di Porzia Corradi
La campagna elettorale per Palazzo dei Priori è partita a razzo. Le due giovani donne che sono in pole position – Margherita Scoccia e Vittoria Ferdinandi – hanno cominciato a segnare i primi punti. Per la candidata del centrodestra questo è stato il week end dell’affondo. Sono arrivati i rinforzi romani con tanto di pacchi dono. A Bastia i regali di una Presidente del Consiglio in grande spolvero. Con l’ormai completo pantalone d’ordinanza, Giorgia Meloni ha riversato sulla regione più di 200milioni, di cui una parte (una sessantina di milioni) sono un cofinanziamento regionale. Per Perugia ci saranno fondi per il superdiscusso Metrobus, per la Rocca Paolina e per il Turreno.
Già si sapeva quasi tutto, questi soldi provengono infatti in larga parte dal Pnrr. Per quanto riguarda la Rocca del Sangallo a ridargli vita ci pensò all’inizio degli anni Ottanta lo straordinario progetto delle scale mobili.
Vedremo che cosa vi aggiungerà la nuova amministrazione. Il cinema teatro Turreno invece è questione sulla quale la giunta Romizi si è baloccata per 7-8 anni. Speriamo che venga fuori qualcosa di più concreto.
Mentre a Bastia, Meloni prometteva milioni a piene mani, al centro di Perugia era all’opera Sangiuliano: i complimenti e le promesse non sono mancate. Miracoli della campagna elettorale, un ministro dei Beni Culturali è finalmente tornato a Perugia. Da una ventina d’anni non se ne vedeva più uno. Anche se l’ultimo Franceschini di soldi ne ha inviati parecchi. Con parte di questi Il capoluogo umbro è riuscito nell’exploit di rilanciare Perugino. In un passato non lontanissimo veniva considerato importante come maestro di Raffaello, ma le sue opere spesso erano guardate con distacco e snobismo: un artista ripetitivo e un po’ noioso. Ci voleva la mano santa di Marco Pierini per farlo ridiventare una star internazionale: dove lo esponi, ora c’è la fila.
Senza aver in mano le leve del potere, Vittoria Ferdinandi ha imbracciato quelle delle piazza: gran folla al suo esordio al Capitini e poi partecipazione al corteo perugino dell’8 marzo. Peccato che da tempo non ci fosse una festa delle donne più contestata e divisiva. Uccisioni, stupri, aggressioni non sono tutti uguali. Ci sono quelli doc e quelli che si preferisce dimenticare. Non è inutile ricordare che le femministe di “Non una di meno” hanno subito parecchie e giuste critiche perché hanno piegato l’8 marzo ad una mobilitazione anti israeliana. Una ragazza che a Firenze voleva ricordare le terribili violenze del 7 ottobre contro le donne ebree da parte di Hamas, è stata cacciata senza tanti complimenti dal corteo. Per non dire dei silenzi su quanto accade in Iran e in Afganistan. Quanto alle ucraine violentate, torturate e uccise, su di loro solo qualche accenno di circostanza. E potremmo proseguire.
A Perugia per fortuna non sono accaduti episodi di esclusione e di incredibile faziosità, ma Vittoria Ferdinandi, oltre a qualche generico riferimento dovrà dire come la pensa su parecchi argomenti che riguardano le donne. Non può non destare qualche interrogativo uno degli slogan che campeggiava fra gli striscioni dell’8 marzo: “Contro il merito e il patriarcato un sciopero maleducato”. Contro il merito? Siamo tornati al peggio del ’68? E anche la storia del patriarcato è quanto meno discutibile. Perché se il termine viene usato come sinonimo di maschilista, ovviamente coglie nel vero, ma se corrisponde al suo significato più autentico – e cioè quello di una società fondata sul potere del padre – allora basta leggere i migliori psicologi e sociologi per capire che è proprio la figura del padre quella che sta diventando sempre più evanescente. Con tutti i problemi che ciò comporta.
Le due giovani candidate, dopo la fase dei pacchi dono e del risveglio delle antiche passioni, dovranno spiegarci il loro programma: cosa faranno di Perugia, qualora vincessero. Dovranno dirci le loro proposte. E ce le dovranno dire anche gli altri candidati: fra questi ad esempio Massimo Monni che, dopo aver fatto un patto elettorale coi socialisti, dovrebbe riuscire a fare un’alleanza anche con Italia Viva.
Ci vorrà un po’ di pazienza, ma alla fine potremo discutere concretamente sulla Perugia del futuro. E allora la politica diventerà meno spettacolare e chiassosa, ma più interessante.