di Ruggero Ranieri
Poche osservazioni saranno sufficienti per indicare chiaramente quanto importante sia per la città di Perugia la questione del turismo e quanto lavoro occorre per promuoverlo e favorirne la crescita. Gli ultimi anni hanno chiarito, se ce ne fosse stato bisogno, la centralità del turismo per lo sviluppo locale, in particolare per la città di Perugia. Prima gli effetti del terremoto, poi la crisi del Covid19 hanno evidenziato quanto l’assenza di turismo rischi di portare un colpo mortale alla nostra economia. E’ cresciuta la sensibilità su questo tema a livello di opinione pubblica, di operatori del settore, in parte anche dei media. E’ mancata, però, clamorosamente una adeguata sensibilità da parte dei nostri amministratori, in particolare dal Comune di Perugia.
Basti citare qualche esempio: La questione di una adeguata riforma della segnaletica, più volte promessa ma mai realizzata; L’incapacità e forse la non volontà di trovare una sede opportuna per lo IAT, oggi relegato agli Arconi in uno spazio residuale della nuova biblioteca pubblica; La disastrosa situazione in cui versa la Stazione di Fontivegge, prima stazione di accoglienza della città, una delle poche stazioni italiane a non avere neppure un ascensore per l’accesso alle passarelle; L’incapacità della amministrazione uscente di proporre alcuna soluzione alla creazione di un biglietto unico permanente per visitare i vari monumenti e musei della città, anche qui relegando Perugia agli ultimi posti delle città d’arte italiane; L’assenza di una qualsiasi politica di comunicazione e di promozione della città di Perugia. Assenza continuata anche in presenza di una commemorazione importante come quella del Perugino.
A queste gravi carenze e inefficienze hanno rimediato in parte altri soggetti. È indubbio, infatti, che la Regione Umbria abbia promosso in modo efficace e originale l’Umbria come meta turistica (con risultati positivi). Il Ministero della Cultura ha incoraggiato una serie di iniziative per i 500 anni della morte del Perugino che per qualità e quantità stanno contrassegnando la crescita del turismo culturale in Umbria. Vale, per il momento, soprattutto il caso della Mostra della GNU a Perugia ma altre mostre apriranno e rimarranno aperte durante la stagione turistica estiva del 2023.
Importanti grandi eventi spingono il motore del turismo a Perugia, a partire da Umbria Jazz, dal Festival Internazionale del Giornalismo e da molti altri. Gli operatori privati del settore, in campo museale, ricettivo e degli eventi creativi hanno mostrato resilienza e iniziativa contribuendo a colmare il deficit di politica pubblica. Un programma per il rilancio della città non può prescindere dalla questione del turismo culturale. Perugia è insieme un capoluogo e una grande città d’arte: può delegare tutto il capitolo valorizzazione alla Regione o allo Stato? Le proposte che l’Amministrazione ha messo in campo hanno avuto al massimo un significato minore. In questo senso lo stesso PNRR pare essere un’altra occasione persa.
Occorre perciò un profondo ripensamento, che si basi intanto su una presa di coscienza dell’importanza culturale di Perugia nel panorama nazionale e internazionale. A questa va fatta seguire una seria analisi dei flussi e delle presenze sul territorio comunale (una analisi di marketing mai effettivamente svolta). Inoltre è importante che una nuova classe dirigente si convinca che il turismo non sia un capitolo separato né tantomeno un capitolo da relegare fra le questioni secondarie. Deve invece avere importanza centrale e deve essere preso in considerazione trattando altri capitoli della vita cittadina, dai trasporti alle iniziative culturali, all’organizzazione dei servizi urbani alla partecipazione di soggetti del terzo settore nelle politiche pubbliche.