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di Sud

È difficile condensare in tre righe chi fu e che cosa rappresentò Ettore Sottsass. Ma forse, più che con le parole, ci si può riuscire con le immagini E allora provate a digitare il suo nome su Google, e verrete investiti da un’onda di forme e colori, intercalate con le foto del suo volto (che è tutto un programma). Sono le centinaia di oggetti disegnati da Sottsass, e prodotti da Olivetti, Zanotta, Knoll, Alessi, oppure realizzati in proprio dal collettivo Memphis.

Un altro modo per capire Sottsass e il suo design radicale è quello di leggere i suoi libri. Ne ha scritti tanti, per editori specializzati ma anche per una casa editrice “libertaria” come Stampa alternativa. Poi, dopo la morte nel 2007, Adelphi l’ha accolto nel suo “salotto buono”. La ricetta di luglio viene proprio da un libro adelphiano, Scritto di notte, una sorta di autobiografia, finita di scrivere nel 2001 e pubblicata nel 2010. 

Ettore nasce nel 1917; il padre, che si chiama come lui e diventerà un bravo architetto, è un giovanotto altoatesino, figlio di un falegname, arruolato nell’esercito austriaco che perderà la Grande Guerra. Dell’infanzia tra le montagne del Tirolo Ettorino ricorda soprattutto i cibi, piatti poveri di una famiglia povera. Tra questi i marillen knödel, gnocchi di pasta con dentro un’albicocca fresca riempita con una zolletta di zucchero. 

Perché le albicocche, scive Sottsass, come tutti «i frutti maturati sui prati delle montagne con poco sole […] erano sempre un po’ acide»; e poi «quei popoli delle montagne […] hanno davvero bisogno di zucchero». Così Sottsass non ce ne vorrà, lui che amava tanto viaggiare, se togliamo lo zucchero e scambiamo le albicocche tirolesi con le “prevetarielle”. Piccole, pallide, ma dolcissime, come sanno bene gli scugnizzi che le rubavano dall’orto del prete.