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di Gabriella Mecucci

Dopo ferragosto la politica umbra vivrà una quindicina di giorni di fuoco. Nessuno ne parla ma il 29 settembre ci saranno le elezioni del Consiglio provinciale di Perugia. Intanto potrebbe essere definita la data del voto regionale e finalmente, subito dopo ferragosto, sapremo chi guiderà le due coalizioni.

PROIETTI UNA DONNA “TOSTA” CHE TIENE IN SCACCO LA POLITICA UMBRA

Sin qui la letteratura classica ci aveva regalato l’ Eneide e l’Iliade, ora in Umbria si sta scrivendo la Proietteide che, tiene inchiodata l’intera politica regionale alle gesta della sindaca di Assisi. Certo il poema non contiene messaggi universali nè tocca le altissime vette della letteratura, ma appassiona la provincia. Il 16 agosto arriverà la risposta definitiva: per allora la supercorteggiata Stefania ha convocato gli alleati e dirà un sì o un no. Nella fila della coalizione, dopo un periodo di grande preoccupazione, spira una venticello ottimista. Solo una brezza però e nulla di più. C’è più d’uno nel centrosinistra che sta pensando al piano B, ma mentre Proietti sembra in grado di vincere la battaglia elettorale, non è detto che altri centrerebbero l’obiettivo. Ed è proprio per questo che ha al suo arco parecchie frecce e che è in grado di alzare la posta. Molte sono le ragioni che la legano ad Assisi: alcune davvero serie. Su tutte la volontà di governare l’intero centenario franceascano che nel 2026 regalerà alla città serafica il ruolo di capitale del Ceistianesimo a livello mondiale. La prospettiva affascinerebbe chiunque, figuriamoci una super cattolica come lei. Non a caso, una delle condizioni che pone per guidare il centrosinistra è di dire la sua sulla scelta del futuro candidato sindaco. Se si comprende bene il legame col messaggio del poverello, un po’ meno nobile appare quello col potere locale

Che l’intera politica regionale abbia il suo sguardo fissato su Assisi, è testimoniato anche dall’interesse con cui il centrodestra segue gli umori di Proietti. E’ persino ridicolo il susseguirsi di ipotesi e di anticipazioni che filtrano da quegli ambienti. E non c’è da stupirsi se la scelta della cinquantene sindaca influenzerà anche quella del polo a lei opposto. Certo è che in uno scontro diretto con Tesei, quest’ultima probabilmente soccomberebbe. Ritornano dunque a galla altri nomi: il più gettonato è quello di Paola Agabiti, ma lei sembra parecchio restia a scendere in campo. E allora potrebbe riemergere Andrea Romizi, per tanti anni un volto vincente, che ha perso però forza e smalto dopo la sconfitta a Perugia. Una botta tanto dura che ha convinto il derelitto Andrea Fora a tornare ad occuparsi di Terzo settore. Forza Italia lo ha accolto fra le sue braccia, dandogli il ruolo di responsabile di questo spazio, e chissà che Tajani non gli trovi un buon postp? Una sistemazione del tutto secondaria naturalmente per chi aveva aspirato alla poltrona di presidente della Regione e poi di sindaco di Perugia.

Mentre sono in ballo scadenze tanto importanti in Provincia e in Regione, alcuni perugini – parecchi a leggere facebook – si occupano di questioni di rilevanza risibile. Fra queste ce n’è un ache brilla per provincialismo: la Pierineide. Il fatto cioè che il vicesindaco Marco Pierini sia di Siena. Una polemica da non crederci: nel mondo globale, sarebbe rilevante essere nati ad un centinaio di chilometri di distanza dal luogo dove si amministra. Pensare che Ernesto Nathan e Giulio Carlo Argan, due sindaci di Roma, erano venuti al mondo uno a Londra e l’altro a Torino! Ma il problema non è questo. Nel decennio passato abbiamo avuto due assessori alla Cultura, entrambi figli del capoluogo, e non si può certo dire che abbiano brillato. Pierini che per otto anni ha guidato la Galleria Nazionale – dell’Umbria non della Toscana – ha invece esaltato la cultura del capoluogo. Ha rilanciato il pittore che porta il suo nome, Perugino, rimesso, grazie ad una mostra e ad una ricerca di eccellente qualità, nel pantheon dei grandi artisti rinascimentali. Ha finalmente valorizzato uno dei migliori poeti italiani del Novecento – quel Sandro Penna a cui il capoluogo umbro ha dato I natali e che frettolosamente e colpevolmente aveva accantonato. Per non dire dell’intensa attività di rapporti che Pierini ha costruito con molte delle grandi istituzioni culturali di Perugia: dai gestori dei monumenti della Curia ad Umbria Jazz passando per il Festival del giornalismo. E poi è stato sempre lui a stabilire legami fra la Galleria Nazionale (spledidamente risistemata) e alcuni grandi grandi musei euerpei. Insomma, per anni e anni è sembrato essere il vero assessore alla Cultura, mentre altri si abigheravano con i cortei in costume e i concerti in piazza di Iva Zanicchi e Nec. Con tutto il rispetto anche per queste manifestazioni, non vi sembra che il senese abbia fatto per Perugia più dei perugini? E comunque, prima di giudicarlo, non sarebbe meglio guardare cosa realizzerà come amministratore comunale?
Se passasse la linea che si vuole applicare a Pierini, arriveremmo al paradosso che è difficile candidare uno come Maurizio Oliviero, nientemeno che avellinese. E che ne sarà di Andrea Fora che notoriamente vive in Toscana?