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L’ingegner Alessandro Severi ci invia un articolo che contesta le posizioni di Fabio Maria Ciuffini sulla necessità del Nodo. Scrive che è “inutile e anche dannoso”. E’ invece d’accordo col raddoppio delle rampe che portano a Perugia, da fare quanto prima. Pubblichiamo l’intervento e intendiamo ospitare anche una risposta di Fabio Maria Ciuffini che un nostro collaboratore di riferimento.

INDISPENSABILE IL “NUOVO NODO” PER SALVARCI DA TRAFFICO E GAS

di Alessandro Severi*

Ringraziando Fabio Maria Ciuffini per la sua puntuale e dettagliata illustrazione delle problematiche Nodo di Perugia, mi sento di fare alcune puntualizzazioni ed integrazioni con particolare riferimento anche ai dati di traffico che sostiene di non sapere se sono stati effettuati o meno.

Fabio Maria Ciuffini conclude la sua illustrazione con queste parole:

“omissis…..Vi domanderete quale è infine il mio personale parere. A parte l’esecuzione del raddoppio delle rampe a Ponte S. Giovanni che potrebbe essere finita nel 2026 e cui dovrebbe certamente essere data via libera, mi sento propenso a dare poi la precedenza al primo lotto del tratto Madonna del Piano – Corciano, fermo restando che tutte le forze politiche del Comune di Perugia e della Regione debbano ottenere il completo finanziamento di tutto il nodo. Ma è ancora una valutazione soggettiva. Infatti voglio ricordare che, in ordine alla priorità tra “nodino” (mi auguro riprogettato a costi più bassi) e bretella Madonna del Piano – Corciano non c’è bisogno della sfera di cristallo. Oggi esistono oggettivi metodi di simulazione che consentirebbero di dare una risposta certa a questa domanda. E per una valutazione di questo tipo sarebbe sufficiente una campagna di rilevazione dati di traffico che potrebbe essere svolta in tempi brevi (sempre che non sia stata già fatta).  E mi domando perché questa simulazione non sia fatta o se fatta non venga pubblicata. In ogni caso, qualunque alternativa venga scelta i tempi di esecuzione sia del nodino sia della bretella superano certamente i sette anni. E intanto?….omissis

Esistono rilevamenti del traffico anche recenti che ANAS e Regione si son guardati bene di diffondere, e che solo il comitato “Salviamo Collestrada” ed il Coordinamento “Sciogliamo il Nodo” di cui fanno parte 23 associazioni comitati ed imprese (tra cui le sigle del FAI dell’Umbria, Italia Nostra Perugia, WWF Perugia, Legambiente Umbria) hanno pubblicato i dati in ogni dove ed in tutte le occasioni. L’attività di cotanta società civile, peraltro, smentisce anche l’affermazione dall’articolo di Ciuffini che Ponte S. Giovanni reclama comunque l’esecuzione del Nodino: stando a quanto noto, invece, vi è solo un comitato a Ponte San Giovanni che sostiene apertamente il Nodo (certamente non rappresentativa di 20.000 persone), contro così tante che lo contestano nel merito.

È proprio dai fatti che questo ampio coordinamento prende le mosse per opporsi a quest’opera inutile e dannosa. Sono qui a riassumere i dati per mostrare che non solo il Nodino è inutile a risolvere i problemi della congestione del traffico nella tratta Collestrada Ponte San Giovanni ma addirittura anche il NODO.

L’intervento proposto “NODINO” è stato rappresentato come soluzione dei problemi di congestione del traffico nella tratta Collestrada – Ponte San Giovanni in totale contraddizione con il Piano Regionale dei trasporti 2014-2024 (Deliberazione dell’assemblea legislativa 15 dicembre 2015, n. 42) che fornisce dati sui flussi di traffico nelle arterie principali intorno a Perugia comprese nei tratti a 4 corsie di competenza ANAS (E45 e Raccordo Perugia Bettolle tra Bosco, Ospedalicchio, Madonna del Piano, e Corciano (pag. 182 del piano), e precisamente: 

  • dei 200.000 veicoli leggeri in transito solo 14.000 sono di attraversamento, mentre gli altri si disperdono in Perugia e dintorni prendendo strade secondarie; 
  • dei 14.000 mezzi pesanti e combinati solo 6.000 sono di attraversamento.

In totale solo 20.000 mezzi sono di attraversamento, con una percentuale media del 9,35%.

Anche i dati ANAS (relazione allegata a lettera ANAS del 17 giugno 2021 per Regione e MIMS) – con rilevazioni in periodo COVID, con scuole chiuse e smart working – ci dicono (dati medi giornalieri di traffico TMG – nelle ore di punta rilevati ma non indagati) che la tratta macroscopicamente congestionata dal traffico (tre chilometri da Collestrada al bivio – rampa di Ponte San Giovanni, ovvero ove si sovrappongono E45 e SS75) prosegue sul Raccordo Perugia-Bettolle. Inoltre, leggendo attentamente le tabelle e i flussogrammi di ANAS si evince in maniera chiarissima che: 

  • Nel punto critico (raccordo Perugia-Bettolle) avremmo sul viadotto Volumni una riduzione del traffico del 4%;
  • Anche con scenario Nodino + Nodo fino a Corciano a quattro corsie, la diminuzione di traffico sul viadotto non supererebbe l’11%. 

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La stessa ANAS afferma testualmente(pag. 20 della conclusione della relazione sui flussi di traffico):

“…Con il solo scenario 2, non ci sono modificazioni di sorta sul raccordo autostradale Bettolle-Perugia, sia per leggeri che pesanti”.  I nuovi dati ANAS pubblicati nel progetto definitivo confermano quanto detto.

