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Anticipiamo l’introduzione al quaderno “Curare la sanità (Tozzuolo editore)”, curato da Passaggi Magazine e dall’associazione Perlumbria. Verrà presentato, insieme ad un secondo istant book sui trasporti lunedì 23, ore 17,15 a Palazzo Donini. Si tratta di due dei più importanti temi al centro del governo delle amministrazioni recentemente elette. Interverranno Stefania Proietti, Vittoria Ferdinandi e Ilaria Borletti Buitoni e alcuni fra gli autori

di Gabriella Mecucci

Curare la sanità è un gioco di parole nemmeno troppo originale, ma  raffigura bene lo stato della sanità italiana e in particolare di quella umbra che hanno contratto nel tempo più di una malattia. Questo quaderno raccoglie gli interventi di alcuni fra i migliori specialisti del settore che operano o hanno operato nella regione allo scopo di fare un’analisi e di elaborare alcune proposte per uscire da una situazione difficile, e avviarsi verso un miglioramento sia nella qualità delle prestazioni che nell’efficienza..

Il nostro quaderno non contiene una sorta di strategia politica unitaria, ma cerca più semplicemente di riaprire un dibattito, al quale in un tempo ormai lontano l’Umbria aveva partecipato con competenza e creatività, e che poi si è andato progressivamente impoverendo. Questo insieme di interventi arriva dopo che la giunta Proietti ha deciso di aprire un percorso di confronto che porterà alla formulazione del nuovo piano sanitario. L’ultima volta – come ricorda Lucio Caporizzi nel suo contributo – che il Consiglio regionale dell’Umbria aveva votato un tale documento di programmazione risale al 2009-2011.  Finalmente la nuova amministrazione riapre la discussione. E’ compito nostro – di una rivista e di un’associazione culturale – cercare, di stimolarla e di farla crescere. Così adempiamo al nostro compito senza la pretesa ovviamente di essere esaustivi. Speriamo anzi che altri partecipino a questo confronto che vorremmo ampio e approfondito. La sintesi e la traduzione in politica e in atti amministrativi spetterà agli amministratori e ai dirigenti.

I primi due saggi del quaderno si concentrano sui numeri riguardanti la spesa sanitaria a livello nazionale e regionale. Sia Luca Ferrucci che Lucio Caporizzi ritengono che la spesa sanitaria sia insufficiente. I dati dei confronti internazionali sono impietosi. In Italia la quota di Pil per la sanità (percentuale riferita al 2022) è del 6,8 per cento, contro il 10,3 della Francia, il 10,9 della Germania, il 9,3 del Regno Unito e il 7,3 della Spagna. E negli anni 2023-2024 lo squilibrio sarebbe ulteriormente aumentato. In questo ambito l’Umbria occupa in quasi tutti gli indicatori la metà classifica. Non sta né con le Regioni virtuose né con quelle peggiori. Ma la sua insufficienza di spesa viene aggravata dal fatto che qui l’invecchiamento della popolazione  è fra i più alti d’Italia: una situazione che provoca una richiesta di prestazioni sanitarie tendenzialmente maggiore. Questa carenza, a cui se ne accompagnano altre più particolari, a partire da quella del personale medico e infermieristico, rende difficile, ad esempio, aggredire il tema delle liste d’attesa dal lato dell’offerta e pone il problema di pensare soluzioni legate al lato della domanda (Caporizzi). L’invecchiamento della popolazione assegna poi un’importanza particolare al tema della cronicità, affrontato in tutti i suoi aspetti, nel saggio di Alunni e Bucaneve. Questo contributo come altri pone il problema della conoscenza dei dati epidemiologici. E propone un investimento “in sistemi informativi sanitari regionali robusti e la rifondazione di un Osservatorio epidemiologico regionale”.

Francesco Menichetti analizza il rapporto fra ricerca e sanità. E, citando Albano Del Favero, scrive: “Un ospedale senza ricerca invecchia in cinque anni”. Aggiunge ancora: “E’ solo attraverso la ricerca clinica applicata (sperimentazioni cliniche controllate) e la ricerca traslazionale (dal laboratorio al letto del paziente) che le conoscenze progrediscono, che si validano o si negano le ipotesi nate in laboratorio, oppure si dimostra se il nuovo trattamento A è migliore del vecchio trattamento B”.

