di Eleonora Cecconi
Nelle giornate di giovedì 13 e venerdì 14 novembre, presso Palazzo Sorbello, a Perugia, si è svolto il convegno dal titolo “Il servizio da tavola in Italia tra XVIII e XIX secolo”, pensato e realizzato da Ruggero Ranieri, Oliva Rucellai e Elisabetta dal Carlo e promosso dalla Fondazione Ranieri di Sorbello in occasione della mostra temporanea esposta a Palazzo Sorbello A tavola nel Settecento, dai palazzi alle osterie.
Un appuntamento che ha riunito storici dell’arte, ricercatori, esperte ed esperti di arti decorative e che ha offerto un viaggio affascinante dalle regioni del nord Italia a quelle del sud nell’universo del “mangiare” come fatto sociale, simbolico e politico. Due secoli di trasformazioni – dalla formalità delle corti aristocratiche ai nuovi modelli della borghesia urbana fino all’uso in contesti più popolari – sono stati riletti attraverso oggetti, rituali e norme di comportamento che, pur apparentemente marginali, hanno raccontato molto dell’identità collettiva del Paese.
L’introduzione della fabbricazione della porcellana in Europa agli inizi del Settecento – insieme alla diffusione di bevande esotiche come tè, caffè e cioccolata e all’abitudine di consumare alimenti ghiacciati – ha profondamente trasformato le tipologie, le forme e persino i rituali d’uso del vasellame, soprattutto presso le élite. Piatti, tazze, servizi da tè e contenitori specifici divennero non solo strumenti di consumo, ma simboli di status, veicoli di mode internazionali e indicatori di nuove sensibilità sociali.
Nonostante ciò, la ricerca ceramologica italiana dei secoli XVIII e XIX si è spesso concentrata più sulla ricostruzione delle storie manifatturiere – la nascita dei centri produttivi, le evoluzioni stilistiche, l’attribuzione dei manufatti – che sull’indagine delle fonti utili a comprendere l’uso effettivo delle ceramiche e le eventuali peculiarità italiane rispetto ad altri paesi europei. Il convegno nasce proprio con l’obiettivo di colmare questo divario, promuovendo un confronto interdisciplinare tra storici dell’arte, archivisti, studiosi e studiose della cultura materiale.
Nel corso delle due giornate sono stati presentati interventi dedicati a temi nodali: l’evoluzione del concetto di “servizio da tavola” e dei suoi componenti; la cronologia del passaggio dall’apparecchiatura “alla francese” a quella “alla russa”; l’uso differenziato di servizi in ceramica per bevande diverse; le modalità di acquisto, commissione e personalizzazione degli oggetti per la tavola; la presenza di decori araldici, monogrammi e stemmi come elementi identitari; fino alle questioni legate alla musealizzazione e all’allestimento contemporaneo dei servizi storici.
Particolare attenzione è stata riservata alle testimonianze documentarie e materiali relative a servizi di provenienza nota, in parte o totalmente documentata. Sono stati portati contributi basati su opere conservate non solo in musei o residenze storiche, ma anche in collezioni private, spesso non accessibili al pubblico, con un occhio di riguardo per i manufatti custoditi nelle case museo italiane e per quelli direttamente legati alla storia di un luogo o di una specifica committenza.
Tra porcellane, maioliche, terraglie e rituali domestici, l’Italia del Sette e Ottocento rivela un microcosmo complesso, in cui oggetti e gesti quotidiani diventano fonte preziosa per comprendere l’identità di un’epoca.
Interessante quanto emerso relativamente ai focus sulle collezioni umbre e perugine:
Giulio Busti (Conservatore del Museo Regionale della ceramica di Deruta) ha illustrato le maioliche settecentesche da tavola conservate presso il museo di Deruta mettendo in evidenza che, mentre il museo è ricchissimo di collezioni di epoca rinascimentale, ve ne sono di meno di epoca settecentesca essendo stato il periodo di declino delle fabbriche di Deruta, nonostante ciò, Busti ha potuto mostrare dei bellissimi esemplari ben conservati.
Clara Menganna (Ricercatrice indipendente) e Luca Pesante (Curatore Reparto per le Arti Decorative Musei Vaticani) invece hanno raccontato dell’ampio tavolo, allestito per il banchetto nuziale in occasione del matrimonio tra Alessandro Baglioni e Caterina Oddi, capace di contenere una grande varietà di porcellane da quelle olandesi, a quelle giapponesi, cinesi, di Sassonia e fiorentine. È molto probabile che questo banchetto venne allestito nell’elegante giardino della Villa del Colle del Cardinale situata nella loc. Colle Umberto alle pendici del Monte Tezio.
