di Caterina Bon Valsassina
“L’arte non è benefica per definizione. Un grande capolavoro del passato, presentato in un certo modo, può farci addormentare; presentato in un altro modo, può essere una rivelazione. L’arte diviene utile all’uomo e alla società soltanto se contiene in sé un impulso all’azione” (P. Brook, Il punto in movimento, trad. it. di R. Buitoni e I. Imperiali, Milano, 1988, p.214).
Ecco, Marco Pierini sembra aver messo in pratica l’indicazione del grande regista Peter Brook nella realizzazione del nuovo allestimento della Galleria Nazionale dell’Umbria. E’ stata una rivelazione, per esempio, aver esposto accanto ai quadri la suppellettile religiosa coeva di reliquiari, pastorali, calici, patene, che nel precedente ordinamento erano esposti tutti insieme nella Sala del Tesoro (e che nessuno, salvo qualche specialista, si fermava a guardare). Adesso il percorso espositivo consente al visitatore di vedere il pastorale dipinto nella tavola del primo ventennio del Trecento del Maestro di Paciano con San Ludovico da Tolosa (sala 7) e, non lontano, lo splendido pastorale “reale” in avorio dello stesso periodo. O, ancora, la nuova collocazione nella Sala Maggiore del Crocifisso del Maestro di San Francesco del 1272, sospesa al soffitto con una leggera inclinazione come era stata in origine nella chiesa di san Francesco al Prato da cui proviene: è la prima opera di grande impatto che accoglie il pubblico all’entrata del museo, un capolavoro come “padrone di casa”!
Sempre per non farci addormentare il direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria ha vivificato il percorso espositivo con ulteriori sorprese come, ad esempio, le vetrate coloratissime della Cappella dei Priori, opera dell’artista Vittorio Corsini che ha declinato in un linguaggio contemporaneo le tinte delle vesti dei santi Costanzo e Lorenzo della Pala dei Decemviri del Perugino, un tempo collocata proprio sull’altar maggiore della cappella (oggi ai Musei Vaticani). Con la luce dei pomeriggi estivi i vetri colorati disegnano sul pavimento fasci luminosi rossi, gialli, verdi che possono piacere oppure no, ma certo creano un effetto di straniamento rispetto agli affreschi del Bonfigli sulle pareti che è di per se stesso un impulso all’azione.
Anche i luoghi di sosta, nel nuovo allestimento, sono stati realizzati per rendere attivo il pubblico: il recupero del loggiato “obbliga” a riposare gli occhi, dopo tante tavole dipinte nelle sale precedenti, nello spazio architettonico tardo cinquecentesco dell’Alessi guardando dalle finestre i tetti dei palazzi di Perugia su Corso Vannucci fino alla campagna intorno. Nel lato opposto su via dei Priori un’altra sorpresa è nella sala 19, con il fregio affrescato sotto il soffitto fra il 1545 e il 1548 da Lattanzio Pagani e Arcangelo di Bernabeo detto il Papacello: di proposito non sono stati esposti dipinti sulle pareti di questa sala proprio per consentire ai visitatori di poter guardare soffitto e fregio comodamente sdraiati sulla seduta arancione, come ho visto proporre al Moma di New York, anni fa, per un’installazione di Pipilotti Rist. Tecniche di fruizione dell’arte contemporanea per far apprezzare la pittura tardo-manierista con occhi nuovi.
Sono passati sei mesi dalla riapertura al pubblico della Galleria il 1 luglio 2022, dopo oltre un anno di chiusura per i lavori di ristrutturazione: il bilancio della reazione del pubblico è stato indubbiamente positivo con un incremento di visitatori (58.459) che ha superato del 5% i livelli del 2019 con l’esposizione della Madonna Benois di Leonardo dalle collezioni dell’ Ermitage. Ma non è solo questione di biglietti staccati, una questione “contabile”, è molto di più. La Galleria ha voluto infatti, con un’intensa programmazione di attività culturali, riconquistare non solo il pubblico cittadino, troppo a lungo rimasto orfano del principale museo della città e della regione, ma ha iniziato la conquista di nuovi pubblici.
Dal 30 agosto al 6 ottobre l’iniziativa Tessere, con un titolo che evoca sia le tessere di un mosaico che la tessitura di una tela, ha attivato due giorni alla settimana dalle 19 in poi, con il supporto instancabile di Arianna Bellocchi, un cartellone di concerti, proiezioni, sonorizzazioni, letture, spettacoli e performance con aperitivo e visita guidata al museo, subito prima dell’evento vero e proprio. Un modo per accogliere chi lavora tutto il giorno, ma anche chi per età o gusti o formazione non sarebbe andato in Galleria (come in qualsiasi altro museo) senza l’attrazione di quel “qualcos’altro” che potesse far sentire la visita al museo come un’azione della vita ordinaria, come un “apericena”. E, quindi, rassicurati, poterci poi tornare con la fidanzata, con l’amico, con la famiglia. Su questa linea, colta e trasgressiva allo stesso tempo, è rientrata la presentazione di Maurizio Tarantino del libro di Giuseppe Antonelli, Il Dante di tutti. Un’icona pop (25 novembre 2022) e, soprattutto, L’irriverente GNU, un esperimento social che il 4 dicembre 2022 (era una domenica piovosa e tristissima) ha visto come protagonisti undici irriverenti “influencer”.
La programmazione GNU del 2022 ha sapientemente miscelato questo tipo di manifestazioni – una rete, appunto, lanciata per pescare nuovi pubblici – con iniziative tipiche di una politica museale tradizionale come l’eccellente mostra, curata da Carla Scagliosi, Piranesi nelle collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria (aperta fino all’ 8 gennaio 2023) con incisioni finora conservate in deposito e mai esposte. Rientrano in questo filone la Presentazione del progetto di mostra “Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo”, curata da Marco Pierini e Veruska Picchiarelli con inaugurazione nel marzo 2023, ma anche l’apertura al contemporaneo della Galleria con Nunzio incontra Perugino (aperta fino all’ 8 gennaio 2023), una micro-mostra, nata da un’idea del collezionista Giuseppe Cascetta e seguita per il museo da Marina Bon Valsassina, nella quale due sculture di uno dei maggiori artisti italiani contemporanei dialogano con l’ Annunciazione Ranieri e, per chiudere l’anno in bellezza, la Giornata di studi su Cesare Ripa 1622-2022 Nuove ricerche in occasione del quarto centenario della morte (1 dicembre 2022).
La GNU nel suo primo semestre di vita nuova ha attivato così tanti stimoli e in così tante direzioni diverse da diventare centro propulsore della vita culturale cittadina: il nuovo ordinamento museale, le attività scientifiche e quelle “irriverenti” hanno messo in evidenza come l’arte possa diventare “utile all’uomo e alla società”.
E, infatti, non sono mancati i riconoscimenti nazionali e internazionali: la rivista “Apollo magazine” ha inserito la GNU fra i finalisti del “best re-opening”, insieme alla Bibliothèque Nationale de France, al Muséé de Cluny di Parigi, al National Museum di Oslo, al Museo di Belle arti di Anversa, seguita da “Artslife , “Artribune” e “Il Giornale dell’arte” che l’hanno classificata come il “museo italiano d’eccellenza del 2022”.
La guerra ispirò gli artisti, rari i pacifisti. Ora è un videogioco