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di Gabriella Mecucci
Foto ©Fabrizio Troccoli

Che il clima sia cambiato non c’è ombra del dubbio, ma come è cambiato? Dove di più e dove di meno?  E si possono fare previsioni per il futuro? La temperatura e le precipitazioni condizionano la qualità della vita, il turismo, l’agricoltura, la produzione di energia e quindi interessa a tutti capire cosa è accaduto nel passato più lontano, in quello recente e cosa possiamo attenderci in futuro. Ne parliamo con Fabio Pauselli, studioso del clima di Umbria Meteo.

Il riscaldamento c’è, ma di che entità è in Italia e in Umbria?

“In Italia a partire dal dopoguerra le temperature sono salite di un grado e mezzo. Negli ultimi 5 anni si è verificata un’importante accelerazione. Per la verità il record è ancora detenuto dall’annata 2003. Ma, a seguire, sul podio si piazzano il 2022 e il 2024, mentre quest’anno, sin qui, è andata meglio. In giugno la temperatura è cresciuta molto, oltre i due gradi, ma in luglio e agosto invece è aumentata di pochi decimi: circa lo 0,7 in più.  I raffronti vengono fatti con la media del trentennio che va dal 1991 al 2020”.

La regione ha avuto un aumento delle temperatura sopra o sotto la media nazionale?

“Ha un andamento simile: gli anni super caldi sono stati gli stessi, ma la temperatura è stata un po’ aldisotto della media nazionale. Da questo punto di vista godiamo di un piccolo privilegio rispetto ad altre regioni.

Perché?

“Semplice, ci favorisce la lontananza dal mare. L’acqua infatti si scalda dopo la terra, ma si raffredda più lentamente. Questo fenomeno rende un po’ più caldi i territori costieri rispetto a quelli interni. La temperatura del Mediterraneo in anni recenti è salita provocando una ricaduta sul clima delle zone limitrofe. L’Umbria non ne risente perché non toccata dal mare. La differenza è piccola ma c’è”.

E nella zona del Trasimeno non ha un peso sul clima il riscaldamento delle acque?

“Molto parzialmente sì. Le terre immediatamente intorno e la prima fila di colline sono leggermente più calde. Ma il lago è poca cosa rispetto al mare. La verità è che tutte le zone dell’Umbria hanno avuto un’accelerazione del caldo simile, leggermente inferiore – come dicevo – alla media nazionale”.

E l’andamento delle precipitazioni come è cambiato?

“La quantità sostanzialmente non è mutata. Ci sono sempre stati anni più siccitosi e altri meno, ma  i valori nell’ultimo trentennio sono stabili. Sono invece mutate sia la frequenza che l’intensità e la pericolosità delle precipitazioni. Sono diminuiti i giorni in cui piove: prima erano fra i 65 e i 70, ora sono fra i sette e i dieci di meno. Il che significa che piove più forte con tutte le conseguenze che questo comporta. Ci sono un maggior numero di temporali e di vere e proprie alluvioni. L’Umbria per fortuna ne è meno colpita di altre regioni. Più si riscalda l’atmosfera e più ne avvengono. Questa infatti col calore si espande e cresce il tasso di umidità dando origine a fenomeni intensi, spesso con grandine di grandi dimensioni”.

E la neve?

“In Umbria cade ormai molto raramente. In Valnerina e sui Sibillini si è alzata di 250-300 metri la quota dove nevica, che ora sfiora i 1500 metri. Un andamento questo che ha provocato la cancellazione di alcune stazioni sciistiche e privato l’agricoltura di un aiuto importante. La neve infatti consente un lento assorbimento dell’acqua da parte della terra, nutrendo il suolo nel modo migliore”.

Che cosa prevede per il futuro del clima in Umbria?  

Quest’anno è andata un po’ meglio anche perché sul record di calore del 2022 e del 2024 avevano avuto un peso El Ninos e l’esplosione nel Pacifico del vulcano sottomarino Hunga Tonga. Penso e spero che anche nel futuro prossimo l’andamento sia più vicino a quello del 2025 che a quello del 2003, del 2022 e del 2024. Il riscaldamento del pianeta comunque è in atto e, anche se l’aumento delle temperatura avesse un’accelerazione minore, continuerà”.

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