Fabio Ciuffini ha scritto un libro di racconti su Perugia e i suoi monumenti. Si intitola “Prodigi a Perugia” ed è un viaggio nel tempo: una fiction che in modo spesso divertito e divertente narra storie vere. Qui sotto ne anticipiamo un pezzo che riguarda la decisione da parte di Paolo III di costruire la Rocca Paolina. Il Papa la comunica al Sangallo, l’architetto che la costruirà.
Il libro di Ciuffini verrà presentato a Perugia il 3 maggio alle 17 negli spazi del cinema Meliés. Alla presentazione sono previsti gli interventi di: Fabio Maria Ciuffini, Attilio Bartoli Langeli, Giuseppe Capaccioni, Vittoria Ferdinandi, Vittoria Garibaldi, Alberto Grohmann, Erminia Irace e Gabriella Mecucci. Conducono il dibattito Elisabetta Rossi e Giampiero Rasimelli.
Foto © Fabrizio Troccoli
di Fabio Maria Ciuffini
… Una scombiccherata famiglia perugina parte dal lontano futuro per un affascinante viaggio nel passato. Purtroppo un guasto o forse un errore li precipita nel pleistocene umbro in un vero e proprio ergastolo verde. Prima perduta ogni speranza, un caso
fortunato gli riconsente poi di ripartire lentamente verso il loro futuro. Ciò gli dà modo di assistere direttamente alle prodigiose trasformazioni geologiche e storiche del territorio umbro e delle sue città e testimoniare degli usi e costumi di Trogloditi, Etruschi e Romani.
Per un ulteriore incidente l’Io narrante resta prigioniero nel Medioevo Perugino della seconda parte del XIII secolo ignaro della sua identità di uomo venuto dal futuro e può testimoniare così dello splendore di quella fase “…. in cui Perugia fece più cose che non si fecero altrove in più secoli – Luigi Bonazzi” e si progettano e si realizzano “I monumenti che oggi caratterizzano nel mondo l’immagine di Perugia (che) sono il meraviglioso risultato di quel periodo – Raffaele Rossi”.
Appassionato di ingegneria idraulica, ritrova l’inopinatamente scomparso Fra Plenerio e ne ripesca il perduto progetto dell’acquedotto di Monte Pacciano che alimenta la Fonte Maggiore. Nasce così il prodigioso acquedotto di Perugia dove, a meravigliare il mondo, “L’acqua va per l’insù! – U. Ranieri di Sorbello”, di cui spiega il funzionamento e la successiva variante del 1322.
Divenuto il factotum del Podestà, contribuisce al progetto del Palazzo dei Priori ed assiste alla realizzazione del Sopramuro. Partecipa alla rivolta del 1375 contro il Monmaggiore, si imbatte nelle malefatte e nelle opere di Braccio Fortebraccio e ritrova infine una sua vecchia conoscenza – la Rocca Paolina…
Riportiamo di seguito il dialogo fra Papa Paolo III e l’architetto Sangallo su come nacque il progetto per costruire a Perugia la fortezza più grande, tanto da superare la Bastiglia. Il dialogo è fiction ma racconta una storia nella sostanza vera, con dati veri sulla Rocca Paolina (1540-1543).
Papa Paolo III parla a Gattapone e Sangallo
[-Santità, c’è qui Sangallo …-Fallo entrare.
Sangallo entra e si prosterna
-Santità, sempre a sua disposizione. A cosa debbo il piacere di vederla?
Papa Paolo gli fa cenno di sedersi e comincia a parlare.
– Antonio, ti abbiamo fatto venire perché, vinta la guerra del sale ci è venuta un’idea, te la spieghiamo, anzi – basta col Plurale Majestatis – te la dico in rima: “ ’Sti Perugini rotto hanno i coglioni, il Padreterno per ammonire ha i tuoni, io Suo Vicario avrò
l’artiglieria!”
-Santità, non ho capito bene? Vuole bombardare i perugini?
-Quando serve sì, certamente. Quando quel gregge si svia nei burroni credo che dovremo metterlo a tacere a cannonate e a colpi di mortaio!
-Mi pare di capire, Santità: Ella vuole una nuova fortezza a Perugia? Ma dove la dobbiamo fare? Ricostruiamo quella di Gattapone?
-Si ricostruiamo una fortezza. Ma in un altro posto: nel, anzi SUL, quartiere dei Baglioni. Che fra l’altro fa rima con … hai capito no?
