. Le poltrone sono di diversi colori e si capisce immediatamente che questo è un teatro per fiabe e bambini. Ma non posso evitare di notare e farvi notare la stupenda struttura lignea di copertura. Capriate in legno, con tanto di puntoni, saette, catena e “monaco”, quel trave di legno in verticale dove con molta fantasia nel medioevo si vedeva un frate ben dritto e incappucciato.
Un ambiente suggestivo in tutto e per tutto simile ad un teatro convenzionale. Quando si alzerà il sipario gli attori, pardon le marionette, sembreranno vive! E quando si avvertirà l’emozione nell’osservare quei volti immobili eppure espressivi, subentra un fascino diverso. E si sente il valore di un arte antica che si rinnova oggi con grazia e forza insieme. Potrebbero essere automi e, di fatto, il teatro di figura include anche gli automi tra i suoi protagonisti, ma anche ombre, burattini, marionette. Ma non sono automi. Queste sono marionette. Un tempo mosse coi fili, oggi con un’altra tecnica.
Foto tieffeu
Gli attori, quelli umani, che nella tecnica tradizionale manovravano i fili dal “ponte di manovra” situato sopra il palcoscenico, agiscono ora su di esso, vestiti di nero contro il nero del fondale. Sono solo ombre che si muovono nell’oscurità. Presenze evanescenti che spostano e manovrano con ingegnosi dispositivi le marionette, su cui si concentra tutta la luce e l’attenzione. E’ la tecnica del “teatro da tavolo”.
Ma ce n’è un’altra ancora. Quella in cui attori manovrano le figure da dorso dotato di ingegnosi congegni.
I congegni che animano le marionette
Il pubblico che affolla il Teatro di Figura ride, batte le mani, si agita, condivide l’emozione della scena. Non solo i ragazzi o i bambini, ma anche gli adulti. Forse ancora di più. Loro sanno che si tratta di un gioco, ma avvertono l’arte sottile che lo rende vivo. Un’illusione perfetta ed insieme un’intrigante magia! È in questa commistione di umano e artificio che sta l’incanto dello spettacolo. Ma dove finisce la mano del marionettista e dove inizia l’anima della marionetta?
Sarà per questo che, nei secoli scorsi, quando il teatro vero con attori in carne e ossa era la forma di intrattenimento dominante, il teatro di figura non solo coesistette con esso ma ne condivise il prestigio e l’ammirazione del pubblico. Si ricordano ancora celebri maestri burattinai e marionettisti, coloro che con ingegno e maestria diedero voce e anima a legno e stoffa, creando spettacoli di straordinaria potenza evocativa.
L’edificio che contiene il Teatro – di proprietà del Comune di Perugia – nasce come scuderia, annessa alla caserma che del 51° Reggimento Cacciatori delle Alpi che occupò il convento dei domenicani dopo il 1860, poi fu cinema parrocchiale e negli anni ’70 fu il laboratorio di un burattinaio polacco: Roman Ukleja. Una coincidenza? O c’è una storia? Chissà!
Mario Mirabassi. Fotogramma tratto dal video https://www.youtube.com/watch?v=wUdmylKXIYs
Comunque l’eredità del burattinaio viene raccolta da Mario Mirabassi nei lontani anni ’70 ed ancora illumina il palcoscenico di sempre nuove visioni e meraviglie. Egli intuisce le potenzialità del teatro di figura, scrive sceneggiature per dar vita a mondi immaginari, ma deve anche costruire le sue marionette e scopre una vocazione che diventa una missione, condivisa prima con la moglie Lorenza (abilissima costumista delle marionette) e poi con la figlia Ada. Artigiano, scrittore, sceneggiatore, regista, marionettista, produttore, Mirabassi è un artista poliedrico. Insieme alla moglie ed alla figlia, crea centinaia di figure (500?) di cui 400 oggi esposte al MuMa, Museo delle Marionette, adiacente al Teatro. Ognuna diversa dall’altra con la sua individualità ed il suo carattere, scolpita con cura, fatta di legno e stoffa, sorretta da scheletri di ferro o di legno. Tutte creature di teatro! Che prenderanno vita con gesti studiati grazie alla loro ingegnosa meccanica. E ci sono anche marionette scolpite in un blocco di gommapiuma, una tecnica nuova che si presta alle più svariate rappresentazioni di umani ed animali.
Ada Mirabassi mostra una sirena in gommapiuma in lavorazione nel laboratorio annesso al Teatro ed al MuMa. Foto tieffeu
Ed ecco il MuMa. Ve ne do qui una panoramica e, alla fine di questo articolo, una galleria di figure in dettaglio. Non perdetela.
Panoramica del MuMa
Ada ci completa poi la terminologia del Teatro di figura. Oltre le marionette esistono i “burattini”. Quelli a “guanto” che vengono agiti all’interno della “baracca” da uno o più manipolatori. Uno spettacolo di strada. Ricordo da bambino il Teatro dei Burattini al Pincio …
La “baracca al Pincio
E poi il teatro delle Ombre ed infine il Teatro di Oggetti, in cui potrai assistere magari al dialogo tra un tostapane ed una bistecchiera. Che si diranno?
In ogni caso è la fisicità e la presenza dal vivo delle figure che rende questi spettacoli unici. Ma anche l’artigianalità e la commistione tra umano ed artificio.
Ci saranno in futuro figure in 3D che si muoveranno su di uno schermo olografico? Soppianteranno il teatro di figura? Credo di no. E sarà con lo stesso meccanismo percettivo per cui si preferisce una vecchia madia al suo equivalente che puoi trovare all’IKEA.
Il Teatro di Figura potrà varcare la soglia della fiaba ed attingere a quello della satira? In passato lo ha fatto e due figure che mi pare di riconoscere suggeriscono che potrà farlo ancora. Di che parleranno? Di esenzione dei dazi sui Rossi lombardi o della conquista del Canada e della Groenlandia?
Chissà che qualcuno non voglia cimentarsi con una sceneggiatura satirica sulle loro prodezze. Sempre che non sia stato già fatto. In Italia e in Europa esistono molte compagnie itineranti, “di giro”, che si spostano nei vari Teatri di Figura e, a sua volta, la compagnia tieffeu presenta spettacoli d’eccellenza in altri Teatri d’Italia. Comunque facendo rivivere una tradizione che fin dal Medioevo ha fatto di marionette e burattini i narratori di fiabe ma anche strumenti di satira contro il potere politico e religioso. E che ha continuato poi rallegrando bambini ed adulti ma anche sfidando la censura.
Mentre leggete questo articolo la compagnia tieffeu è in tournée e gli auguro meritati successi.
Se questo articolo vi ha incuriosito potrete sapere di più circa gli spettacoli, i percorsi animati, i programmi per le scuole consultando il sito info@tieffeu.com
Ed ora se avete ancora tempo ecco una galleria delle figure del MuMa.
Galleria del MuMa