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di Fabio Maria Ciuffini

Perugia, situata alla confluenza tra la valle del Tevere e la grande valle Umbra e proiettata direttamente verso il Lago Trasimeno, è la città Umbra massimamente accessibile. La centralità e la storica primazia di Perugia  nella Regione deriva anche da questo dato di fatto.  Ciò fa sì che il nodo stradale che interessa la Capitale Regionale, costituito dai due grandi itinerari  della E 45 e del Raccordo Autostradale Perugia – Bettolle, sia certamente il più importante della Regione. Lo è per il volume di traffici che smista quotidianamente ma lo è anche in negativo come quello che presenta oggi le maggiori difficoltà per il suo attraversamento: per molte ore del giorno e quasi tutti i giorni è nello stato di congestione che tutti prima o poi hanno sperimentato. 

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Fig. 1 Una consueta situazione di traffico in zona Collestrada

Da tempo il suo (invano sperato) potenziamento rappresenta l’unico modo per eliminare file, perditempo, inquinamento.  Se ne parla da anni ormai e il progetto proposto dall’Anas – il cosiddetto “Nodino” – è stato, anche recentemente ed ancor di più in questa contingenza elettorale oggetto di forti polemiche. Giusto o sbagliato che sia è certo però che esso rappresenti una soluzione solo parziale dei problemi. Da ultimo poi è giunta notizia che esso sia stato completamente definanziato e, di contro, il ministro Salvini ha annunciato il finanziamento del raddoppio delle rampe di Ponte San Giovanni a Perugia, con lavori  per un importo di 48 milioni che dureranno due anni e potrebbero essere completati entro il 2026. Una cifra irrisoria se riferita ai 490 milioni dell’ultimo progetto dello shunt tra Collestrada e Madonna del Piano (originariamente previsto in 210 milioni). Un vero e proprio furto con destrezza! Magari quei fondi saranno stati devoluti da Ponte S. Giovanni ad un altro Ponte, quello sullo Stretto. La candidata Sindaco Vittoria Ferdinandi ha commentato la vicenda Nodo con una azzeccata battuta “I nodi vengono al pettine”. 

Ragioniamone insieme …

Sperando che il MIT ci ripensi, resta al fatto che – oltre alla gelata sui fondi – in città ci si continua ad accapigliare con posizioni contrapposte, e il clima da elezioni certamente non aiuta a prendere posizioni oggettive. Ho già scritto a suo tempo (2022) due articoli per Passaggi Magazine sul tema. 

Ho l’impressione però che, al di là di ovvie forzature da campagna elettorale non siano chiari tutti i fattori in gioco. Allora cerchiamo di esaminarli ragionandone insieme: cercando di scrutare i misteri del Nodo Stradale di Perugia aiutandoci con semplici schemi.  E spero scuserete il tono eccessivamente didascalico ….

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Fig. 2 – Un incrocio a livelli sfalsati tra due autostrade e la sua rappresentazione schematica

Cominciamo con quello che non c’è. Ecco come dovrebbe funzionare il nodo di incrocio tra due superstrade. A parte chi voglia cambiare direttrice, i mezzi che desiderano di continuare nelle due direzioni N-S ed E-W (rosso e blu)  non si mescolano tra loro! Lo schema evidenzia il concetto. Ma a Perugia le cose non funzionano così! Il nodo è concepito in modo completamente diverso.

L’anomalia del Nodo di Perugia

Ecco infatti come funziona realmente oggi il nodo: lo schema evidenzia come tra Collestrada e Ponte S. Giovanni vi sia una vistosa anomalia. Nel tratto Collestrada – Ponte S. Giovanni (3,6 km) si mescolano i traffici N-S e quelli E-W – rosso e blu – sommandosi tra loro. Oggi ci vorrebbero almeno sei corsie se non otto per rimediare a questo peccato originale di un progetto fatto negli anni ’60 quando i traffici erano più o meno un terzo di adesso e non se ne prevedeva l’aumento. 

