di Porzia Corradi
Ombre scure si allungano sul congresso regionale del Pd. Il candidato di “Casa Democratica”, Emanuele Trappolino parla di “ineleggibilità” dell’altro contendente, e cioè di Sandro Pasquali . La ragione va ricercata nel rinvio a giudizio per truffa di quest’ultimo in relazione ai contributi previdenziali per lui versati da parte del gruppo consigliare del Pd di Palazzo Cesaroni dopo la sua assunzione. Il gip aveva disposto il proscioglimento, ma il Procuratore Raffaele Cantone ha presentato ricorso e la Corte d’Appello gli ha dato ragione, fissando la prima udienza del processo per il 3 giugno del 2026.
Sandro Pasquali si è sempre dichiarato innocente e lo è sino a prova contraria, ma la sua posizione di candidato alla segreteria sta diventando difficile sia sul piano statutario che su quello politico. Tantochè Trappolino fa appello “alla sua sensibilità e alla responsabilità degli organi del partito” per risolvere la delicata questione. Dietro queste parole c’è la richiesta di un passo indietro da parte di Pasquali? O ci sarà qualche intervento del partito a livello regionale, o della direzione nazionale? O il Pd preferirà glissare?
Trappolino vorrebbe che il congresso andasse avanti, ma è difficile comprendere se questa strada sia ancora percorribile. Pasquali, appoggiato dal segretario uscente Tommaso Bori, sembrava all’inizio in grado di vincere a man bassa, ma la situazione si è per lui molto complicata. E quella che appariva una sorta di marcia trionfale, è diventata piena di inciampi, anche sul terreno squisitamente elettorale. Aldilà del possibile passo indietro e aldilà delle eventuali scelte degli organi dirigenti del suo partito, Trappolino non è lo sconfitto designato che non supererà un risicato 30 per cento dei voti. Come informa la sua nota stampa, infatti, la lista “Casa Democratica” ha già raggiunto il 40 per cento dei consensi, ed è in crescita. Sta vincendo inoltre in realtà importanti come Terni, Spoleto e Città di Castello.
Dall’interno del Pd non trapela niente: tutti abbottonatissimi, ma non può non regnare l’imbarazzo e la ricerca affannosa di una via d’uscita che consenta ai democratici di uscire da questa strettoia politica..