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di Gabriella Mecucci
La candidatura di Stefania Proietti è figlia prima di tutto del mondo cattolico e di quello civico. E lei ne è profondamente consapevole. Nel primo atto della sua campagna elettorale in una gremita sala della Vaccara ha esordito infatti citando il Cantico delle Creature di cui ricorre l’ottavo centenario nel 2025. Ha ricordato come quello che fu l’atto fondante della lingua italiana metta al centro delle nostre radici gli umili, coloro che cercano la pace, e poi la bellezza e l’amore verso il Creato. Il “modello” Assisi – ha detto – parte da qui e si fonda sull’apertura, sulla partecipazione, sulla solidarietà. Ed è questo l’asse centrale del Progetto con il quale Proietti e il campo extralarge sfidano il centrodestra. Tradotto in politica significa massima attenzione alla qualità della vita e alla salute di tutti, ambientalismo senza se e senza ma. L’intera conferenza stampa della neocandidata ricorda il Benedetto Croce del “non possiamo non dirci cristiani”.
ECCO IL RETROSCENA DELLA CANDIDATURA: I TANTI NI E LA PREPARAZIONE DEL PIANO B
La sindaca, vestita di bianco, volto stanco ma sorridente, si è poi soffermata sul suo essere indipendente, sul “non avere tessere di partito”, sull’esperienza civica di Assisi. Non è mancato un riconoscimento al metodo scelto da Vittoria Ferdinandi nel condurre la campagna elettorale a Perugia. Stare cioè fra la gente, visitare tutti i luoghi: dal capoluogo ai borghi più piccoli, dai centri urbani alle campagne. Una gigantesca mobilitazione quella che Proietti vuol mettere in campo e, conoscendo il suo proverbiale dinamismo, c’è da credergli e da compatire chi lavorerà con lei e per lei.
Sì DI PROIETTI AL CENTROSINISTRA. IL DIETRO LE QUINTE DELL’IRON LADY CHE SA VINCERE
Qualche parola è stata spesa anche per spiegare le ragioni della sua “sofferta” scelta si candidarsi. L’argomento più forte e che rinfocolava i dubbi è stato sempre quello di non voler lasciare Assisi. Di restare al governo della città durante il Giubileo e durante i centenari del Cantico (2025) e della morte del santo (2026): un periodo in cui quella che è sempre una capitale del Cristianesimo vedrà ulteriormente rafforzato questo ruolo e la sua visibilità internazionale. E’ stato decisivo per superare le resistenze – ha spiegato Proietti – pensare che il messaggio e i valori contenuti in quegli anniversari è patrimonio di tutta l’Umbria. La sindaca ha poi ringraziato i partiti e movimenti che compongono il “Patto Avanti” per la pazienza e il rispetto che hanno avuto verso il percorso “tortuoso” che l’ha portata alla scelta di scendere in campo. Ed ha ringraziato anche i giornalisti per aver seguito con attenzione e precisione i suoi “tentennamenti”.
Stefania Proietti ha chiuso parlando della speranza di fare dell’Umbria un esempio di unità, di apertura delle forze politiche alle forze migliori del territorio e di partecipazione popolare. Un modello che è “partito da Assisi, che ha vinto a Perugia e che potrebbe pesare anche nella politica romana”.