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Fig. 3

Mette conto di osservare subito che per almeno metà della sua lunghezza il trafficatissimo tratto stradale tra i due svincoli affianca l’abitato di Ponte S. Giovanni e che la condizione di stop-and-go – continui avanzamenti e frenate – che caratterizza le lunghe file di auto e camion lì incolonnati è la peggiore quanto ad inquinamento da traffico, sia esso atmosferico da particolato o sonoro, per non parlare delle emissioni di CO2 (sempre che questo oggi importi a qualcuno …). 

Comunque se lo stesso numero di veicoli scorresse più veloce ciò ridurrebbe tutti gli impatti da traffico. 

Ed invece nello svincolo di P. S. Giovanni,  tutto il traffico per Perugia si incanala su di un’unica corsia e rigurgita all’indietro formano lunghe file per  larga parte della giornata. Idem per quanto attiene a quello di ritorno verso Est.

I traffici da Sud.

Ma non è finita qui. C’è un ulteriore mescolamento di traffici, quelli che venendo da Sud (verde)  per arrivare a Corciano fanno l’intero giro di Perugia, 10 Km in più! Altro traffico che si aggiunge a quello in provenienza dalla Valle Umbra.

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Fig.4

Vulnerabilità del nodo nella configurazione attuale

Un’ulteriore considerazione: la cosiddetta “strada delle gallerie” che da Ponte S. Giovanni aggira Perugia fino a Corciano, dove come si è visto si sommano tre correnti di traffico,  è l’unica viabilità primaria di grande comunicazione al servizio sia per i traffici diretti a Perugia sia di quelli di attraversamento. Ogni incidente blocca completamente l’accesso alla Città da Nord, da Est, da Sud.  

La proposta di progetto del Nodo

A risolvere l’insieme di problemi appena esposti viene proposto un nuovo, completo e finalmente efficace progetto del Nodo, costituito da un semianello di 23 Km di lunghezza, rappresentato nella successiva figura. 5 e  suddiviso in tre possibili lotti esecutivi riferiti a tre distinte opere : 

1)Il cosiddetto “Nodino”, cioè il tratto che da Collestrada shunta Ponte S. Giovanni fino a Madonna del Piano;

2)Il tratto da Madonna del Piano a Corciano. Lo chiamerò Bretella tanto per distinguerlo dal Nodino, 

3) Il raddoppio delle rampe a Ponte S. Giovanni.

Il mio sommesso parere è che quelle opere servano tutte e tre e che vada discusso però sia il modo di farle sia l’ordine di priorità nella loro esecuzione. Del resto è su questo ordine di priorità che si confrontano oggi le più diverse opinioni, spesso trasversali anche agli schieramenti politici che si confrontano tra loro per il futuro governo del Comune di Perugia. 

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Fig. 5 – Configurazione del futuro nodo Stradale di Perugia – Da Perugia Comunica – (Testata Giornalistica Comune Perugia) – Non è indicato il raddoppio delle rampe a Ponte S. Giovanni.

Ed ecco qui sotto la configurazione schematica del nodo.

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Fig. 6

Esaminiamo ora partitamente ognuna delle tre opere.

Il nodino

E’ l’opera originariamente prevista dall’ANAS (con l’assenso della Regione), Ente che istituzionalmente è più interessato alla continuità dei traffici nazionali ed internazionali lungo la E45. Ha certamente il merito di alleviare l’abitato di Ponte S. Giovanni (19700 abitanti – il 12% della popolazione perugina) di una parte degli effetti dannosi del traffico, quello da Nord a Sud che è peraltro minoritario rispetto alla direttrice dalla Valle Umbra che è ormai da considerare come traffico urbano in gran parte diretto su o proveniente da Perugia con un peso relativo del traffico di attraversamento verso Corciano e Bettolle.

È anche vero che il traffico Nord – Sud è appesantito dal contributo dei mezzi pesanti, molto maggiore su questa direttrice. 

Va comunque osservato che un volta eliminato il traffico Nord-Sud in affiancamento a Ponte S. Giovanni mediante il Nodino resterebbe comunque quello, ineliminabile, Est-Ovest.

