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di Gabriella Mecucci

 

La “rottura” che sembra definitiva fra Progetto Perugia e il centrodestra segna un cambio d’identità di questa coalizione, diventata ormai di destra-destra. A questa svolta corrisponde la candidatura ufficiale a sindaco di Margherita Scoccia, Fratelli d’Italia. L’asse Prisco- Romizi ha subito una sconfitta che potrebbe avere ricadute importanti nella vita politica della città. Questo è in estrema sintesi il significato delle recenti novità.
Nell’ormai lontano 2014 il centrodestra vinse le elezioni grazie ad un’operazione intelligente, resa possibile anche dal declino delle amministrazioni di centrosinistra. La crisi di queste e la creazione di un movimento civico che rendeva protagonisti un gruppo di moderati – in gran parte cattolici – portarono alla sconfitta di chi aveva governato Perugia, ininterrottamente, a partire dal dopoguerra. Fu un risultato sorprendente, eppure a ben guardare prevedibile perché lungamente maturato nel tempo. I civici trovarono un giovane leader dalla faccia e dalle mani pulite in Andrea Romizi che per la verità era già da allora un dirigente di Forza Italia, ma che era molto vicino culturalmente e politicamente al loro gruppo. Il candidato sindaco del centrodestra dette a quella vittoria il volto di una sorta di “rivoluzione di velluto” nella provincia rossa. La mente politica più acuta e profonda dell’operazione fu Francesco Calabrese.
Nei tempi più recenti la situazione è precipitata. Il dominus della politica cittadina è diventato sempre più Emanuele Prisco (Fratelli d’Italia), che ha deciso di candidare a sindaco Margherita Scoccia scartando senza tanti complimenti tutte le possibili alternative. Romizi è diventato il suo alleato di ferro: addio alla moderazione iniziale, per imboccare la strada della foglia di fico dei nuovi “padroni del vapore”. E’ stato inaugurato uno stile sbrigativo e protervo non solo nei rapporti con le forze politiche, ma anche in quelli umani. Per non dire dei toni usati con la stampa che è stata sgridata con post su facebook a dir poco sopra le righe. 


Insomma, quella che nel 2014 era una coalizione di centrodestra, si è trasformata in una destra-destra dai comportamenti sempre più discutibili. Progetto Perugia ha ben compreso la novità e ha deciso di non accettarla. Per la verità non tutti i suoi esponenti hanno fatto questa scelta, ma quelli che restano col sindaco uscente sono una minoranza. Solo il povero Andrea Fora non se n’è accorto e le sue scelte sono state sconfessate dai CiviciX di Perugia che aveva contribuito a far nascere.
Questa nuova destra-destra ha come corollario comportamentale il metodo della profezia che si autoavvera. Immediatamente dopo un incontro si fanno circolare anticipazione e dietrologie non vere o comunque inesatte che servono però ad accreditare il disegno che si sta portando avanti. L’esempio più lampante è stato fornito da quello che è accaduto nelle ultime due settimane. Per ben tre volte l’accordo sul nome di Margherita Scoccia con Progetto Perugia è stato “venduto” alla stampa come “cosa fatta” da anticipazioni pilotate, abolendo persino l’uso dei condizionali.
La maggioranza ha creduto che a forza di dirlo sarebbe diventato vero e che il bombardamento mediatico sarebbe bastato a vincere le resistenze di Progetto Perugia. La lista, che aveva portato al successo Romizi, è stata descritta come impossibilitata ad avere altra strada che quella di accettare le scelte dei nuovi potenti. Non sembra essere andata così, come del resto Passaggi Magazine aveva cautamente anticipato. Adesso si apre una nuova fase politica, i cui esiti non sono ancora prevedibili.