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All’interno dei CiviciX con il passare delle ore si manifestano parecchi dissensi nei confronti della scelta di Andrea Fora di confluire nella lista Romizi per il Comune di Perugia. Già è partita l’esperienza partecipativa di “Prova d’orchestra” e entro una decina di giorni potrebbero nascere nuove aggregazioni. Di seguito pubblichiamo volentieri un articolo di Giampiero Rasimelli che ha fatto parte dei CiviciX.

di Giampiero Rasimelli

Siamo stati informati via social del rinnovato sodalizio umano e politico tra Andrea Romizi e Andrea Fora, una notizia di rilievo in città, visto che uno è il Sindaco di Perugia a fine mandato, ancora Coordinatore Regionale di Forza Italia e l’altro è il Consigliere Regionale che ha dato al suo gruppo la connotazione di CiviciX a partire dallo schieramento di centro sinistra che si è contrapposto alla Candidatura della Presidente Tesei alle ultime elezioni Regionali e visto anche che a detta di molti quest’ultimo poteva essere un potenziale candidato sindaco di Perugia per lo schieramento di centrosinistra e non solo.
Il primo commento che viene ricalca il famoso detto popolare “è proprio vero che nella vita bisogna vederle tutte !!”. Le scelte nella vita e nella politica sono sempre legittime, soprattutto se consapevoli e un commento, una critica emotiva non sono parte del mio modo d’essere e di riflettere sugli accadimenti. In questa vicenda ci sono però delle cose che è giusto portare all’attenzione della città (perché è di Perugia che si parla) e delle persone che si sono variamente coinvolte nelle attività dei CiviciX.
Cominciamo da qui, dai CiviciX, appunto. Questa esperienza nasce con uno statuto che si propone di costruire una sede di confronto ed impegno tra persone di diversa ispirazione riformista, liberale, cattolica, progressista al fine di riattivare percorsi di partecipazione legati alla comunità locale e di indicare soluzioni per far fronte alla crisi profonda di Perugia, dell’Umbria e del governo comunale e regionale. Questo vuol dire che è stato fatto tutto diabolicamente male in questi anni dalle amministrazioni di centro destra? Certamente no, anzi, sarebbe interessante dare un giudizio oggettivo su ciò che è stato fatto bene, per valutarne con precisione i termini di qualità, quantità, rilevanza e incidenza sulle emergenze che abbiamo di fronte. Ma c’è già un giudizio che è proprio della gran parte dei civici e di una grandissima quota della cittadinanza, che il numero e la qualità delle buone realizzazioni prodotte dalle amministrazioni Comunale e Regionale sia di molto, ma molto inferiore ai problemi e alle esigenze della città e della regione. Sanità, Trasporti, Mobilità, Economia, Lavoro, Cultura e appunto, partecipazione sono capitoli di una critica e di una insoddisfazione profonda che non chiede semplicemente l’ammissione del “si poteva fare di più e meglio”, come recita il post di Romizi, ma richiede al contrario un cambio di paradigma, di scelte strutturali, di comportamenti. Quello che colpisce in particolare a Perugia, ad esempio, non è soltanto il novero delle scelte criticabili, ma il non fatto, il languire (per anni!) di problematiche e situazioni che una amministrazione ha il dovere di portare in qualche modo a conclusione assumendone la responsabilità e questo riguarda tutti i capitoli sopra citati.
Ecco, nelle riunioni e in tutto il percorso dei CiviciX, io ho solo ascoltato ragionamenti e analisi di questo tipo, una rabbia per lo stato della città che andava organizzandosi, fino all’appuntamento del 17 giugno scorso, cioè praticamente ieri, dove in diversi spazi di Borgo Bello (il quartiere di Porta San Pietro) centinaia di persone, rappresentanti di una Perugia bella, preoccupata ed attiva, hanno discusso per un’ intera giornata delle “magagne” di Perugia e delle responsabilità delle amministrazioni in vista delle elezioni comunali … il manifesto nelle strade della città diceva … siete pronti a far sentire la vostra voce?
Di tutto questo, se non bastasse la memoria, ci sono ampie tracce documentali e quindi oggi di fronte alla notizia dell’annuncio del nuovo/vecchio sodalizio Fora-Romizi c’è in molti un sentimento di sorpresa e delusione, perché tutto quello che è stato discusso e fatto nell’esperienza dei CiviciX andava in altra direzione, quella del cambiamento della cultura di governo della città e dell’amministrazione che la esprime, del superamento di un’assenza di visione della città senza della quale è impossibile pensare al futuro di Perugia capoluogo dell’Umbria. E non è nemmeno questione di destra e sinistra, che pur conta, si è sempre discusso e detto di muoversi guardando oltre gli steccati immobili del centro destra e centro sinistra per dialogare con le componenti civiche che 10 anni fa furono determinanti nel cambio di colore dell’amministrazione cittadina. A me risulta che c’è molto scontento in quell’area composta da persone ispirate a un genuino spirito di partecipazione e non solo a un civismo di supporto. A ben vedere è un malessere dovuto proprio alla percezione del non fatto, non per il tempo insufficiente garantito dal mandato, ma proprio per la non volontà politica di affrontare nodi strutturali fondamentali per la città.
