di Gabriella Mecucci
Minuta, lineamenti regolari, gentile: l’aspetto di Stefania Proietti, sindaca di Assisi, non fa certo pensare ad una donna tosta come in realtà è. Questa quarantanovenne vivace e accogliente tiene nelle sue mani l’intero sistema politico dell’Umbria. La sua candidatura alla presidenza della Regione per un centrosinistra extra large (dai 5 stelle al Pd, ai gauchiste doc, sino a Renzi e ad Azione) probabilmente ne determinerebbe la vittoria. Circola un sondaggio che la dà nientemeno che al 60 per cento. Ma queste sono solo voci a cui va dato il peso che meritano. Aldilà delle percentuali trionfali, appare chiaro però che il suo punto di partenza è sicuramente migliore di quello di Vittoria Ferdinandi almeno per due motivi: innanzitutto non c’è partito, movimento o lista civica di una vasta area politica che non abbia già dichiarato la propria volontà di appoggiarla; e poi perché la sindaca da sempre riesce a compiere tutte le mission impossible a cui viene chiamata. Lo fece nel 2016 quando riuscì a strappare la città serafica al centrodestra che la governava da più di venti anni. Raggiunse la riconferma con il 60 per cento dei consensi diventando l’esponente civica più votata (le due liste che l’appoggiarono raggiunsero il 27 per cento). E nel 2021, infine, conquistò la Provincia di Perugia quando nessuno ci sperava. Questi inaspettati successi politici aprirono la strada ad altre vittorie del centrosinistra e al ruolo decisivo del civismo.
Non c’è nessuno in Umbria e nemmeno a Roma che non abbia capito che candidare Proietti sia la mossa giusta. Sono mesi e mesi che è oggetto di una corteggiamento pressante che, con la calura di luglio, è diventato una sorta di assedio, anche perché le elezioni dovrebbero tenersi a novembre e quindi la stretta finale è vicina. Ma lei tiene tutti sulla corda dicendo che ci deve riflettere. Ha già ottenuto ben due rinvii a suon di Ni. Sostiene che ha problemi di famiglia, che vuole sapere chi sceglieranno come candidato ad Assisi, che ama molto la sua città e che vorrebbe governarla sino a scadenza: la durata del suo mandato le consentirebbe di portare a termine tutti i centenari francescani, compreso quello della morte del santo nel 2026. La città serafica è una capitale del Cristianesimo e ha una notevole rilevanza internazionale. Se vai a New York ne conoscono bene l’esistenza, mentre pochi sanno di Perugia e dell’Umbria. E da quando un Papa ha deciso di chiamarsi Francesco e di visitarla per ben cinque volte, questa fama si è moltiplicata. Si comprende perciò che Proietti stenti a lasciarla e, ancor più si capiscono i suoi amletici dubbi, se si tiene conto che la sindaca è cattolicissima e molto legata anche emotivamente alla figura del poverello.
Ma chi è davvero questa donna che ha nelle sue mani le chiavi della politica umbra? Cosa ha fatto e come ha vissuto i suoi primi 50 anni? Stefania Proietti arriva dalla periferia: è nata infatti in una piccola frazione – Costa di Trex – immersa nelle colline accanto al Subasio. Proveniente da una famiglia religiosa, sin da giovane fa la catechista nella parrocchia del suo paese, attività che ha proseguito anche dopo essere diventata sindaco. Studia ingegneria meccanica a Perugia e si laurea con una tesi sulla sostenibilità. La difesa dell’ambiente diventa la seconda grande passione della sua vita, tanto è vero che fa una tesi di laurea sulla situazione energetica delle scuole della Provincia di Perugia. Diventa ricercatrice universitaria e poi docente associato, ruolo che ricopre tutt’ora presso l’Università Marconi di Roma: non ha mai voluto infatti andare in aspettativa. Contemporaneamente alla docenza si impegna anche in progetti europei e partecipa a numerose conferenze internazionali sulla green economy, da sostenitrice qual è della economia circolare. Ha dichiarato in un’intervista: “La difesa dell’ambiente, del creato e il mio essere cristiana non sono due cose separate, ma l’una mi lega profondamente all’altra”. E infatti sulla sua scrivania da sindaca c’è poggiata la “Laudato si..”, l’enciclica “verde” di Papa Francesco. E fra Stefania e il Pontefice, grazie alle ben quattro visite di quest’ultimo ad Assisi, è nata una intensa comunicazione. Come amministratrice ha una serie di buoni risultati al suo attivo. Su tutti la straordinaria visibilità internazionale di Assisi e il notevole aumento dei turisti: nel 2023 in città ne sono arrivati un milione e mezzo, un quarto di quelli dell’intera Umbria. Per non dire degli ottimi rapporti coi frati francescani e con l’intera gerarchia, a partire dal vescovo Domenico Sorrentino. E’ sposata con un imprenditore e ha due figli: uno di 15 e l’altro di 10 anni
Ma la scelta di Proietti – entro la prima settimana di agosto sapremo se sarà un sì o un no – regalerà all’Umbria un nuovo primato al femminile: sarebbero due donne a contendersi lo scranno più alto di Palazzo Donini. La candidatura di Tesei infatti sembra ormai quasi certa. Con le elezioni in Liguria e il no del leghista Edoardo Rixi, in questa regione probabilmente il centrodestra dovrà ricorrere ad un civico. E quindi Salvini avrà una ragione in più per rivendicare la presidenza dell’Umbria, visto che non ci sarà più Giovanni Toti, molto vicino al Carroccio, e che Meloni si prenderà il Veneto. Del resto, con Proietti candidata, nessuno ha gran voglia di mettersi al posto di Tesei perché le possibilità di sconfitta non sono poche. Ed è difficile quindi che Paola Agabiti, la sola in grado di competere ad armi pari, decida di accettare un simile rischio.
La scelta della sindaca di Assisi finirebbe col condizionare dunque anche quella dei suoi avversari. E’ lei la donna forte della politica umbra e sarà difficile per lei dire un no, anche se nell’ultima riunione con gli alleati ha fatto una richiesta che non sembra benaugurante: ha chiesto loro di prendere in considerazione anche altre possibili candidature. Una frase che rinfocola il thrilling, ma tutti sono convinti che, alla fine della maratona di pressioni e corteggiamenti, arriverà una risposta simile. Per Stefania una missione difficile, ma non impossibile.