di Anna Camaiti Hostert
Ironia della sorte vuole che il nemico che Donald Trump sembra temere di più in questa campagna elettorale sia proprio una donna. Lui, campione imbattuto e imbattibile di misoginia. E non è certo la sua compaesana di partito e ormai unica sfidante Nikki Haley che ha già incassato numerose sconfitte prima in Iowa, poi in New Hampshire e solo alcuni giorni fa in Nevada la donna di cui ha paura. Tra l’altro se il prossimo 24 febbraio Nikki Haley dovesse perdere in South Carolina, lo stato di cui è stata governatrice, le cose per lei si metterebbero molto male.
No, la nemica numero uno che Donald Trump sembra temere di più, anche più di Joe Biden, di cui in realtà si vanta di non aver affatto paura, è l’icona liberal della musica pop Taylor Swift, a cui raccomanda di non sostenere il suo avversario democratico, in quanto sa bene che l’opinione di questa artista mobilita enormi masse di persone.
Come è successo lo scorso autunno quando in pochi minuti (ha milioni di followers) è riuscita a mandare a votare 35.000 giovani indecisi. Così si rivolge a lei, come sua abitudine in particolare con le donne, alternando richieste a minacce, ma sembra perdere un po’ del suo smalto e della sua sicumera. Infatti, di solito, non fa mai richieste agli avversari, tantomeno quando sono donne. Prova che ne ha affettivamente paura.
Prima le ricorda che con il suo Music Modernization Act (“suo” per modo di dire, in quanto gli esperti negano ogni suo coinvolgimento nella proposta di legge bipartisan a cui ha solamente apposto la sua firma) le ha garantito introiti enormi. E afferma che “non potrà essere cosi sleale con l’uomo che le ha fatto guadagnare cosi tanti soldi” rincarando la dose contro il suo avversario democratico: “Biden non ha fatto e non farà mai nulla per lei”. E sceglie di fare queste affermazioni in occasione della finale del SuperBowl di football che vede i Chiefs di Kansas City, in cui giuoca il boyfriend dell’artista notoriamente liberal, Travis Kelce, battersi contro i 49ers di San Francisco.
E poi in caso la cantante non si fosse persuasa a sostenerlo, dunque colpevole di tradimento, arriva la velata minaccia di possibili ritorsioni sotto forma di teoria del complotto. Vediamo come funzione. La vittoria dei Chiefs infatti fornisce il destro all’ex inquilino della Casa Bianca e alla maggioranza dei suoi sostenitori, quelli del MAGA (Make America Great Again) tra cui uno degli ex candidati repubblicani alla presidenza e suo fedelissimo, Vivek Ramaswamy (di lui la candidata Nikky Haley ha detto in un dibattito che dopo che lo si ascolta ci si sente tutti un po’ più stupidi) il destro per una inquietante tesi secondo la quale la partita sarebbe stata truccata per far vincere i Chiefs. Cosi infatti si darebbe modo all’artista e al fidanzato, ambedue pericolosi sostenitori del Deep State, grande nemico di Trump, di uscire allo scoperto e sostenere Joe Biden. Tutta la destra che appoggia Trump si è fatta portavoce di queste teoria smentita successivamente dai fatti in quanto non c’è stata da parte di nessuno dei due alcuna dichiarazione in tal senso. Ma intanto Trump si è preparato il terreno, in caso l’artista dichiarasse di sostenere Joe Biden, per poterla rendere oggetto di ritorsioni da parte dei suoi supporter in quanto colpevole di fare parte di un establishment che li esclude dalle decisioni e manipola il loro consenso.
Nella testa del tycoon Taylor Swift rappresenta il nemico da battere. Una prova ulteriore di questo è il paragonare la sua notorietà a quella della giovane artista, affermando che è più popolare di lei e che si è meravigliato di come Time abbia scelto Swift come persona dell’anno invece di lui. Ed ha aggiunto che tuttavia i suoi fan sono molto più fedeli alla sua causa di quanto non lo siano quelli di Swift alle sue parole. E dunque Biden non ne trarrà nessun vantaggio. Ma ha anche aggiunto che una volta che l’icona pop dovesse dichiararsi in favore di Biden si scatenerà una guerra santa “holy war” nei suoi confronti. Cosa che spaventa e fa sorridere allo stesso tempo, perché dimostra una personalità cosi narcisista e infantile da rendere difficile qualunque commento che si adatti a una persona adulta.
Come si vede dunque è un continuo alternarsi tra richieste e minacce messe in atto anche da luogotenenti o fedelissimi di Donald Trump come quel Sean Hannity imbarazzante figura (non oso neanche chiamarlo giornalista) di Foxnews, il quale tempo fa come riporta l’Independent rivolgendosi alla cantante per convincerla a cambiare idea ha dichiarato: “Ma Taylor Swift si rende conto che vuole sostenere un vecchio pasticcione maldestro che inciampa, che non ha l’energia neanche di fare un discorso di 30 minuti, mentre lei è in grado di sostenere un concerto di tre ore? Inoltre fa paura a vederlo. Forse farebbe bene a guardare i video che sono online”. E poi cercando di blandirla e di convincerla ha aggiunto: “Forse è caduta nel tranello di credere alle bugie che si dicono sui conservatori e sui repubblicani, che sono razzisti, sessisti, omofobici, xenofobi, transfobici e islamofobi. E che i repubblicani e i conservatori vogliono aria e acqua sporche e una totale proibizione dell’aborto senza eccezioni. Se crede a tutto ciò allora crede alle bugie. Perché questi punti sono semplicemente non veri” ha infine concluso.
Purtroppo, anche se non tutto ciò elencato sopra è parte dell’agenda repubblicana, lo è certamente di quella di Donald Trump a cui dovremmo aggiungere dopo le ultime dichiarazioni sulla NATO, cioè quelle secondo cui se i paesi che ne fanno parte non pagano abbastanza, in caso diventi presidente, non farà niente per proteggerli da eventuali invasioni della Russia anche quella di non comprensione dei trattati internazionali e quella più grave di mettere in pericolo la sicurezza e la cultura di tutto il mondo occidentale. Un vero dottor Stranamore!!!
Qualcuno ieri ha scritto su un giornale italiano che i supporter di ambedue i contendenti Biden e Trump vedono rispettivamente l’uno come un deficiente e l’altro come un delinquente.
Ebbene personalmente mi rifiuto di metterli sullo stesso piano e vorrei dire che se noi in Italia avessimo un “deficiente” come Joe Biden che è riuscito a fare certe riforme a partire da quelle che hanno permesso di combattere la pandemia all’aumento del salario minimo, alla limitazione dell’inflazione, al piano delle infrastrutture, all’aumento dell’occupazione, alle politiche ambientali per citarne solo alcune, senza neanche entrare nelle decisioni di politica estera, beh, sarei ben contenta!!! Anche se il presidente perde qualche colpo. Purtroppo sembra al momento che di deficienti veri sia popolato il mondo…