di Giampiero Rasimelli
Ora dobbiamo stringerci tutti intorno al Grifo, credere che possiamo uscire dalla trappola dei play-out, fare tutto ciò che è possibile per evitare lo spettro di una retrocessione che sarebbe un colpo durissimo, non so quanto recuperabile, per il calcio a Perugia. Bisogna lasciar lavorare sereno il nuovo tecnico Cangelosi e sperare che il Direttore Meluso le abbia azzeccate tutte e possa portare in porto, con istinto e professionalità, una stagione negativa con una salvezza essenziale.
IL PERUGIA CALCIO ERA A PEZZI, MA ORA NAVIGA A VISTA SENZA UN PROGETTO
Rileggendo un articolo da me scritto qualche settimana fa su Passaggi Magazine devo prendere atto che le preoccupazioni espresse allora in un ragionamento più ampio sulla società Perugia Calcio erano sottostimate. Dissi: “può accadere ancora di tutto” e purtroppo è accaduto di tutto e di più, una serie di sconfitte incredibili e il materializzarsi della zona play-out. Oggi vorrei dire “nulla è ancora perduto, bisogna battersi e ce la possiamo fare!” ma per far questo ognuno deve fare il suo, a cominciare dai calciatori e dall’allenatore, che debbono crederci per primi, crescere molto ed eliminare la “bambola” mentale degli ultimi minuti. Per continuare poi col Direttore Sportivo che deve tenere la barra dritta, dimenticare i play-off e concentrarsi sulla salvezza a tutti i costi. E poi con la Società, che se c’è deve battere un colpo, dare serenità alla squadra e all’ambiente, prendere atto di quel che ha in mano e dei rischi concreti che si corrono, smetterla con l’arroganza nelle conferenze stampa e dialogare finalmente con la città sul presente e sul futuro, troppo facile nascondersi solo dietro a Meluso, Presidente Faroni !
Una responsabilità particolare, infine, spetta ovviamente ai tifosi, che possono e debbono stringersi intorno alla squadra, far vivere ai giocatori la lotta per la salvezza come fosse la promozione alla serie superiore. Non come quei gruppi di imbecilli senza cervello che hanno attaccato i tifosi lucchesi all’autogrill della A12. Tifosi? No, delinquenti senza giustificazioni che è bene perseguire, perché quando lo sfottò arriva alla guerriglia è altro, è qualcosa che utilizza i colori del Grifo per delinquere.
Forse qualcuno aveva detto al Presidente Faroni che poteva essere un affare e una bella avventura prendere un marchio importante come il Perugia Calcio a basso costo, contando sulle difficoltà di Santopadre, spendendo il meno possibile quest’anno e vedere a giugno 25 che indirizzo dare all’investimento. Ma non era e non è stato così. La società era in condizioni peggiori di quanto preventivato nel negoziato, la squadra era più debole e acciaccata di quanto qualcuno ha evidentemente pensato, l’ambiente era molto più surriscaldato (dalla lunga serie di delusioni) di quanto fosse stato riferito alla nuova proprietà. Ma tant’è Presidente Faroni, oggi le cose stanno così, come concretamente si vedono. E Lei oggi potrebbe dare un contributo fondamentale, prendendo atto della realtà, disegnando una road map concreta per il presente, cioè l’impegno per la salvezza e per il futuro, e cioè: che cosa faremo del Perugia qualsiasi sia il suo destino ? La dichiarazione di un impegno e di una visione intorno ai quali chiamare la squadra e tutta la città. Questo porterebbe una serenità benefica, un contributo di sincerità e un’attenzione positiva intorno al Perugia Calcio che purtroppo manca da tempo e che il Suo avvento alla guida della società aveva fugacemente risvegliato. Ma dopo è stato fatto poco, troppo poco. Non basta nascondersi dietro al blocco del mercato che Meluso sa benissimo poteva essere affrontato per tempo e in diversi modi e non basta nemmeno nascondersi dietro le grane lasciate da Santopadre. Mi rifiuto di credere che Faroni non sapesse quel che comprava e se uno compra tanto per comprare è difficile che da questo nasca qualcosa di buono.
Ma siamo ancora in tempo per dare insieme un senso all’impegno di tutti per la salvezza del Perugia Calcio e del calcio a Perugia. Ovviamente il primo a suonare la tromba della riscossa dovrebbe essere il padrone del vapore. Oggi c’è bisogno di una strategia diversa che guidi le azioni del Perugia Calcio, consapevole della realtà e capace di generare e poi trainare un entusiasmo e una vigoria in campo e fuori che ancora in questi mesi sono rimasti azzerati e che vanno resuscitati per avere una chance. Se si continua a guardare da un’altra parte a non vedere in faccia l’urgenza, in un modo o nell’altro, si finirà per affondare alla deriva come la Motonave Concordia del Capitano Schettino a due passi dall’isola del Giglio.
Deve essere chiaro che questo parlar diretto al Presidente Faroni non è per mancargli di rispetto o per addossargli tutte le responsabilità. Come abbiamo più volte detto, in città c’era piena consapevolezza della difficile situazione del Perugia Calcio, la nuova proprietà è stata ben accolta, e la richiesta di oggi è la speranza che questa nuova proprietà possa effettivamente guidarci verso un futuro più chiaro, con una forza capace di superare anche le difficoltà e gli scenari più impensati. E’ questo patto di fiducia che serve oggi a Perugia e al Perugia Calcio e che può essere la prima pietra su cui costruire un percorso credibile verso la salvezza.