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di Gabriella Mecucci

E’ stato movimentato il primo incontro del centrosinistra con Stefania Proietti per proporle di essere la candidata alla presidenza della Regione. La sindaca di Assisi, nonché presidente della Provincia di Perugia, è partita con un no che sembrava impossibile superare. Poi, lentamente, bersagliata dagli argomenti degli alleati, è addivenuta a più miti consigli. E la risposta finale è stata interlocutoria. Ha promesso che ci penserà ancora, che rifletterà. Per il momento però il sì non sembra vicino. Il risultato strappato dalla coalizione è stato uno striminzito ni. Nulla di più. La motivazione più forte della sindaca è quella di continuare a governare Assisi in tutto il periodo dei centenari francescani che terminano nel 2026, ottocentesimo anniversario della morte del santo e anno di scadenza del suo mandato. Un periodo questo in cui la città serafica sarà sempre più una capitale della cristianità riconosciuta in tutto il mondo. Un ruolo molto caro a Proietti che le dà una dimensione internazionale e che la emoziona in quanto cattolica.
La candidatura alla presidenza della Regione non è stata dunque accettata in prima battuta, ma le pressioni continueranno e diventeranno ancora più intense. In effetti il Pd non può non vedere che la sindaca-presidente è l’esponente politico che più di ogni altro ha le carte in regola per vincere. Sarebbe infatti sponsorizzata da una coalizione di partiti, di movimenti e di civici amplissima, un campo più largo di quello che ha sostenuto Vittoria Ferdinandi. E un fronte ancora più esteso di sostenitori si creerebbe nella società civile, a partire dalla Chiesa umbra. E non solo. Proietti avrebbe persino la benedizione papale. Difficile per lei dire un no. C’è chi vorrebbe arrivare alla scelta definitiva entro luglio. Ma dovrà battere le resistenze che nella prima riunione sono apparse forti e radicate.
Intanto, dopo il primo incontro con la sindaca di Assisi, conclusosi nell’incertezza, cominciano a tornare in ballo le altre possibili candidature del centrosinistra. Persino Sinistra e Verdi hanno avanzato la propria: si tratta di Elisabetta Piccolotti. E’ bastata la parola per entusiasmare il centrodestra che vedrebbe così rafforzate le proprie possibilità di vincere, dopo che il voto di Perugia aveva portato allo scoperto la debolezza della coalizione. Ma la vera alternativa a Proietti potrebbe essere Maurizio Oliviero, rettore dell’Università di Perugia, sponsorizzato da Brunello Cucinelli ma con meno appeal elettorale della sindaca di Assisi.
Il centrodestra, dopo la sconfitta nei due capoluoghi di provincia e il pareggio di Foligno, ha accusato il colpo. Le sconfitte potrebbero paradossalmente favorire Tesei. Romizi che era un suo possibile concorrente ha preso una sberla a Perugia dalla quale non riesce a riprendersi. Se ne sta chiuso in casa e ha persino evitato di dare le consegne a Ferdinandi. Un’assenza notata, anche perchè tradisce il suo stile di persona accogliente e di buone maniere. Quanto alla neosindaca ha azzeccato l’operazione Pierini così come quella Sartore. Se la formazione della giunta era il primo esame, si può dire che l’ha superato. A seguire ci saranno una valanga di nomine. E cominciano a girare i primi nomi. Per Stefano Mazzoni ci dovrebbe essere un ritorno a Umbria Jazz, mentre si parla anche di un possibile ruolo per Massimo Monni. Questa è una seconda prova. La terza riguarderà i contenuti: le cose più complicate vanno impostate subito quando ancora c’è la “luna di miele” con i cittadini che in genere però non dura molto.