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Nel 2022 è stata inserita tra i “Luoghi del cuore” dal Fai, Fondo per l’ambiente italiano. E’ la ferrovia Terni, Rieti, l’Aquila, Sulmona che il Fai definisce “Ferrovia del Centro Italia”. E’ la stessa che è stata considerata una tra le linee ferrate su cui entreranno in esercizio treni ad idrogeno e per la quale, nel quadro del Pnrr, sono stati stanziati finanziamenti per 50 milioni di euro.
Era il 28 ottobre del 1883 quando a Terni si inaugurò il nuovo collegamento ferroviario con Rieti, l’Aquila e Sulmona. In realtà quel giorno si celebrava il completamento dell’opera che era stata realizzata nel tratto abruzzese, già da qualche anno. Nel 1882 la ferrovia, da Sulmona, arrivava fino a Sella di Corno, allora centro abitato molto vicino al confine tra le province dell’Aquila e quella di Perugia, comprendente – come noto – anche il territorio di Rieti. Mancava però la parte essenziale della nuova via di comunicazione.
A che cosa serviva una strada ferrata che non andava oltre il crinale appenninico tra Abruzzo e Umbria? Quel pezzo che mancava fu realizzato in tempo praticamente da primato: tredici mesi furono impiegati per collegare Sella di Corno ad Antrodoco, Rieti e quindi Terni.
In tutto la nuova ferrovia misurava “103 chilometri – spiegarono i quotidiani dell’epoca – attraverso un paesaggio di  incomparabile bellezza”.
Solo nel tratto inaugurato quel 28 ottobre 1883 la linea ferroviaria percorreva, da Sella di Corno, per quaranta chilometri la vallata del reatino costeggiando il corso del fiume Velino, per toccare Rieti e quindi proseguire per Greccio, raggiungere il lago di Piediluco, lambire la Cascata a Marmore quindi entrare in galleria per scendere verso Terni.
La sua “forza” oggi risiede nell’utilizzo a scopi turistici traversando luoghi di grande attrazione: le sue stazioncine sorgono in posti che si chiamano Marmore e Piediluco, da cui segue poi il corso del Velino con Greccio e Contigliano, Cotilia e le sue terme, San Vittorino, Rieti e la Rocca di Corno, l’Aquila e la Valle Peligna verso Sulmona. E da qui a Pescara e al suo porto, ormai è un battito d’ali.