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Coesi con Bandecchi che cercò di picchiarli? Il centrosinistra e i problemi creati da Conte

di Gabriella Mecucci

L’inizio della campagna elettorale in Umbria è proprio bruttino. Il centrodestra getta in campo polemiche risibili. A sinistra non s’ode uno squillo, fatta eccezione per l’importante bagno di folla di Proietti al Lyrick, seguito però dalla distruttiva dichiarazione di Conte sul “campo largo”. Nonostante questa sparata, sembra tuttavia che a livello locale l’alleanza “regga”. Con buona pace delle dichiarazioni rassicuranti di Thomas del Luca, leader regionale dei Cinque Stelle, l’avvocato del popolo è riuscito comunque ad accreditare un’immagine rissosa della coalizione. Se vincesse – questo il dubbio insinuatosi in parte dell’elettorato – potrebbe avere più di una difficoltà a governare. Non sarà così, anche perché il successo e il potere che ne consegue curano tutte le ferite. E la migliore dimostrazione di ciò la fornisce proprio il centrodestra: Meloni e Salvini sono divisi su molto, a partire dalla politica estera, e in eterna polemica, ma il governo non dà certo l’impressione di essere prossimo alla caduta. Conte però ce l’ha messa tutta per “minare” l’immagine della coalizione e di Schlein. Vedremo se con i programmi e le liste, “In cammino per l’Umbria” sarà in grado di metterci una pezza.

CAPACCIONI E ALTRI CATTOLICI NELLA SUPER LISTA PROIETTI. ROMIZI IN CRISI

Il centrodestra, galvanizzato da queste difficoltà degli avversari, si mostra però incapace di trarne profitto. Carica a testa bassa, ma non colpisce nel segno. Anzi fa una serie di autogol. Giorni fa Fratelli d’Italia ha lanciato “il campo coeso”. Coeso? Due consiglieri comunali di Terni, ex meloniani di ferro, hanno abbandonato il partito in dissenso per l’alleanza con Stefano Bandecchi. Uno dei due, e cioè nientemeno che l’ex candidato a sindaco Orlando Masselli lo ha trascinato in tribunale. E questa è solo la punta dell’iceberg del dissenso diffuso. Per amore di cronaca, non si può fare a meno di ricordare gli scontri che la destra ha avuto col primo cittadino di Palazzo Spada, che cercò di malmenare un loro esponente nel corso di una movimentata seduta del Consiglio Comunale. Per non dire della richiesta di dimissioni fatta dalla Lega dopo un aulico intervento di Bandecchi sulle donne: una sequela di irripetibili volgarità.
La polemica più ridicola del centrodestra è stata però quella su San Francesco. Margherita Scoccia si è molto risentita perchè Stefania Proietti ha definito il “Cantico delle Creature” il suo “manifesto dei valori”, e ha scritto una lezioncina sull’autentica interpretazione di San Francesco: una banale polemicuccia contro il marxismo, teoria peraltro lontanissima dalla sindaca di Assisi. E pensare che sarebbe bastato accostarsi per qualche ora all’interessantissimo convegno “Pensare Francesco”, promosso dalla Università per Stranieri e dal dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo italiano, insieme al centro universitario cattolico, per evitare di scrivere queste pochezze. Una delle giornate è stata dedicata all’uso politico del santo che ha riguardato molteplici e tra loro diversissime scuole di pensiero, movimenti e partiti. Il poverello poi fra cinema, tv, teatro, musica rock, web e comics è diventato una vera pop star. In tutto questo, il riferimento di Proietti ai valori della fratellanza e dell’ecologismo contenuti nel “Cantico” appare francamente uno dei più seri e appropriati. Ma seguiamo come e quando San Francesco è stato accostato alla politica e ai partiti. E’ stato brandito dai socialisti per la sua vicinanza agli umili, ai deprivati, ai sofferenti, ma per la stessa ragione ne hanno fatto una loro bandiera gli antimarxisti che hanno visto in lui il riferimento fondante della dottrina sociale della Chiesa. E’ stato un “faro” anche per le forze risorgimentali: dal famoso “il più italiano dei santi” del cattolico Gioberti, ai numerosi storici e politici laici che lo hanno considerato una colonna dell’identità nazionale. Per non dire del “Cantico delle Creature” che, all’origine della lingua e della letteratura italiana, è quindi uno dei padri dell’unità culturale del paese. E potremmo continuare con le infinite citazioni che ne fece il mondo democristiano.
Più recentemente poi il santo è stato considerato anticipatore di movimenti politici rilevantissimi. Basti pensare all’ecologismo. E al pacifismo: Capitini lo mise nel suo pantheon della nonviolenza accanto a Gandhi e a Russell. Tutti questi “usi politici” possono aver contenuto qualche forzatura, ma non sono menzogneri. E nemmeno in cattiva fede. San Francesco è così grande da illuminare i percorsi più diversi, fermo restando che al centro del suo pensiero e della sua testimonianza c’è una religiosità profondissima. C’è il suo essere l’alter Christus. L’unico “uso politico” del tutto strumentale è stato quello che ne fece il fascismo che lo esaltò in chiave nazionalistica, a sostegno della dittatura.
E’ difficile, detto tutto questo, comprendere la polemica sull’uso che avrebbe fatto Stefania Proietti del “Cantico delle Creature”. La sindaca è nata e vissuta ad Assisi, è dichiaratamente cattolicissima, non è mai stata marxista ed è una convinta ambientalista. San Francesco fa parte della sua cultura e della sua vita. Dove è la strumentalità?