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di Gabriella Mecucci

Scende sempre più in basso la politica umbra e forse non ha ancora toccato il fondo. Certo, uno come Bandecchi appare irraggiungibile. In pochi mesi ha fatto di tutto: insultato, picchiato, ostentato, promesso sino ad arrivare al celebre: “Fra quattro anni sarò capo del governo”. E, infine, il coup de théatre: le dimissioni. Il prossimo sarà ritirarle? Terni, città che ha perso il ruolo e l’anima, ha trovato in lui il suo campione. Ma anche la rete e le grandi televisioni nazionali lo hanno scoperto: lo hanno corteggiato quanto attaccato, sino a farne un personaggio. Vai a Roma o a Milano e una delle domande più frequenti che ti fanno è: “Come è davvero questo Bandecchi”. E lui gongola: “Da quando ci sono io finalmente si parla di Terni”.
Che cosa ha realizzato il sindaco? Niente di quello che ha promesso: né per la Ternana né per i ternani. Ma lo spettacolo però l’ha garantito. Ed è talmente insultante e scoppiettante che persino Crozza se n’è accorto, e lo ha messo fra le sue imitazioni meglio riuscite. Bandecchi è entrato a far parte di quella sfera che sta sopra (o sotto) la realtà, ma che la influenza pesantemente.
Terni è ormai una sorta di circo sperimentale, una manifestazione rumorosa e paradossale di ciò che sta avvenendo però anche altrove. I cittadini assistono attoniti e addirittura affascinati dallo spettacolo. La rete e i salotti televisivi ne fanno la recensione: c’è chi si indigna e chi si diverte. Lui ormai vive in una sfera superiore (o inferiore). Che ci sta a fare a Palazzo Spada? Qui bisogna affrontare i problemi quotidiani dei cittadini. E risolverli. Lui, ormai superuomo del virtuale, perché dovrebbe attardarsi nel reale? Ha scoperto il mondo dove regna l’irresponsabilità: un paradiso. Adesso ha in programma di fare il premier. E vai con Istagram, con Report, con Crozza. Terni, sedotta e abbandonata, vive la sua profonda crisi identitaria. Dopo la vecchia egemonia comunista e operaia, c’è il vuoto. E chi può riempirlo?