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di Antonella Valoroso

Nel cuore dell’Italia centrale, tra i dolci pendii dell’Umbria e della Toscana, prende vita un ambizioso progetto di valorizzazione culturale che ridà voce a un patrimonio artistico straordinario. “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana” non è semplicemente un itinerario turistico supportato da un moderno portale web (https://www.rinascimentovaltiberinavaldichiana.it), ma un racconto vivo che si snoda attraverso quattro borghi da scoprire o riscoprire: Sansepolcro, Castiglion Fiorentino, Citerna e Monterchi.
Attraverso un percorso di appena 40 chilometri si può compiere un vero e proprio viaggio nel tempo, dove ogni pietra, ogni affresco, ogni scultura racconta la straordinaria stagione del Rinascimento italiano. Un progetto sostenuto dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e promosso dai quattro comuni che hanno unito forze e fondi per restituire dignità e visibilità a quei centri “minori” che, in realtà, custodiscono alcuni dei più preziosi tesori artistici del nostro paese.
Il viaggio inizia a Sansepolcro, terra natale di Piero della Francesca, uno dei più grandi artisti del Rinascimento. Qui, nel Museo Civico, è possibile ammirare opere uniche come il celebre polittico della “Madonna della Misericordia” e “La Resurrezione”, capolavori che hanno ridefinito il concetto stesso di arte rinascimentale.
A pochi chilometri, a Monterchi, è conservata la straordinaria “Madonna del Parto”, altro capolavoro di Piero della Francesca. Un’opera che racconta la maternità con una naturalezza e una regalità che ancora oggi lasciano stupefatti i visitatori. L’affresco, risalente alla metà del Quattrocento, è esposto in un museo dedicato, dove supporti digitali aiutano a comprendere la complessità tecnica e artistica dell’opera.
Castiglion Fiorentino è la tappa successiva di questo affascinante itinerario. Qui, nella Pinacoteca Comunale, si possono ammirare opere di Bartolomeo della Gatta, come le “Stimmate di San Francesco”, insieme a dipinti di Taddeo Gaddi, Giovanni di Paolo e Jacopo del Sellaio.
A Citerna, infine, una scoperta recente ha restituito al mondo un tesoro inestimabile: una Madonna con Bambino in terracotta policroma, attribuita a Donatello e risalente al 1415-1420. Ritrovata casualmente nel 2001 nella sacrestia della Chiesa di San Francesco, l’opera che oggi si ammira è il risultato di un accurato restauro durato ben sette anni.
Quella della Madonna di Citerna è sicuramente una delle più affascinanti e sorprendenti scoperte nel campo dell’arte degli ultimi anni. Era il 2004 quando fu presentato al pubblico il volume “La Madonna di Citerna, Terracotta inedita di Donatello”, uno studio monografico dedicato alla statua rinvenuta all’interno della Chiesa di San Francesco. Il testo era il risultato di uno studio scientifico condotto da Laura Ciferri, nell’ambito di una ricerca volta a censire i manufatti in terracotta presenti in Umbria nei secoli XV e XVI. Alla pubblicazione contribuirono studiosi del calibro di Alfredo Bellanti, Corrado Fratini e Giancarlo Gentilini che, con i loro studi hanno confermato e avvalorato, attraverso ulteriori confronti e approfondite teorie, sia l’attribuzione a Donatello che la datazione dell’opera, collocandola nel suo periodo giovanile e rendendola quasi unica nel suo genere. Secondo gli esperti, esiste infatti soltanto un’altra Madonna in terracotta realizzata da Donatello, il che rende questo ritrovamento particolarmente significativo nel panorama artistico del Rinascimento italiano.
La “Madonna di Citerna” è un’opera di devozione religiosa destinata a una famiglia patrizia. È una scultura in terracotta policroma a grandezza naturale che misura 114 cm, con una base larga 34 cm e profonda 38 cm, intricata e dettagliata, soprattutto nelle pieghe della veste. La ceramica aveva perso parte del suo colore originale, essendo stata verniciata più volte nel corso dei secoli durante numerosi restauri eseguiti a causa dello sbiadimento dei colori o per andare incontro ai cambiamenti dei gusti artistici. Nel 2010, dopo un accurato restauro presso l’Opificio delle Pietre dure, la colorazione originale è stata riportata alla luce ed è ora possibile ammirarla nella sacrestia della chiesa-museo di San Francesco.
Attraverso il portale “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana” emerge tuttavia non solo un semplice itinerario artistico, ma un progetto che guarda alla cultura come strumento di sviluppo territoriale. Come sottolinea Mario Agnelli, Sindaco di Castiglion Fiorentino, l’obiettivo è «Far scoprire e riscoprire il Rinascimento Italiano in quei centri cosiddetti minori, che minori non sono, favorendo il turismo lento, che punta sui cammini e sull’accoglienza diffusa».
Il progetto prevede una strategia di comunicazione articolata: un portale web bilingue, una campagna fotografica emozionale, un virtual tour aereo per scoprire i quattro borghi. Non più solo conservazione, ma promozione attiva di un patrimonio culturale.
Il viaggio non è solo dentro i musei, ma anche attraverso un territorio dal paesaggio unico. La Valtiberina e la Valdichiana si svelano all’occhio come un anfiteatro naturale, in cui i profili delle colline colline sembrano emergere dagli sfondi di quei capolavori rinascimentali custoditi nelle chiese, nei musei e nelle pievi che punteggiano la valle.
Citerna, con il suo percorso di ronda medievale, offre scorci mozzafiato sulla valle del Tevere. Sansepolcro, crocevia di quattro regioni, si erge come un balcone naturale. Castiglion Fiorentino, con il suo loggiato Vasariano, apre prospettive su vallate protette da colline terrazzate.
Il viaggio non può prescindere dai sapori locali. Una cucina semplice ma autentica, dove il tartufo nero si sposa con tagliatelle fatte a mano, dove la carne di Chianina regna sovrana, dove ogni piatto racconta secoli di tradizione e le eccellenze dell’enogastronomia locale sono il frutto di una storia millenaria: salumi, formaggi, funghi, tartufi, castagne, vini e un olio extravergine d’oliva dal profumo ammaliante.
“Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana” è più di un progetto turistico. È un atto di amore verso un territorio, verso la sua storia, la sua arte, la sua identità. Un percorso che invita a riscoprire bellezze nascoste, a rallentare, a guardare con occhi nuovi.
Come ha dichiarato Enea Paladino, Sindaco di Citerna, «Il Rinascimento ha dato i natali a grandi artisti che hanno portato il loro lavoro e le loro opere proprio nei nostri territori, che oggi sono custodi di tesori preziosi». E a chi gli chiede come ci si sente ad essere l’unico sindaco umbro in un consorzio di comuni toscani, risponde sorridendo «Siamo tutti figli della stessa valle!».