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di Porzia Corradi

Un Capitini stracolmo fino all’inverosimile, come non si vedeva da anni per un’iniziativa politica. Questa è l’impresa firmata da Vittoria Ferdinandi, candidata a sindaca per il centrosinistra in un pomeriggio di una domenica uggiosa. Un risultato lusinghiero dovuto alla sua figura: l’incredibile partecipazione di uomini e donne, anziani e ragazzi, conferma la voglia di cambiamento e si tocca con mano il rinato entusiasmo per la partita delle amministrative di giugno a Perugia.
L’aver mobilitato tantissima gente è sicuramente un punto a favore di questa giovane donna che tanto si è spesa per il sociale, per gli ultimi, per i diversi tanto da costruire un’impresa unica che le ha fatto ottenere l’onorificenza di cavaliere al merito direttamente dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Insomma Ferdinandi è una candidatura vera, presentata per tempo, i cittadini che la conoscono l’applaudono appena apre bocca e quelli che non la conoscono la vogliono scoprire per capire se può essere incoronata la prima sindaca di Palazzo dei Priori.
Il discorso dal palco del Capitini ha avuto degli spunti interessanti e anche popolari, la Ferdinandi ha riscosso consenso e battimani quando si è soffermata sugli argomenti che sono nelle sue corde e nel suo vissuto, quando ha accennato ai problemi storici della città, dai marciapiedi alle strade, quando ha parlato di partecipazione e di sanità universale, di cultura e università, di centro storico e periferie, di dignità del lavoro e di diritti delle donne.
Ma nella sua presentazione è mancata una completa visione della città, oltre che un’analisi della realtà. Che Perugia immagina? Che Perugia ha nella testa la Ferdinandi da oggi a dieci anni? Onestamente non l’abbiamo capito dai voli pindarici ascoltati. Vanno sempre bene gli slogan del tipo città della pace, città della cura, città di tutti, città accessibile, città della partecipazione, citta dei giovani, città dell’ascolto, città della cultura…..ma quali sono le proposte? Quali sono i percorsi per raggiungere questa meta? Quali le strade per declinare e riempire di contenuti i capitoli di quello che è apparso un libro dei desideri?
Insomma al di là dei valori espressi con passione che hanno fatto emozionare la platea, a un’approfondita disamina del discorso è sembrata evidente una carenza di visione e di strategia politica nel senso che, ad esempio, parli di università ma non citi nemmeno la ricerca, parli di diritto al lavoro ma appunto a mo’ di slogan e senza una proposta agli imprenditori e ai sindacati a cui rivolgerti, parli di partecipazione ma non dici come vuoi estrinsecare il coinvolgimento dei cittadini (nuove circoscrizioni?), parli di città della cultura ma non lanci un’idea, parli di sanità universale ma non ti ricordi che tale materia è di competenza regionale.
In conclusione, Ferdinandi è una buon candidata in quanto capace di attrarre, ha una notevole capacità retorica, ma deve lavorare sui contenuti se vuole conquistare voti aldilà delle fasce già orientate, che comunque ha recuperato e entusiasmato. La campagna elettorale ancora è lunga, ma dopo questa prima felice uscita, c’è ancora molto da fare sul piano di una nuova progettualità per Perugia. Altrimenti i voti saranno entusiasti ma non sufficienti per vincere.