Ma c’è ancora un aspetto che inquieta. La parola partecipazione e il valore che contiene, non può essere un pannicello caldo da sventolare nelle buone occasioni o strumentalizzabile a qualsiasi fine. Il civismo è legato in modo indissolubile alla e alle comunità, è questo il suo pregio e il suo principio di attivazione, al di là degli inevitabili limiti e talora difetti che questo esprime. Se non fosse sufficiente il ragionamento razionale a sostenere questa affermazione, per noi perugini vale il ricordo dell’epoca comunale che tanti secoli fa ha dato lustro al nostro colle, vale l’insegnamento di Aldo Capitini, vale l’esperienza oggi rimpianta delle Circoscrizioni di qualche decennio fa. Il civismo è fatto di partecipazione, solidarietà, condivisione, collegialità, comunità. Tutto questo c’è stato nell’esperienza dei CiviciX almeno fino a qualche mese fa, poi abbiamo dovuto prendere atto di una resistenza a strutturare l’iniziativa e la collegialità dei CiviciX dopo il 17 giugno, non si è voluto dar corpo a quel ragionamento collettivo. D’altra parte è venuta a prendere piede una visione del civismo oltre la dimensione cittadina o regionale, un civismo nazionale e poi anche europeo, qualcosa che assomiglia più a una dimensione partitica che civica, una visione tipo Lega o Dieta dei principi tedeschi di qualche secolo fa. Non ho mai avuto modo di discutere questa visione con i miei compagni di viaggio civici a Perugia, perché non è stata mai proposta alla discussione, eppure è stata spesa a livello nazionale anche a nostro nome. Non abbiamo mai condiviso questa visione, ma credo utile sottolineare la mia convinzione che sia giusto, in punto di Costituzione (Repubblicana), che i cittadini insoddisfatti dalla politica dei partiti diano a livello locale il proprio contributo diretto e autorganizzato al governo delle città. Ma penso che, altrettanto in punto di Costituzione, se si vuole concorrere a livello nazionale ed europeo bisogna avere il coraggio di costruire un partito, non basta dire che la destra è come la sinistra e che si è civici. Altrimenti il processo civico assume una dimensione diversa e diventa il civismo a supporto del leader o di una corrente.
Mi pare in sostanza che l’esperienza dei CiviciX a Perugia si sia conclusa. Andrea Fora era un possibile candidato sindaco di un ampio schieramento di centro sinistra ed oltre, per le prossime elezioni comunali, forse la gara delle candidature nel centro sinistra l’ha lasciato perplesso e disorientato, ma, al di là dell’agonismo, questo è un processo naturale di formazione di una candidatura in uno schieramento ampio e plurale. Dall’altra parte mi pare che Fratelli d’Italia stia battendo sul tavolo lo sperone del comando, con l’obbiettivo dichiarato di riportare all’ordine il civismo renitente e resistente. Sembra anche che il processo civico di Romizi si sia fortemente indebolito dopo le elezioni politiche di poco più di un anno fa. Romizi e Fora oggi ci promettono scelte innovative per un progetto di città che sappia raccogliere le sue energie migliori, spero per affrontare i nodi brucianti del suo futuro. Vedremo quali saranno queste novità, se saranno novità o riverniciature (come sembra probabile). Penso che i civici, come sempre, saranno disponibili a discutere con tutti, se non ci saranno infingimenti. Come credo che lo sarebbe anche il centrosinistra ampio di cui parliamo. Magari oggi qualcuno anche nel centrosinistra può essere contento della ricomposizione del duo Romizi-Fora, ma c’è poco da essere contenti quando si perde un pezzo di una potenziale alleanza che si propone di vincere le elezioni nell’interesse della città.
E il civismo ? Spero sinceramente che possa continuare nel solco tracciato a giugno a Borgo Bello, certo per altre strade, in parte già tracciate, come testimonia l’incontro “Prove d’Orchestra”, organizzato dall’infaticabile Fabrizio Croce e da Lucia Maddoli pochi giorni fa, che ha già calendarizzato una serie di incontri nei quartieri di Perugia. O magari in altre forme che potrebbero presentarsi nei prossimi mesi e che sarebbero benvenute, anche provenienti da ambiti e esperienze molto diverse da quelle di Croce e Maddoli. La vita continua e purtroppo anche i problemi di Perugia, che nessuno ha risolto e che tanta parte della città vuole portare all’attenzione della politica e delle elezioni comunali, senza nostalgie, senza trasformismi, con credibilità e concretezza.