di Gabriella Mecucci
Tre notti passate al Brufani, un visita agli affreschi appena restaurati di Perugino, una puntata ad Assisi e a Todi, una colazione a Cortona, un incontro coi Buitoni: il viaggio più famoso degli Windsor in Umbria fu quello della Regina madre nel 1992. La moglie scozzese di Re Giorgio apparve sorridente e divertita. Riuscì anche ad inanellare una simpatica gaffe quando chiese di incontrare qualche perugino che parlasse l’etrusco.
Apprezzò l’arte, ma anche il cibo e i gin tonic locali. Promise che sarebbe tornata, ma non lo fece anche se, raccontano, che più volte abbia tentato di inserire fra i suoi appuntamenti un nuovo viaggio in Umbria. Consigliò però a sua figlia Margaret di venire. E la principessa lo fece nel 1994. Arrivò a Perugia, visitò Perugino, si informò sul restauro della Fontana Maggiore e poi continuò a girare per l’Umbria e per la Toscana. E ad assaggiare i gin tonic magnificati dalla madre.
C’è chi racconta che anche Elisabetta abbia fatto una puntata in incognito a San Pietro. Un padre benedettino l’avrebbe vista mentre ammirava quella straordinaria “galleria d’arte” che la grande chiesa contiene: da Guido Reni a Perugino, da Sassofferrato a Guercino a Vasari. E poi c’è la sacrestia con una tela attribuita al giovane Raffaello. Dicono che la sovrana guardasse estasiata. Chissà se sarà rimasta colpita dalla maestosa tela di Vasilacchi, una delle più grandi del mondo (11 metri per 8), che, osservata da lontano, fa intravedere il volto del diavolo? Il “viaggio in Umbria” è stato dunque per gli Windsor un appuntamento ripetuto: sono venuti più volte e non solo per ammirarne le bellezze. Il 3 luglio del 1944 arrivò a Perugia, insieme al generale Alexander, anche Giorgio VI, padre di Elisabetta. Visita questa sicura e documentata, al contrario di quella di Elisabetta. Sua Maestà venne per passare in rassegna le truppe inglesi dopo la liberazione della città. Si fermò per poco tempo, ma lasciò traccia di sé: ci sono infatti le foto e un breve filmato che sarebbero conservate dalla Fondazione Ranieri di Sorbello.
Su consiglio dell’amica Bona Frescobaldi, che l’ospitava nella sua villa in Toscana, anche Carlo III ha visitato l’Umbria per ben due volte. La prima nel 1986, quando a bordo di una berlina nera arrivò ad Assisi per una passeggiata privata che presto però diventò semi pubblica. La gente infatti lo riconobbe e incuriosita lo circondò e lo salutò. In molti chiesero notizie di Diana che quel giorno era rimasta in Toscana. L’allora principe del Galles guardò a lungo gli affreschi della Basilica superiore e quelli dell’Inferiore. Andò a San Rufino e a Santa Chiara. Mangiò sobriamente al Sacro Convento insieme ai Francescani, e fece una breve camminata per la splendida cittadina.
La seconda volta in Umbria di Re Carlo fu a Spoleto. Era il 1992 e fu ospite di Giancarlo Menotti nella splendida casa che guarda piazza del Duomo. Passeggiò per la città insieme al Maestro:andò al teatro Caio Melisso e in Cattedrale. Ma che avesse una vera e propria predilezione per la regione, lo dimostrò anche quando a Firenze visitò il Teatro del Sale (una sorta di ristorante – palcoscenico) e si diresse subito verso lo slow food dell’Umbria. Assaggiò molte verdure e rimase conquistato dalla roveja (piselli di campo) che si produce in Valnerina.
I rapporti con l’Umbria non si esauriscono con i suoi viaggi. Ne ha stretto uno importante con Brunello Cucinelli. Lo stilista collabora infatti ad un progetto di Sua Maestà per la conservazione del paesaggio e dell’artigianato dell’Himalaya. Comune è anche l’impegno per la produzione di tessuti e abbigliamento green. Carlo III infine è stato incoronato – guarda la coincidenza –il 6 maggio, giorno in cui la National Gallery di Londra ha aperto la grande mostra su San Francesco. E non ci sarebbe da sorprendersi se Sua Maestà andasse a visitarla anche perché il suo “amico” Cucinelli si è impegnato a promuoverla.
Il nuovo Re insomma ha da tempo raccolto la tradizione Windsor del viaggio in Umbria. E coltiva i rapporti con la regione, anche grazie a quello straordinario “influenzer” che è il “re del cachemire”. Chissà che, leggendo Lord Byron, non gli venga voglia anche di visitare la Cascata delle Marmore che il grande scrittore inglese descriveva così:
“S’alza e giù cade in perpetua pioggia Nube inesausta e perpetua rugiada che gemina intorno un sempre verde Maggio, un tappeto di smeraldi”.