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di Gabriella Mecucci

Dopo più di un mese di attesa, alla fine Stefania Proietti ha accettato la candidatura alla Presidenza della Regione Umbria che gli era stata offerta dal campo extra large (dai Cinque Stelle al Pd, dai gauchiste doc a Renzi, sino ad Azione e a chi a Perugia ha sostenuto la candidatura di massimo Monni). Ha tenuto tutti sulla corda, ha imposto i suoi tempi, ma alla fine ha scelto per il sì. Chi è questa donna tanto popolare e tanto abile da tenere nelle sue mani i cordoni della politica umbra? Due sono le grandi passioni che la definiscono eticamente e culturalmente: è cattolicissima ed è un’ambientalista senza se e senza ma.

LA PROIETTEIDE E LA PIERINEIDE: POEMI SUL POTERE E SUL PROVINCIALISMO

Quarantanove anni ben portati, minuta, lineamenti regolari, gentile: l’aspetto di Stefania Proietti, sindaca di Assisi e Presidente della Provincia di Perugia, non fa certo pensare ad una personalità tosta, a una iron lady come in realtà è. La sua candidatura alla presidenza della Regione per il centrosinistra ne rende credibile e addirittura probabile la vittoria. Circolano già indiscrezioni su un sondaggio che le assegnerebbe nientemeno che il 60 per cento. Ma queste sono solo voci a cui va dato il peso che meritano. Aldilà delle percentuali trionfali, appare chiaro però che il suo punto di partenza è sicuramente migliore di quello di Vittoria Ferdinandi almeno per due motivi: innanzitutto non c’è partito, movimento o lista civica di una vasta area politica che non abbia già dichiarato la propria volontà di appoggiarla; e poi perché la sindaca da sempre riesce a compiere tutte le mission impossible a cui viene chiamata. Lo fece nel 2016 quando riuscì a strappare la città serafica al centrodestra che la governava da più di venti anni. Assisi inoltre, a partire dal dopoguerra, era sempre stata la “perla bianca”, immersa nel mare dell’Umbria rossa. Dopo quattro anni da primo cittadino, Proietti venne riconfermata con il 60 per cento dei consensi diventando l’esponente civica più votata (le due liste che l’appoggiarono raggiunsero il 27 per cento). E nel 2021, infine, conquistò la Provincia di Perugia quando nessuno ci sperava. Questi inaspettati successi politici aprirono la strada ad altre vittorie del centrosinistra e al ruolo decisivo del civismo che lei ha rappresentato con inflessibile coerenza.
Non c’è nessuno in Umbria e nemmeno a Roma che non avesse capito che candidare Proietti fosse la mossa giusta. Per mesi e mesi è diventata oggetto di un corteggiamento pressante che, con la calura di luglio, si è trasformato in una sorta di assedio. Ma lei ha tenuto tutti sulla corda. Ha ottenuto ben tre rinvii a suon di Ni. Ha spiegato che ha problemi di famiglia, che voleva sapere chi sceglieranno come candidato a succedergli, che ama molto Assisi e che avrebbe voluto governarla sino a scadenza. La durata del suo mandato le consentirebbe di portare a termine tutti i centenari francescani, compreso quello della morte del santo nel 2026. La città serafica è una capitale del Cristianesimo e ha una notevole rilevanza internazionale. Se vai a New York ne conoscono bene l’esistenza, mentre pochi sanno di Perugia e dell’Umbria. E da quando un Papa ha deciso di chiamarsi Francesco e di visitarla per ben cinque volte, questa fama si è moltiplicata. Si comprende perciò che Proietti stenti a lasciarla e, ancor più si capiscono i suoi amletici dubbi, se si tiene conto che la sindaca è molto legata anche emotivamente alla figura del poverello.
Ma quali sono le radici di questa donna che ha sempre vinto le sue sfide? Cosa ha fatto e come ha vissuto i suoi primi 49 anni? Stefania Proietti viene dalla periferia: nasce infatti in una piccola frazione – Costa di Trex – immersa nelle colline accanto al Subasio. Proveniente da una famiglia religiosa, sin da giovane fa la catechista nella parrocchia del suo paese, attività che prosegue anche dopo essere diventata sindaco. Studia ingegneria meccanica a Perugia e si laurea con una tesi sulla sostenibilità. La difesa dell’ambiente diventa la seconda grande passione della sua vita. Diventa ricercatrice universitaria e poi docente associato, ruolo che ricopre tutt’ora presso l’Università Marconi di Roma: non ha mai voluto infatti andare in aspettativa. Contemporaneamente alla docenza si impegna anche in progetti europei e partecipa a numerose conferenze internazionali sulla green economy, da sostenitrice qual è della economia circolare. Ha dichiarato in un’intervista: “La difesa dell’ambiente, del creato e il mio essere cristiana non sono due cose separate, ma l’una mi lega profondamente all’altra”. E infatti sulla sua scrivania da sindaca c’è poggiata la “Laudato si..”, l’enciclica “verde” di Papa Francesco. E fra Stefania e il Pontefice, grazie alle visite di quest’ultimo ad Assisi, è nata un’ intensa comunicazione.
Come amministratrice ha una serie di buoni risultati al suo attivo. Su tutti la straordinaria visibilità internazionale di Assisi e il notevole aumento dei turisti: nel 2023 in città ne sono arrivati un milione e mezzo, un quarto di quelli dell’intera Umbria. Per non dire degli ottimi rapporti coi frati francescani e con l’intera gerarchia cattolica, a partire dal vescovo Domenico Sorrentino. E’ sposata con un imprenditore e ha due figli: uno di 15 e l’altro di 10 anni.
Adesso questa iron lady di provincia si lancia nella sua impresa più difficile: strappare al centrodestra una Regione da questo conquistata trionfalmente cinque anni fa. Una Regione che è stata lungamente di sinistra, di una sinistra però che aveva matrici culturali profondamente diverse da quelle di Stefania Proietti. Lei, dopo un mese da thrilling, ha finalmente accettato la sfida. Può farcela anche questa volta