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di Miro Giovenale

Stiamo entrando nell’ultima fase della campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Perugia e il rinnovo del Consiglio Comunale, a che punto siamo? Tracciare un primo bilancio di quanto accaduto sinora?
Dopo un decennio di sindacatura Romizi e di governo del centrodestra questo schieramento partiva con tutti i favori del pronostico, un Sindaco uscente che aveva ancora un largo seguito in città, una candidata Sindaco dal volto gentile individuata fin da subito dal centrodestra, una macchina elettorale ben oliata e organizzata a livello cittadino, regionale e nazionale.
Il centrosinistra sembrava invece in ritardo, diviso sul modo di costruire le alleanze, incerto sulla scelta della candidatura a Sindaco, con i partiti della coalizione sempre in difficoltà ad essere uniti e con movimenti civici in preda a convulsioni e difficoltà di vario genere, si veda per tutti il “caso” Fora, il civico di centrosinistra improvvisamente e inopinatamente passato al centrodestra.
A circa 8 mesi di distanza dobbiamo registrare come le cose si siano sviluppate diversamente, tanto che tutti i sondaggi ad oggi rilevano una sostanziale situazione di parità tra i principali schieramenti e candidati sindaco, entrambe donne, se mai, come
ovvio visto il dato di partenza, si rileva un trend di crescita più positivo per il centrosinistra e la candidata Ferdinandi.
Che cosa è successo in questi mesi tanto da cambiare le carte in tavola da come sembravano indubitabilmente disposte ad inizio campagna elettorale?
Innanzitutto vanno segnalate un paio di sottovalutazioni da parte di tutti gli osservatori e dei media. Primo, i dati elettorali del centrosinistra, passata la bufera delle ultime elezioni regionali, già con le elezioni politiche del 2022 e in condizione di totale disunità, erano comunque superiori al centrodestra a Perugia. Secondo, al di là del gradimento rilevato sulla figura del Sindaco Romizi, si percepiva già nella primavera/estate 2023 un crescente disappunto della cittadinanza per lo stato di crisi della città e per la qualità del governo comunale (e regionale, si veda il caso sanità) del centrodestra.
A questo deve aggiungersi l’esplosione di un conflitto solo parzialmente contenuto e malcelato nella maggioranza sulla scelta di una candidata Sindaco dal viso fresco ma imposta da Fratelli d’Italia alla coalizione, riducendo così il carattere ambiguamente civico che aveva caratterizzato la sindacatura di Romizi. Conflitto che ha fatto emergere definitivamente anche differenze politiche sulle scelte e soprattutto sulle non scelte dell’Amministrazione Comunale nel secondo mandato di fronte al sempre più marcato ed evidente scivolamento di Perugia in una condizione di crisi sociale, economica e di prospettiva seria e preoccupante.
Dall’altra parte il centrosinistra, pur attraversato da seri problemi di carattere nazionale e locale, una volta individuata la candidatura di Vittoria Ferdinandi ha saputo costruire una certa compattezza, sufficiente a mettersi progressivamente in sintonia con un crescente allarme e con una crescente voglia di cambiamento che stava maturando in città. In questo modo, anche grazie alla abilità ed energia della candidata Sindaca, il centrosinistra è riuscito a far risaltare la differente impostazione sui problemi più seri e sentiti della città, sanità, mobilità, trasporto pubblico, lavoro, inclusività e lotta alla povertà, centro storico, infrastrutture, partecipazione.