La sezione perugina viene arricchita dalla visita guidata tenuta dalla dott.ssa Oliva Rucellai (Conservatrice della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia) alla mostra “A tavola nel Settecento. Dai palazzi alle osterie”, curata dalla Fondazione Ranieri di Sorbello e allestita negli ambienti dell’Antica biblioteca di Palazzo Sorbello (aperto al pubblico tutti i giorni). I servizi da tavola esposti, testimonianza di un collezionismo raffinato che si riflette anche sulle abitudini e sulla convivialità dell’aristocrazia dell’epoca, giungevano in Europa dall’estremo oriente, ad impreziosire le tavole dei nobili, imbandite secondo la moda del tempo. Ai due poli geografici della nascita e diffusione della porcellana, la Cina e l’Europa, si collegano i due eleganti ed imponenti servizi esposti ovvero quello in porcellana cinese dell’epoca del periodo Qianlong (1735-1796), decorato con lo stemma della famiglia Bourbon di Sorbello, e il servizio Ginori (che conta più di 400 elementi), realizzato alla fine del Settecento presso l’omonima manifattura, dietro precise indicazioni di Ugolino Bourbon di Sorbello, cultore delle arti e accanito collezionista di porcellane.
Nella giornata del 13 novembre, dopo i saluti di Ruggero Ranieri curatore del convegno nonché Presidente della Fondazione Ranieri di Sorbello ETS, ha moderato la prima sessione del pomeriggio Andreina d’Agliano, storica delle arti decorative, autrice e curatrice di mostre del settore ceramico. Prima ospite di questa sessione Raffaella Ausenda (storica dell’arte ceramica) che ha presentato una relazione dal titolo Forme in maiolica fina di moda sulle tavole di Milano nella seconda metà del Settecento parlando di come questo tipo di maiolica ebbe un grande successo a Milano nei primi del Settecento, a seguire Farida Simonetti (già direttrice della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Genova) ha parlato delle porcellane d’Europa per la tavola dei marchesi Spinola. Poi è stata la volta di Donatella Ventura (Conservatrice delle collezioni del Museo della Ceramica di Savona) che ha illustrato l’evoluzione dei servizi da tavola in Liguria passando in rassegna tavole borghesi e tavole popolari.
A seguire l’intervento di Elisabetta dal Carlo, una delle curatrici del convegno nonché Conservatrice Senior presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, la quale ha illustrato come anche la famiglia dei Querini Stampalia, una delle più antiche casate della Repubblica, subì il fascino dell’oro bianco del Settecento, in particolare Alvise, il quale volle arricchire il palazzo di famiglia con un servizio francese rivolgendosi a Sèvres invece che alle produzioni locali.
Ha chiuso la prima sessione Carmen Ravanelli Guidotti (Conservatrice Onoraria presso il Museo Internazionale delle ceramiche di Faenza), parlando delle maioliche di Faenza e porcellane di Venezia per la tavola del Vescovo di Modena.
La seconda giornata è stata presieduta nella sessione mattutina da Francesco Federico Mancini, ospiti della mattina Valentina Mazzotti (Conservatrice del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza) la quale ha parlato del servizio “da impagliata” e degli esemplari della Fabbrica Ferniani di Faenza. A seguire è intervenuta Oliva Rucellai, (già citata per la mostra di Palazzo Sorbello e curatrice del convegno, nonché Capo Conservatrice della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia), la quale ha parlato anche dei servizi da tavola Ginori e Richard-Ginori di Palazzo d’Arco a Mantova.
Ha chiuso la sessione mattutina Fernando Filipponi (PhD, Chargé de recherche, Dèpartement des Objets d’art presso il Museo di Louvre) parlando del ruolo dei servizi da tavola nell’ambito del cenacolo culturale che si costruisce nella Roma di primo Settecento attorno all’Accademia dell’Arcadia.
La sessione pomeridiana ha visto la partecipazione, in veste di moderatore, di Stefano Papetti (Curatore delle collezioni Comunali di Ascoli Piceno e del Museo dell’Arte della ceramica), ospiti di quest’ultima sessione alcune ceramiche della Basilicata e della Sicilia. Nello specifico Patrizia Piscitello (Funzionario storico dell’arte, curatrice della collezione di porcellane europee del Museo della Ceramica Duca di Martina nella Villa Floridiana di Napoli) ha parlato della riscoperta di Ercolano e Pompei e delle nuove considerazioni sul Servizio Ercolanese. Mentre Alessandra Zaccagnini (Supporto Ales S.p.A. Divisione curatoriale Museo Real Bosco di Capodimonte) ha illustrato il suo studio sul servizio da tavola decorato “all’etrusca” del Museo Duca di Martina. A seguire Maria Rosaria Sansone (Divisione curatoriale del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli) ha parlato del servito “a collezione d’uccelli” per la tavola del re conservato nelle collezioni del Museo di Capodimonte di Napoli.
Ha chiuso il convegno Massimiliano Marafon Pecoraro (storico dell’arte) con il desco del principe: un servizio da tavola in Sicilia nel XVIII secolo.
Prossimo passo la realizzazione degli atti del Convegno per raccogliere e fare tesoro di quanto studiato e riportato durante queste due intense giornate svoltesi a Palazzo Sorbello nel pieno centro storico di Perugia.







