di Riccardo Brugnetta
Il rinvio al merito concordato dalle parti difronte al Tar dell’Umbria lo scorso 18 novembre avrebbe dovuto lasciare il tempo per gli approfondimenti utili al chiarimento di una vicenda complessa e fortemente divisiva in città, anche a causa di una informazione fortemente orientata.
Così in parte è stato, progressivo abbassamento dei toni, affinamento della strategia processuale amministrativa da parte della Ternana calcio in vista del giudizio di merito del 27 gennaio 2026, conferma della posizione della Regione Umbria che, pur tra dichiarazioni concilianti, considera ancora pregiudiziale il ritiro della determina dirigenziale oggetto di impugnativa.
Il fatto nuovo, che appare destinato a caratterizzare l’evoluzione della vicenda, è stato sicuramente l’entrata in campo dello Studio legale Morcella chiamato alla difesa degli interessi della Ternana calcio. Lo studio, specializzato in diritto penale, con due comunicati densi di contenuti e messaggi ha apportato al dibattito elementi di maggiore chiarezza sugli interessi in gioco, accendendo un faro in particolare sulle dinamiche societarie più recenti, riequilibrando un dibattito tutto incentrato sulla Regione e su Perugia matrigne e sulla ternanità offesa.
Il primo del 21 novembre, con il quale si annuncia l’affidamento all’avv. Morcella del ruolo di coordinamento del collegio difensivo dei propri interessi, si concentra sulla fattibilità del progetto assicurata dalla parte venditrice e dal Comune e sulla certa legittimità del relativo iter amministrativo, fatti messi pesantemente in discussione dal ricorso presentato dalla Regione Umbria.
Premettendo la “inscindibile connessione che lega la realizzazione del progetto stadio-clinica alla sopravvivenza della società Ternana Calcio” e che la famiglia Rizzo “ha già immesso ingenti somme di liquidità nelle casse del club”, il comunicato afferma che la proprietà della Ternana calcio “tramite i propri avvocati assumerà ogni iniziativa utile a tutelare i propri interessi e quelli della società Ternana Calcio in ogni sede opportuna”. e conclude auspicando “comunque, una immediata assunzione di responsabilità da parte delle precedenti gestioni e delle istituzioni” essendo in gioco la stessa sopravvivenza della società.
Di fatto è la costituzione di una autonoma, forte posizione nella complessa vicenda che per la prima volta pone attenzione su alcuni temi assenti dal dibattito: le gestioni societarie precedenti, lo stato attuale della gestione e il percorso che ha portato la famiglia Rizzo all’acquisto della Ternana calcio.
Il secondo comunicato del 28 novembre, dai più letto in risposta ad un intervento del sindaco Bandecchi che poneva il tema del rimborso entro il 16 dicembre da parte della Ternana calcio di due milioni di euro alla Ternana Women, anticipati “per salvare la Ternana e nell’ambito della costruzione della clinica”, specifica i principali contenuti del primo comunicato e interviene su altri aspetti.
Si annuncia il riesame “in radice” delle “attestazioni di una società di revisione sulle cui indicazioni si era spinta al’l’ingresso nella Ternana Calcio” dal cui esito, da comunicare alle precedenti proprietà del club, dipenderà la condotta futura della proprietà. Quindi revisione della revisione.
Dal confronto che ne uscirà con le precedenti proprietà, “dipenderà l’impegno o il disimpegno della famiglia Rizzo, che è entrata con slancio nella iniziativa, ma con intendimenti e con ruolo di irrinunciabile indipendenza”. La stessa “indipendenza”, concetto rimarcato e sicuramente comprensibile ai potenziali destinatari, verrà utilizzata sotto un duplice piano: istituzionale, con il Comune di Terni e la Regione, e sportivo con “la profonda rivisitazione strutturale della società calcistica”.
La nota si conclude affermando “Se l’esito del confronto si risolverà negativamente, la famiglia Rizzo illustrerà pubblicamente le ragioni dell’uscita di scena dal progetto stadio-clinica”.
Come anticipato, i due comunicati hanno il pregio di chiarire i veri interessi in gioco, aldilà delle strumentalizzazioni e della pesante campagna mediatica successive al ricorso presentato dalla Regione Umbria. Un chiarimento che può avere una prima sintesi nel cambio, con un facile calembour, di definizione del progetto, da stadio-clinica a clinica-stadio, dove preminente emerge il prospettato business in sanità, principale motivo dell’impegno della nuova proprietà della Ternana.
Poi si profila ed entra in campo in tutta la sua portata lo stato economico e finanziario della Società sportiva, appesantita da reiterate gestioni in disavanzo, di cui quelle post gestione Bandecchi non ripianate o tenute in equilibrio da proprietà di transito, come quella da poco chiusa, attraverso plusvalenze legate sempre al progetto clinica-stadio.
I comunicati della Ternana Calcio sopra commentati hanno il pregio di riportare il dibattito alla realtà con una funzione catartica chiara delle questioni di diritto, nelle sue varie declinazioni, degli interessi sottesi e dei reali soggetti coinvolti in possibili liti giudiziarie successive. La riflessione è come un progetto così fragile, per complessità e contraddizioni normative, tutto sommato settoriale, gestito in vistoso conflitto di interesse, con i connessi rischi di illegittimità abbia dato luogo ad una narrazione ammaliante e pervasiva che ha stregato una parte della comunità cittadina, facendosi politica, e stia logorando la residua identità regionale.
Capire questo dovrà essere l’obiettivo della politica ternana e regionale da qui alle prossime elezioni per presentarsi con un’idea di regione e di città all’altezza delle aspettative e con proposte limpide, alternative e fattibili.



