di Walter Patalocco
Cambierà qualcosa, a Terni in Comune, dopo le elezioni politiche del 25 settembre? Per il momento, almeno, nessuno ne parla. D’altra parte dal 2018 al 2022 il consiglio comunale è cambiato e di parecchio: trasmigrazioni, dimissioni presentate per diventare assessori, consiglieri o assessori “promossi” ad altri incarichi elettivi, nascita e fine di nuovi gruppi… Basta un dato; il responso delle urne, alle elezioni anticipate dopo le dimissioni del sindaco Leopoldo Di Girolamo, fu in riferimento ai partiti maggiori, il seguente: Lega 13 consiglieri (più il sindaco Leonardo Latini), Forza Italia 4 consiglieri, Fratelli d’Italia 2, Partito Democratico 3, Movimento 5Stelle 6. Nel 2022, poco più di quattro anni dopo i numeri sono così cambiati: Lega 10 consiglieri, Forza Italia 3, Fratelli d’Italia 6, M5S cinque consiglieri. Rimasti immunni da variazioni i gruppi delle liste civiche, si è “rinforzato” il gruppo misto che conta 3 consiglieri.
E la giunta? Defenestrazioni, rimpasti, riequilibri hanno portato ad una serie di variazioni da non capirci più niente. Fatto è che al momento a fianco del sindaco Leghista sono in carica tre assessori della Lega (compreso il vicesindaco), tre dei Fratelli d’Italia, uno di Forza Italia più due tecnici.
Insomma, il fatto che nei dati riferiti al Comne di Terni Fratelli d’Italia sia passato, da una percentuale del 6,2 al 30,01 e che la Lega sia scesa dal 29,1 all’8,11sembra sia stato registrato in modo “lungimirante” già con i vari rimpasti dell’esecutivo.
La questione, però, è: cosa accadrà tra pochi mesi, quando Terni andrà alle rune per rinnovare il consiglio comunale? La Lega potrà pretendere il candidato sindaco che qualcuno, sia nel suo partito che in quello alleato, aveva già messo in qualche modo nel mirino?
Non è faccenda da poco. Perché intanto tarpa le ali – come si dice – a alcuni aspiranti che nella Lega non mancano, con nomi che vanno e che vengono cui probabilmente si aggiungerà qualcuno che è andato fuori dai gangheri per la mancata elezione alle politiche di domenica scorsa. E perché già da qualche mese dai banchi dei Fratelli d’Italia c’è chi fa l’occhio languido nel guardare la sedia al centro dell’emiciclo di Palazzo Spada (leggi Orlando Masselli, assessore al bilancio).
Mentre si stringono i panni addosso a qualche consigliere civico che pensava di avere il posto in banca, l’opposizione comincia a prendere un po’ più do fiducia. Sia dalla parte del “Movimento”, seppure sia sceso in percentuale di quasi dieci punti nel paragone comunali 2018 _ politiche 2022, sia e con maggiore brilluccichio degli occhi dalla parte del Partito Democratico. Che avrà pure perso a livello nazionale ma che ha visto risalire la propria percentuale dal 12,57 del 2018 al 20,16 delle politiche ’22. Il quale Partito Democratico ha avuto come candidato alla Camera il segretario comunale Pierluigi Spinelli. E’, Spinelli, un nuovo volto del Pd, l’apicale di un movimento interno di rinnovamento e di “riqualificazione” del Pd ternano uscito a stracci dalle guerre fratricide dei “capibastone”. Facce nuove, energie spesso sacrificate negli ultimi anni, che si sono messe al lavoro cercando di spazzare via i cocci più che raccoglierli, rinnovando persone, metodi e comportamenti.