E inoltre risulta comunque assodato mediante modelli che il Nodino non riduce minimamente il carico sulla Strada delle gallerie né elimina il traffico di rigurgito dovuto all’insufficienza delle rampe da e verso Perugia.

E’ stato contestato per motivi di impatto ambientale (a parte chi ne nega comunque l’utilità) e  sembrerebbe che un nuovo progetto (quello definanziato?) risolva il problema con una lunga galleria parietale sotto il bosco di Collestrada. Personalmente vorrei capire la meccanica del passaggio dai 250 milioni del progetto originari ai 490 (quasi il doppio) di quello presentato per risolvere i problemi di impatto Ambientale.  Mi domando se quella lunga galleria (3,5 Km) che parte da Collestrada non potrebbe essere più corta a parità di impatto. Ma questa è un’altra storia. Certo è che quel raddoppio dei costi preventivati è forse stata un’ottima scusa per la recente marcia indietro dell’Anas: niente nodino (per ora?). 

Infine mi domando: non sarebbe forse utile rivedere il progetto del Nodino realizzandolo a sole due corsie? Potrebbe bastare in ragione del volume dei traffici Nord – Sud. Non costerebbe la metà ma certamente molto di meno. 

La bretella da Madonna del Piano a Corciano. 

Alleggerisce (contrariamente al Nodino) i traffici sulla strada delle gallerie, in quanto assorbirebbe tutti i traffici sia da Sud che da Est-Ovest da e verso Corciano shuntando la città compatta di Perugia. Inoltre costituirebbe una preziosa alternativa nel caso di blocco della Strada delle gallerie in caso di incidenti potendo assorbire, oltre a quelli da Sud, tutti i traffici anche sulla direttrice Est – Ovest. 

Inoltre non è certo secondario il fatto che questa opera aumenterebbe in modo significativo l’accessibilità dell’Ospedale Regionale S. Maria della Misericordia (ex Silvestrini). Dunque gran parte dell’equilibrio del Nodo si reggerebbe su questa opera anche in mancanza del Nodino. 

Va anche notato che l’opera potrebbe essere divisa in due Lotti. Il primo che raggiungerebbe l’ospedale Regionale consentirebbe di raggiungere Corciano utilizzando poi la viabilità esistente in gran parte di recente adeguamento.   Anche per quest’opera non potrebbe essere contemplata l’idea di farla a sole due corsie?

Il raddoppio delle rampe a Ponte S. Giovanni

E’ l’opera che ha i tempi di esecuzione ed i costi più bassi delle altre due. Se riuscisse a snellire il traffico sul tratto che affianca Ponte S. Giovanni sarebbe certamente quella più significativa in termini di costi-benefici.

Non è in discussione la sua priorità avendo tempi di esecuzione comunque molto più brevi delle altre due.

Chiaramente andrebbe fatta per prima e subito. Peraltro Ponte S. Giovanni reclama comunque l’esecuzione del Nodino. 

Conclusioni

Vi domanderete quale è infine il mio personale parere. A parte l’esecuzione del raddoppio delle rampe a Ponte S. Giovanni che potrebbe essere finita nel 2026 e cui dovrebbe certamente essere data via libera, mi sento propenso a dare poi la precedenza al primo lotto del tratto Madonna del Piano – Corciano, fermo restando che tutte le forze politiche del Comune di Perugia e della Regione debbano ottenere il completo finanziamento di tutto il nodo. Ma è ancora una valutazione soggettiva. Infatti voglio ricordare che, in ordine alla priorità tra “nodino” (mi auguro riprogettato a costi più bassi) e bretella Madonna del Piano – Corciano non c’è bisogno della sfera di cristallo. Oggi esistono oggettivi metodi di simulazione che consentirebbero di dare una risposta certa a questa domanda. E per una valutazione di questo tipo sarebbe sufficiente una campagna di rilevazione dati di traffico che potrebbe essere svolta in tempi brevi (sempre che non sia stata già fatta).  E mi domando perché questa simulazione non sia fatta o se fatta non venga pubblicata. In ogni caso, qualunque alternativa venga scelta i tempi di esecuzione sia del nodino sia della bretella superano certamente i sette anni. E intanto? Torno ancora una volta a proporre una soluzione provvisoria al problema dei traffici da Sud (e di una alternativa in caso di blocco della strada delle gallerie)  utilizzando un itinerario costituito da strade esistenti di cui migliorare la percorribilità mediante opere a basso costo eseguibili in tempi certamente brevi. Se solo qualcuno volesse prenderla in considerazione … 

Si tratta dell’itinerario segnato in blu sulla mappa di figura 4.

