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di Porzia Corradi

Che Margherita Scoccia fosse la più probabile candidata si sapeva da tempo. E così sarà, anche perché conviene a tutti. Tesei può essere riconfermata a Presidente della Regione solo se Fratelli d’Italia potrà piazzare sullo scranno più alto del capoluogo la giovane assessora meloniana. E’ inimmaginabile infatti che il partito più votato in Umbria (30% e oltre) rinunci sia alla poltrona di Palazzo Donini che a quella di Palazzo dei Priori.
Le due donne insomma simul stabunt: l’una giustifica l’altra. Sui loro nomi l’alleanza fra Fratelli d’Italia e Lega è di ferro. Alla destra-destra coalizzata sul duo Scoccia-Tesei, si è aggiunto, col fervore del neofita, il moderato Andrea Romizi che ha visto allontanarsi il “terzo mandato”. Ha mollato i suoi vecchi amici di “Progetto Perugia”: non ha voluto infatti sentir parlare di candidare a sindaco Edi Cicchi, e gli sta sfilando alcuni uomini chiave. Il suo progetto è quello di creare una lista, dove campeggerà a caratteri cubitali il suo nome, ma lui non potrà essere candidato a sindaco visto che ha compiuto ormai i due mandati.
Non si sa se questo nuovo aggregato sarà di natura squisitamente civica o se avrà come base Forza Italia, arricchita da un buon numero di indipendenti. E’ certo invece che verrà battezzato Romizi. Questa operazione narcisistica verrà offerta poi come fedelissima alleata a Fratelli d’Italia. Addio al giovane timido, riservato e moderato.
Andrea superstar si appalesa come uno e trino: resta leader degli Azzurri, costruisce una lista civica o “civicizza” Forza Italia diventando in realtà più meloniano dei meloniani. Un vero capolavoro di triplo trasformismo, accompagnato dalle fanfare che annunciano sondaggi che lo danno come “il più amato dai perugini”. Naturalmente queste capriole dell’attuale sindaco riceveranno poi una qualche remunerazione in termini di poltrone, ma le elezioni politiche sono lontane, la Presidenza della Regione è già prenotata e il terzo mandato è largamente improbabile.
“Progetto Perugia” si adeguerà a questo spettacolare voltafaccia? Alcuni sembrano orientati a dire di sì: il potere logora chi non ce l’ha, sentenziava il vecchio Andreotti. Ma potrebbe esserci anche più d’uno che non ci sta. Non resta che attendere. Dopodichè i giochi nel centrodestra saranno chiusi.
E il centrosinistra? Qui è ancora tutto in alto mare. Andrea Fora si è chiamato fuori e viene dato in direzione Romizi. Sarà vero? Anche questa sarebbe una bella capriola. Resta invece in piedi la candidatura Belardi, mentre Serse Cosmi ha detto che lui a fare il sindaco non ci pensa proprio, ma che “una mano la darebbe volentieri”. Cosa voglia dire lo scopriremo più avanti. Ci sono infine sul tappeto i nomi di Leonelli e di Monni. Il leader di Azione sembra aver rotto con Fora in possibile navigazione romiziana.
Per il momento dunque nebbia fitta, grazie alle lotte fra correnti e alla improvvida direzione politica di Tommaso Bori che rischia di avvantaggiare il centrodestra. Ma qualcosa si sta muovendo: c’è la presa di posizione del comitato comunale del Pd che impegna il partito a stringere alleanze che vadano oltre il centrosinistra. E c’è chi sta già cercando un nuovo candidato che risponda a queste caratteristiche.
Anche qui, occorre aspettare. I democratici sono ringalluzziti da un sondaggio che darebbe una disponibilità di circa la metà dei perugini a votare il “campo super largo”, ma solo se ci fosse un buon nome a guidarlo. Di quelli apparsi sin qui, compreso Fora, nessuno veniva però giudicato all’altezza dell’impresa. Resta il fatto che Perugia potrebbe essere contendibile.
Il centrodestra parte certamente favorito, ma i sondaggi gli creano qualche preoccupazione. Margherita Scoccia infatti potrebbe non farcela al primo turno. Risultato da scongiurare per il centrodestra, perché il secondo turno è sempre una partita tutta nuova, foriera di possibili scivoloni. Come Bandecchi e tanti altri insegnano.