-Burroni?
-Ma che burroni, dai non farmi ripetere parolacce … La facciamo lì perché è un punto strategico, oltre che un chiaro simbolo che con il Papato non si scherza e la vorrei a forma di tenaglia [che stringe gli attributi dei Perugini, così imparano!] e la colleghiamo con un Maschio che costruiremo più in basso. In pratica le fortezze saranno due, collegate da un lungo corridore. Come quello che
collega il Vaticano a Castel S. Angelo e che nel 1375 collegava Porta Sole con il Palazzo dei Priori e la fortezza di S. Antonio e che quelle bestie dei perugini hanno distrutto!
A quel punto, Sangallo, sopraffatto dalla grandezza dell’idea comincia a gridare!
-Santità, Santità! Ma è un’idea prodigiosa. Lei rinnovella Augusto! Questa – se riusciremo a realizzarla – sarà la fortificazione più grande del mondo! Altro che l’Alhambra 1 o la Bastiglia a Parigi!
-Come, “se riusciremo?” Ci devi riuscire, altrimenti … e poi non gridare! Se no ci sente Carduccio e dice che l’idea è stata sua.
-Carduccio? E chi è ‘sto Carduccio?
-Carduccio è un cacchio di giornalista che sta lì ha origliare cose secretate e le diffonde per tutta Roma … mi descrive come un bigotto che dice le orazioni prima di colazione … tanto per far rima … Io sono un uomo d’azione, capito? A quei cazzoni dei perugini gliela faccio vedere io! Altro che le sue pasquinate che chiama poesie … Lascia stare
-Ho capito. E lo dico piano: ‘sto prodigio costerà un sacco di pauli … Ci vorranno i baluardi, i muraglioni a sghembo …
– Ti sbagli: la faranno i perugini con le tasse sul sale o direttamente con le loro mani. Il Papato ha un conto aperto con loro!
Vedo che non hai dimenticato la distruzione della Fortezza del Gattapone, dunque vedi tu.
– [Si, i Perugini smetteranno di usarlo il sale! Faranno pure il pane sciapo!] – Ehi tu, cosa vai pensando? Ti vedo sai, anzi ti leggo! ‘sta storia del pane sciapo non è vera! Lo fanno già così, per pura avarizia!
-Ma, Santità, i materiali, dove li troviamo?
-Non ti preoccupare: tu demolirai gran parte di quello che c’è oggi. Ci sono, torri, chiese, fondaci, case. Avoglia a materiali! Lascerai in piedi solo i mozziconi di chiese torri e case che ti serviranno da pilastri a sostenere il coperchio della fortezza! Poi se non bastano qualcosa inventeremo. In ogni caso voglio mura di sei sette metri di spessore alla base e non meno di cinque in sommità. Se e quando i Perugini la vorranno distruggere dovranno tribolare il giusto e spendere anche altri soldi per la sua demolizione!
-Guarda bene, ti ho fatto preparare dei disegni. Ho sognato il progetto una mattina tra il latin del messale e quel del Bembo! Ma è proprio come l’avresti fatto tu: praticamente ti ho letto nel pensiero. Stai tranquillo! Il progetto te lo pago lo stesso. I disegni volevo farli con chat GPT ma non potevo. Primo perché non è ancora stato inventato. Secondo, perché l’abbiamo subito proibito!
E mi raccomando, non lesinare marmi bianchi e arrotondagli i fianchi, come ad una fiorente sposa … Fammi un lavoro degno del tuo gusto, degno di Roma e del ponteficato nostro d’oro!
-Santità, c’è pero un problema: la Porta Marzia. ….
-Non so se la ricordate: più o meno è così!
– e tu spostala, no? Che ci vuole? Anzi fanne la porta d’ingresso della Rocca.
Ma Sangallo insisteva:
-Santità, vedo dai disegni che c’è una bella pendenza da superare, dal Maschio alla Tenaglia: lo si nota vedendo quel tale che spinge da dietro la carrozza. Io nel corridore ci metterei un ascensore diagonale come quello che ho visto a Saint-Michel in Francia. C’ha una ruota di zeppatura 2 grande come una casa!
-No, no ci ho già pensato (ma cos’è sta zeppatura?) niente ascensori! Ci metteremo delle scale mobili! Appena le avremo inventate! Nella Rocca Paolina! [Perché è evidente che non ci sarà altro nome per questa Rocca! E così la potenza pontificia diventerà un’altra volta famosa!]