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Fig. 7 – L’itinerario in blu tutto costituito da strade esistenti di cui risolvere solo due singolarità.

 E’ chiaramente un itinerario di arroccamento, peraltro comunque utile anche dopo il completamento del Nodo. Utilizza la Strada Statale Tuderte, un brevissimo tratto della Marscianese e poi  la provinciale 344 di Ponte della Pietra (un tratto di strada panoramica tra le più belle dell’Umbria) un breve tratto della Settevalli ed infine il nuovissimo tratto a quattro corsie (viale Trancanelli)  che consente di raggiungere prima l’ospedale regionale poi S. Sito e dal lì Corciano.

E’ un itinerario ben conosciuto da molti cittadini che abitano il quadrante Ovest di Perugia ma anche da molti che se ne servono come alternativa alla strada delle gallerie. E’ interessato da un passaggio a livello sulla Foligno –Terontola che essendo automatico non comporta tempi di attesa superiori a quelli di un semaforo urbano. Andrebbero risolte invece due singolarità, di cui la maggiore è situata all’incrocio della Tuderte con la Marscianese all’altezza di Colonnetta.

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Fig. 8 – Incrocio tra Tuderte e Marscianese a Colonnetta

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Fig. 9 – Innesto ad angolo acuto (29°) di Colonnetta visto dall’alto

Visto dall’alto si può notare come in quell’incrocio ad angolo acuto  il raggio di curvatura sia troppo stretto. E’ possibile certamente trovare una soluzione che ampli quel raggio  con una semirotatoria. 

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Fig. 10 – Svincolo tra Marscianese e strada di Ponte della Pietra

Poche centinaia di metri più in là si ha la seconda singolarità: l’incrocio tra Marscianese e  strada Sp. 344 verso Ponte della Pietra. In questo caso l’incrocio risulta pericoloso anche se non disagevole perché un dosso limita la visibilità dei mezzi in provenienza dalla direzione Marsciano. Ora mi domando: ultimamente abbiamo visto prendere vita a Perugia molte rotatorie. Possibile che non si riesca a farne una e mezza per risolvere la percorribilità di quell’itinerario, sia pure di arroccamento? Viene il dubbio che qualcuno pensi che il bene sia nemico del meglio e che con queste modeste opere si metta in forse la necessità del finanziamento completo del nodo? O magari non si fanno perché non sono su strade Comunali? Ma possibile che il Comune di Perugia non abbia la minima interlocuzione con gli Enti Proprietari? Un interlocuzione che in passato purtroppo lontano è stata sempre vivissima tanto da ottenere negli anni ’60 e ’70 l’approvazione da parte dell’ANAS e del Ministero dei LL PP della realizzazione prima del progetto della tratta Ponte S. Giovanni – Corciano (la strada delle gallerie e la sua Prosecuzione sino ad Ellera ed oltre Corciano) che il Comune di Perugia aveva inserito nel suo Piano regolatore, poi la sua esecuzione per lotti successivi sino al suo completamento ed infine il completamento del Raccordo con Bettolle. Eppure si trattava di un Comune di Sinistra che aveva come interlocutore un Governo Democristiano.  E che ottenne una soluzione del Nodo di Perugia che ha retto per quasi mezzo secolo. Forse un po’ vecchia ormai no?  Possibile che oggi la Capitale dell’Umbria sia così debole che non riesca far valere le sue ragioni? O forse, fin qui si è trattato di onirica indifferenza ai problemi di questa Città?