Questo è il punto cui siamo arrivati e se dovessimo fare un bilancio anche dei contenuti messi in campo dai diversi candidati potremmo dire:
1) La candidata Scoccia del centrodestra ha lanciato 3 temi nella discussione. La promessa di affrontare e concludere nel prossimo mandato il procedimento di definizione e approvazione di un nuovo Piano Regolatore di Perugia. La polemica con la Ferdinandi sulla realizzazione del Nodo di Perugia che permette di alleggerire il traffico a Ponte S.Giovanni. La polemica con la Ferdinandi sul suo radicalismo politico, sulle sue posizioni ecologiste, femministe e sui diritti;
2) La candidata Ferdinandi, invece, ha evidenziato le carenze di ruolo e di protagonismo del Comune sulla sanità, sulla difesa del diritto alla salute dei cittadini di Perugia. Ha evidenziato il pessimo stato in cui è piombato il trasporto pubblico a Perugia e l’arresto dell’iniziativa e dei progetti per migliorare la mobilità cittadina (che è stata in passato modello europeo per la mobilità alternativa). Ha polemizzato con la Scoccia sul nodo di Perugia sostenendo che si cercava di avviare una discussione sul nulla essendo uscito il progetto Nodo di Perugia dal novero dei progetti finanziabili dal Ministero dei Trasporti mentre non si è fatto nulla nemmeno con i finanziamenti disponibili sul raddoppio delle rampe a Ponte S.Giovanni e per il miglioramento della viabilità ordinaria. E ancora con la Scoccia ha polemizzato sulla strumentalità della promessa in campagna elettorale di un nuovo PRG (cosa ritenuta assolutamente necessaria) dopo 10 anni di governo del centrodestra di cui 5 trascorsi da Assessore all’Urbanistica. Infine ha proposto di riaprire una nuova stagione della partecipazione a Perugia rilanciando in modo nuovo l’esperienza delle circoscrizioni e i percorsi partecipativi della cittadinanza alle decisioni comunali.
Questi i temi principali che hanno animato sinora la campagna elettorale, con un centrodestra arroccato a difesa dell’operato dell’amministrazione, salvo l’uscita di solo annuncio relativa al PRG e con un centrosinistra all’attacco su alcuni dei problemi fondamentali della città.
Degli altri candidati vale la pena notare l’impegno programmatico di Massimo Monni sulla sicurezza percepita dai cittadini, sull’assoluto sostegno al già citato progetto del Nodo di Perugia, sul trasporto pubblico, sul centro storico. Ma qui si viene a contatto con una delle questioni nodali della campagna elettorale, la questione del centro del sistema politico perugino. Lo sforzo di Monni e il suo esito ci parleranno dei termini di evoluzione della questione del centro politico e della sua capacità di rappresentanza dell’elettorato moderato in città. Una questione ineludibile, a livello nazionale e locale, che può essere affrontata in modi diversi, ma che risulta determinante per gli esiti elettorali. La frammentazione e la difficile coabitazione delle forze di centro rappresenta oggi a livello nazionale una questione politica di prima grandezza. A Perugia tale questione ha ricevuto
in passato e anche oggi, una risposta civica, quella che caratterizzò il successo di Romizi e che ancora, sia pure con meno convinzione e capacità, si esprime in una parte della coalizione di centrodestra. Il tentativo di Monni è molto interessante perché cerca di emanciparsi da questo percorso e offre la propria candidatura per rappresentare specificamente questa area. Ci saranno infine anche moderati che o per via civica o direttamente si riconosceranno nel voto al centrosinistra. Insomma, “un centro senza
casa”, un cantiere in costruzione, che sarà interessante valutare nel risultato elettorale. Un centro che risulta comunque strutturalmente determinante nella costruzione del sistema politico cittadino e che potrebbe risultare decisivo anche nella formazione e nella tenuta delle coalizioni di governo e di opposizione.
Chi vincerà ? Scoccia o Ferdinandi? Tutti i dati disponibili dai sondaggi condotti sinora consigliano la massima cautela, sono così allineati che può accadere ancora di tutto. La risposta di scuola indicherebbe che la spinta dell’outsider dà una chance importante di sicuro al ballottaggio, se non a una vittoria al primo turno. Ma se il vento al momento soffia sulle vele della candidata di centrosinistra è altrettanto vero che il centrodestra si è fortemente radicato in città e che le sue liste rappresentano una forza reale anche questa rilevata dai sondaggi. E’ in atto da questa parte una campagna elettorale molto profonda volta a recuperare e compattare il consenso.
Alla fine vincerà chi saprà dare, in un modo o nell’altro, un maggior senso di visione e di progetto ad una città sfibrata e in attesa di riscatto. Questo potrà avvenire o confidando da parte dei cittadini in una risposta di forza, di protezione e sicurezza, oppure confidando sulla spinta dell’entusiasmo, della volontà di reagire alla crisi e dell’energia positiva capace di assecondare una voglia di cambiamento che certamente è diffusa in città. Vedremo!