Il tema della ricerca è strettamente legato all’università e in particolare a Medicina. E’  trattato sia da Menichetti che da Maurizio Del Pinto che parla del  “ruolo innovativo” che l’ateneo può avere e sciorina una serie di proposte. Mentre Menichetti suggerisce una “convenzione fra ospedale e università anche per la ricerca”.

Altra questione generale che si pone è quella del rapporto fra pubblico e privato convenzionato. La affronta Francesco Menichetti. Nel 2023 degli “oltre 176 miliardi di spesa complessiva, ben 45 miliardi sono stati rappresentati dalla spesa privata complessiva”. E la componente è in crescita. Nel Lazio  gli acquisti da privato hanno raggiunto il 29,3 per cento e nella Lombardia si attesta sopra il 27 per cento. In Umbria pesa molto meno (nel 2023  ha raggiunto l’11,6) e negli ultimi dieci anni la quota non è percentualmente mutata. Seguono in questo saggio alcune proposte per una “sinergia possibile” fra privato e pubblico.

Affascinante è il contributo di Ildo Nicoletti sull’intelligenza artificiale come “grande alleata” in Medicina, ma lo stato di avanzamento umbro non è certo esaltante per quanto riguarda alcune operazioni basilari. Basti dire della paradossale situazione che vede “i software gestionali diversi e non comunicanti tra i vari ospedali regionali e talora fra i reparti”. I dati di accesso poi al fascicolo sanitario elettronico da parte dei professionisti del settore sono estremamente bassi, ponendo l’Umbria al penultimo posto fra le regioni italiane. Innanzitutto vanno rimosse, quindi, queste basilari condizioni di arretratezza.

Teresa Anna Contisanti, Patrizia Cecchetti e Elisabetta Rossi affrontano il tema della “costruzione di una rete a baricentro territoriale”. E’ questa un’opzione di particolare rilevanza su cui alcune norme nazionali e i finanziamenti del Pnrr puntano per “dare un deciso slancio ai servizi sanitari sul territorio”. Si tratta -secondo le autrici –  di un’ “occasione da non perdere”. Il contributo mette bene in evidenza i punti di particolare lentezza applicativa. Nella nostra regione – la rilevazione è del 2023 – delle 22 Case di Comunità programmate, tanto per fare un esempio, solo due sono attive con tutti i servizi obbligatori e la presenza medica e infermieristica. 

La salute mentale è il tema trattato da Francesco Scotti. E il titolo del suo contributo ne illustra molto bene la tesi di fondo: “Fra un passato glorioso e un futuro incerto”. Si è verificato cioè uno scivolamento verso il basso che porta in alcuni casi ad episodi di psichiatria violenta e di uso eccessivo e indiscriminato dei farmaci. Le ragioni principali di questa situazione sono “la dissociazione fra sanitario e sociale” e “la carenza di opportunità di formazione”. Scotti suggerisce la creazione di un Osservatorio sulle pratiche psichiatriche violente esercitate in Umbria.

Nella parte finale del quaderno ci sono tre saggi che affrontano temi più particolari. Il primo riguarda una realtà territoriale come il Ternano. Un’analisi che fa dire a Riccardo Brugnetta che c’è la necessità di “una nuova programmazione e di nuove strutture”. Il secondo saggio  di Andrea Bernardoni parla del “contributo delle imprese sociali e del Terzo settore alla modernizzazione del welfare umbro” e insiste sul dire non alla sanità privata.. Lamberto Bottini, che scrive il terzo, affronta nel suo “Il perché di una lista col nome di Sanità Pubblica”, le ragioni che hanno fatto peggiorare in Umbria le prestazioni, con particolare riferimento alla “mobilità passiva” che è la “più evidente cartina di tornasole del declino del nostro sistema sanitario”.