di Ilaria Borletti Buitoni
Qualche tempo fa Filippo Buitoni ed io siamo andati a San Sisto all’Archivio Buitoni Perugina: lo scopo della visita era di destinare alcuni documenti relativi alla storia delle industrie Buitoni Perugina che avrebbero potuto arricchire quello straordinario patrimonio archivistico così utile alla conoscenza della storia industriale del gruppo e della imprenditoria umbra.
Dentro quello che resta dello stabilimento Perugina, accanto al Museo del cioccolato è conservato ora l’intero archivio storico Buitoni Perugina.
Notificato come Bene Culturale nel 1993 dal ministero della Cultura, l’archivio comprende, in buona parte già catalogati, un numero straordinario di documenti, atti pubblici, lettere, fotografie, manifesti, locandine e stampa che raccontano in modo dettagliato la storia fin dalle sue origini, di un’importante realtà industriale della regione che rappresenta, insieme a quello delle acciaierie di Terni, un racconto unico della storia imprenditoriale umbra.
Nato grazie a un concorso del ministero della Cultura nel 1972 si è arricchito negli anni di molte nuove acquisizioni e donazioni ed è a disposizione degli studiosi che vogliano accedervi con un permesso della Soprintendenza archivistica.
Questo archivio, oltre a permettere la ricostruzione dettagliata di una storia, ne coglie l’anima, la genialità che ha accompagnato l’intuizione di imprenditori coraggiosi e lungimiranti, racconta le difficoltà che hanno portato l’avvio di una fase di decadenza che infine ha visto uscire dalle imprese la famiglia fondatrice e ad essa subentrare una multinazionale quale la Nestlé.
Come sempre gli archivi per vivere hanno bisogno di essere mantenuti e curati e grazie allo sforzo di alcune competenti e appassionate dipendenti che in alcuni casi hanno vissuto una parte di quella storia e nonostante le grandi carenze dovute alla mancanza di investimenti, oggi l’archivio, è ben conservato.
Proprio pensando al passato, al senso della memoria è importante guardare al futuro e chiedersi che cosa potrebbe avvenire di questo archivio un giorno se la proprietà decidesse di cedere quell’immobile, o di rendere definitivo il proprio disimpegno dall’Umbria, come già è avvenuto per produzioni in particolare legate al marchio Buitoni.
Quello che garantirebbe all’Archivio Buitoni Perugina non solo di veder completata l’opera di catalogazione così sapientemente iniziata e a un certo punto trascurata per mancanza di investimenti, e di rimanere punto di riferimento per la storia della città e della regione sarebbe un coinvolgimento maggiore dello Stato. In che forma? Perché non un trasferimento presso l’archivio di Stato? Un’idea, un suggerimento che chissà mai possa essere accolto in un momento come quello che stiamo vivendo nel quale la corsa verso il domani sembra offuscare la necessità di conservare la memoria di quello che eravamo. Non bisognerebbe mai dimenticare che, attraverso la conoscenza del passato, si può costruire un futuro migliore.