Detto questo una ulteriore precisazione.

Si parla per il Nodino di una galleria di 3,4 chilometri mentre in realtà vi sono: un tratto di 660 mt. in galleria artificiale (vale a dire con sbancamento a cielo aperto) proprio sulla Collina di Collestrada ed un tratto definito con protesi prima della vera e propria galleria naturale di soli 1200 metri:

– Nella collina di Collestrada (anche essa zona ZSC – Zona Speciale di Conservazione) si realizzerebbe la galleria artificiale, per realizzare la quale sarà necessario scavare una trincea profonda 10 mt e oltre e larga più di 30 mt, che ne modifica la morfologia a tal punto che la strada di accesso al Borgo, viabilità storica calpestata da S. Francesco, verrebbe sostituita da un percorso pedonale a gradoni(foto sotto)in quanto la sua grande pendenza non sarebbe compatibile per i mezzi a motore.

– Dopo il tratto artificiale, sempre in zona ZSC, pochi metri prima della zona habitat del Bosco a farnetto è prevista una cosiddetta “Protesi” per realizzare la quale oltre a sbancamenti e livellamenti del terreno verranno infissi 1157 pali diametro 120 cm e profondi 15 metri. A tal riguardosi sembra pleonastico affermare che per eseguire tali opere sarà necessario organizzare un cantiere, posto a ridosso dell’area Habitat, che comporterebbe un danno grave e inevitabile per le presenze florovegetazionalie faunistiche presenti nel sito “ Natura 2000” interessato.

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Poi sulle ipotetiche attivazioni per il tratto Madonna del Piano Corciano basti dire che l’unico fatto reale e concreto fino ad oggi è il progetto definitivo per il Nodino, che però a Madonna del Piano vede come possibilità quella, non di poter tornare verso Perugia, ma solo quella e unica di proseguire verso Roma. Non è stato prevista neanche la predisposizione per proseguire verso il Silvestrini-Corciano.

Per non parlare del consumo del suolo nella piana del Tevere e per gli svincoli. Nella figura sotto gli ingombri per espropri e occupazioni per lo svincolo e la zona di Collestrada, dove verrebbe anche coinvolta una scuola e cancellata una via storica, oltre alla distruzione di campi agricoli e di una parte delle piante (circa 4000), relative alla zona di conservazione ZSC del  Bosco a Farnetto di Collestrada tutelata. 

 Sul discorso inquinamento è a questo punto l’argomento più rilevante che rimane ai sostenitori del Nodo/Nodino a fronte di così pochi vantaggi. Si consideri però che con il Nodo/Nodino si sta allontanando di qualche centinaio di metri quella poca percentuale di traffico delle ore di punta, mentre nei tanti anni del cantiere (forse decenni), migliaia di Camion dovranno percorrere le strade interne di Ponte San Giovanni – designate come viabilità di cantiere, insieme alla viabilità interna del centro commerciale di Collestrada! ( vedi figura – linea rossa percorsi camion ) per trasportare cemento, acciaio, conglomerati e materiali di scavo. In definitiva, non si può dire che a breve termine questo gigantesco cantiere possa portare dei benefici agli abitanti, quando invece si potrebbe pensare a barriere anche di verde lungo il percorso attuale e a misure di riduzione del traffico. 

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Concordo infine sulla necessità e priorità del Raddoppio delle Rampe non solo a Ponte San Giovanni da e per Perugia, ma anche a Collestrada da e per Foligno. Una volta realizzate le rampe vediamo i miglioramenti che ne conseguono per poi decidere con cognizione di causa sulla necessità del NODO in considerazione che i costi attualizzati supererebbero i 2 miliardi di Euro. Infatti il coordinamento Sciogliamo il Nodo ha sempre proposto :

Il primo intervento da richiedere è quello di uniformare la tratta della E45, tra Collestrada e Ponte San Giovanni, agli standard attuali di efficienza e sicurezza per le strade di maggior importanza, predisponendo adeguate segnaletiche verticali ed orizzontali, illuminate, ben prima della deviazione su Perugia onde permettere una canalizzazione corretta molto prima di vedere l’uscita.

– Dotare tutta la tratta da Collestrada allo svincolo per Perugia di barriere antirumore (possibilmente verdi, che possono anche limitare la diffusione dell’eventuale smog).

– Ben più importante, cosa forse risolutiva e sicuramente migliorativa, realizzare la doppia corsia nelle rampe in salita per Perugia ed in discesa per Foligno sullo svincolo E45 – Raccordo Perugia Bettolle, nonché il raddoppio della rampa in uscita dalla E45 per S.S.75 direzione Foligno.

Molti di questi interventi, realizzabili entro breve e con costi sicuramente ridotti, erano stati addirittura dichiarati già finanziati da ANAS nel 2018 (a pag.5 vedi Deliberazione Consiglio Comunale Perugia n.107 del 24 settembre 2018 – Avvio procedimento per la realizzazione dell’ampliamento del Centro commerciale di Collestrada). link

Infine, crediamo che operare comunque da subito con la massima urgenza su tutte le direzioni atte a limitare il traffico su gomma, sul trasporto pubblico e sulla mobilità alternativa sostenibile, anche con adeguate risorse che incentivino il cittadino all’uso alternativo del mezzo pubblico, sarebbe la via giusta per un futuro di progresso equo e sostenibile.

*Ingegnere collaboratore del coordinamento dei comitati “Sciogliamo il Nodo”