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di Diego Brillini

Sua Maestà il re d’Italia, Umberto I di Savoia, è in visita a Foligno, tappa di un suo viaggio in Umbria, durante il quale presenzia alle manovre militari che l’Esercito italiano decise di svolgere nella zona tra Foligno, Bevagna e Assisi. Il sovrano, per non mancare ai suoi doveri regali e per omaggiare le alte cariche militari, generali, ecc. che hanno partecipato alle manovre dà due ricevimenti di gala consecutivi (il 13 e il 14 settembre del 1882), così da poter “smaltire” tutti i convenuti tutti in poco tempo.
Il luogo prescelto per questi ricevimenti è palazzo Orfini, importante residenza nobiliare della città di Foligno. A quel tempo tra gli Orfini viveva una Bourbon di Sorbello, nello specifico la marchesa Lodovica (1837-1892), figlia secondogenita di Carlo Emanuele Bourbon di Sorbello e di Ginevra Ramirez di Montalvo, sposatasi con il conte Giuseppe Orfini nel 1864.
Sicuramente l’occasione più unica che rara di poter ospitare nientemeno che il proprio sovrano doveva aver eccitato la nobildonna, ma -e di questo l’autore dell’articolo ne è piuttosto certo- parallelamente all’eccitazione, nella mente di Lodovica si sarà fatta largo anche un’altra sensazione, una sorta di ansia che potremmo – chissà – riassumere assai brevemente così: «E adesso?»
Bisogna fare uno sforzo d’immaginazione e cercare di ricreare la scena: il re si trova a casa tua non per uno, ma per ben due ricevimenti! Questo comporta ovviamente un sacco di preparativi e di necessità da soddisfare nel minor tempo possibile. Tra queste, dettaglio non di poco conto, bisognava disporre per l’allestimento dei banchetti e, soprattutto, per il servizio da tavola che sarebbe stato impiegato per questo. Ora, non si esclude che le dotazioni di stoviglie e di argenterie di palazzo Orfini fossero di altissimo livello, ma erano sufficienti per due banchetti al quale sarebbero intervenuti così tanti invitati di rango, su tutti re Umberto I di Savoia in persona? Probabilmente no.
Non si poteva certo sfigurare e Lodovica sapeva anche come fare per risolvere la situazione. Lodovica aveva una sorella maggiore alla quale era molto legata, la marchesa Altavilla Bourbon di Sorbello (1836-1914), sposata al conte Giovanni Antonio Ranieri. Altavilla viveva a Perugia ed era proprietaria di un servizio da tavola in porcellana tanto prezioso quanto imponente, commissionato dal suo antenato Ugolino Bourbon di Sorbello sul finire del Settecento alla manifattura Ginori di Firenze. Questo servizio, da sempre considerato di gran gusto, poteva senz’altro fare al caso suo e fu così che Lodovica lo chiese in prestito alla sorella, la quale lo concesse di buon grado.
Alla fine tutto andò per il meglio. Tutto, fuorché l’integrità del servizio, il quale, dopo aver fatto la sua figura sulle tavole di palazzo Orfini, dovette tornare a Perugia. Per dirla con le parole di Uguccione Ranieri di Sorbello, intellettuale e giornalista, nonché nipote delle nobildonne Altavilla e Lodovica, il servizio Ginori:
[…] forse per gli scossoni del carro che lo trasportava a Foligno, tornò dimezzato, e di questo sacrificio fatto sull’altare della regalità, sentivo ancora parlare in casa da ragazzo.
Brano tratto da UGUCCIONE RANIERI DI SORBELLO, Perugia della Bell’Epoca 1859-1915, Perugia, Volumnia editrice, 1969, p. 295
Anche se Uguccione ha senz’altro esagerato nel dire che il servizio tornò dimezzato, ciò non cambia il fatto che questo sia uno degli aneddoti storici -riportato non senza il beneficio di una certa licenza poetica e narrativa- tra i più curiosi e divertenti legati al prezioso e “monumentale” servizio Ginori: punta di diamante del collezionismo di porcellane in seno alla famiglia dei marchesi Bourbon di Sorbello, commissionato alla fine del XVIII secolo dal marchese Ugolino Bourbon di Sorbello alla celebre manifattura Ginori, inaugurata nel 1737 dal marchese Carlo Ginori Lisci presso la bella tenuta di Doccia, nei pressi di Sesto Fiorentino (FI), oggi sede del Museo Ginori.
Il servizio Ginori è protagonista, assieme ad altri pregiati servizi, della mostra “A tavola nel Settecento. Dai palazzi alle osterie” della Fondazione Ranieri di Sorbello, nata dalla volontà di far conoscere usi e costumi della società del XVIII secolo legati alla tavola, alla gastronomia e all’arte dell’apparecchiatura. Nello specifico, i vari pezzi del servizio (zuppiere, vassoi, tazze da brodo, piatti da portata, ecc.) sono parte di un allestimento che, basandosi su ricerche e testi di cucina e galateo del XVIII secolo, ripropone il cosiddetto “servizio alla francese”, stile di apparecchiatura in voga in Francia già dal XVII secolo e che vide nel Settecento la massima diffusione in Europa.
La Mostra “A tavola nel settecento. Dai palazzi alle osterie” sarà visitabile in due modalità: solo mostra tutti i giorni dalle 11.00 alle 13.30, oppure mostra e visita guidata della Casa Museo di Palazzo Sorbello tutti i giorni (tranne il mercoledì pomeriggio) con i seguenti orari di visita: 10.30, 11.30, 12.30, 16.00 e 17.00. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti sugli orari di apertura basterà consultare il sito della Casa Museo di Palazzo Sorbello al seguente indirizzo: https://www.casamuseosorbello.org/