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di Gabriella Mecucci

Di tutti i festival umbri la Sagra musicale è “il più umbro”. Anzi, è “l’unico vero festival umbro”: Anna Calabro che ne è la Presidente è fiera di questa caratteristica. Riconosce che in passato non sono mancate le difficoltà – da ultima il Covid – ma ora tutto sembra volgere al meglio. Innanzitutto i dati della biglietteria, ma anche molto altro: c’è l’importante promozione musicale messa in piedi dalla Sagra e l’indispensabile collaborazione con Cucinelli. Insomma in una ventina d’ anni l’intero sistema è cambiato radicalmente.

Andiamo per ordine, Presidente, e cominciamo dai dati. Come è andata la biglietteria quest’anno?
“C’è di che essere soddisfatti. Abbiamo avuto un incremento di circa il 30 per cento rispetto al 2021. E si è verificata anche una leggera crescita sul 2019, prima cioè della pandemia. C’è poi un dato particolarmente interessante: una grande presenza di stranieri. Questo non dipende da noi, ma dal fatto che finalmente l’Umbria viene scelta come meta anche dal turismo internazionale di un buon livello culturale. E questo ha avuto una ricaduta positiva sulla Sagra. Nell’insieme, un’ eccellente ripartenza”.

Un festival il vostro che dialoga con l’intero territorio regionale..
“Quest’anno abbiamo fatto spettacoli a Perugia, a Norcia, a Montefalco, a Sangemini, a Scheggino e a Torgiano. Noi abbiamo sempre organizzato appuntamenti sull’intero territorio umbro, ma oggi le richieste dei Comuni sono molto aumentate. C’è un’attenzione molto più forte. Il nostro è il festival più umbro. Anzi, l’unico vero festival umbro”.

Che cosa c’è, oltre alla diffusione territoriale, di così umbro nella Sagra?
“C’è una lunga storia che si intreccia con quella regionale. Nasce nel 1937 col nome di Sagra perchè in epoca fascista non poteva chiamarsi festival. Siamo fra le rassegne più antiche, più di noi c’è solo il Maggio Fiorentino. Nelle prime edizioni venivano eseguite le musiche che Guido Visconti di Modrone insegnava nelle sue lezioni all’Università per Stranieri. Come si vede dal primo manifesto, la Sagra è nata fra Perugia e Assisi. Con la guerra ci fu una sospensione e poi, nel 1945, la ripresa con Francesco Siciliani e con Aldo Capitini che le dettero una forte impronta spirituale. E questa scelta ha legato il festival all’anima più profonda dell’Umbria. Poi nel 2003 abbiamo creato la Fondazione Perugia Musica Classica grazie alla generosità e alla lungimiranza di Franco Buitoni. Mettemmo insieme Sagra e Amici della Musica. All’inizio non è stato semplice, le difficoltà non sono mancate, ma oggi raccogliamo i frutti di quell’impegno. Sempre grazie ad un’intuizione di Franco Buitoni iniziammo già da allora un lavoro di educazione all’ascolto della musica”.

Come funziona questa attività?
“Sono una ventina d’anni che ci impegniamo nelle scuole e i risultati sono straordinari. Coinvolgiamo persino i bambini di quattro anni, poi quelli delle elementari sino ad arrivare ai licei. I più piccoli sono emozionanti: cominciano a sentire la meraviglia della musica, si entusiasmano e ci entusiasmano”.

State formando il futuro pubblico della musica classica?
“Ci stiamo provando ed è un’attività bellissima, coinvolgente. Realizzare l’intero cambiamento che ho descritto è stato difficilissimo. Abbiamo incontrato molte resistenze. Senza la generosità e persino la sofferenza di Franco Buitoni sarebbe stato impossibile. Una mano importante ce l’ha data anche la Fondazione Cassa di Risparmio. Dopo tanto lavoro, abbiamo costruito un patrimonio importante che oggi è a disposizione dell’intera comunità regionale”.

Questo patrimonio si è ulteriormente arricchito più di recente..
“Oltre all’attività nelle scuole e oltre ai giovani volontari che stanno al nostro fianco, è nata l’Orchestra da Camera di Perugia che si esibisce anche fuori dai confini regionali. E’ autonoma: è costituita da 25-30 musicisti che hanno così un lavoro. Molti di loro fanno concerti con noi all’interno delle case di riposo, del carcere, di altri luoghi che lo richiedano. Intorno e insieme alla Fondazione è cresciuto un sistema molto esteso che diffonde la musica classica: c’è la Sagra, c’è la stagione musicale, c’è l’attività nelle scuole, c’è l’orchestra da camera, ci sono molteplici iniziative di promozione e formazione”.

Finisca di raccontarci l’intero “sistema Sagra”
“Facciamo anche un concorso chiamato San Lorenzo di Montenero per i migliori allievi del Conservatorio. Diamo ai ragazzi l’opportunità di esibirsi in pubblico e poi premiamo quelli che eccellono. E’ stata istituita una borsa di studio intitolata a Roscini-Padalino grazie ad un lascito agli Amici della Musica. E dal 2012 promuoviamo il concorso internazionale di composizione sacra Francesco Siciliani. Insomma, intorno alle nostre ormai numerose iniziative girano centinaia di persone. Ci siamo sempre ispirati ad un principio: prendere il meglio dal nostro territorio e restituire il meglio. Naturalmente siamo aperti al mondo della musica internazionale e organizziamo concerti di gran qualità con musicisti di tutto il mondo, ma coltiviamo una particolare attenzione verso la realtà regionale”.

Che budget avete?
“Intorno al milione all’anno. Una parte – purtroppo non grande – proviene dai biglietti: la nostra politica è quella di tenerli più bassi possibile per favorire la partecipazione anche di chi ha pochi soldi. Il resto dei nostri fondi arriva in buona parte dal Ministero. La Regione (sia di centrodestra che di centrosinistra) ci ha aiutato e ci aiuta molto, così come la Fondazione Perugia. Chiudiamo sempre in pareggio. Con questo rigore siamo cresciuti. Certo, non abbiamo avuto il boom di presenze dei festival dove tutto è gratis, noi i biglietti non possiamo non farli pagare. Ce lo impone il Ministero”.

Qual è il ruolo dei privati ed in particolare di Cucinelli?
“La collaborazione con la Fondazione Cucinelli è per noi molto importante e molto utile. Organizziamo insieme la stagione degli Amici della Musica e i concerti che si svolgono a Solomeo vengono pagati da Cucinelli. Arricchiscono il cartellone sia qualitativamente che quantitativamente: più concerti si fanno e più si riesce a ricevere finanziamenti dal Ministero. I due direttori sono molto bravi e riescono a costruire sinergie che migliorano la qualità sia della stagione di Solomeo che di quella di Perugia. In Umbria c’è un solo privato che si impegna davvero nella cultura: si chiama Cucinelli. E’ un vero mecenate. Ha capito che c’è una grande gioia nel dare. E dà molto”.

Quali sono gli obiettivi futuri della Sagra?
“Vorrei concentrare sempre più l’attenzione sulla musica legata alla ricerca spirituale nel senso più ampio: sia quella confessionale sia di altra natura. E mi interessa particolarmente la spiritualità del Mediterranneo, C’è ancora molto da fare”.